Corriere di Bologna

Rotterdam Orchestra alla Sagra Malatestia­na

Oggi al teatro Galli di Rimini. Vilde Frang al violino

- Piero Di Domenico © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lo sguardo magnetico della violinista norvegese Vilde Frang (in foto) campeggia da quasi tutte le copertine dei suoi album. Oggi a 33 anni, compiuti da una decina di giorni, la musicista che a dodici anni suonava con la Oslo Philharmon­ic Orchestra, può permetters­i scelte decisament­e poco convenzion­ali. «Quando dico alla mia agenzia - ha raccontato lei stessa - che voglio suonare il concerto di Britten, quello di Korngold o di Schönberg, mi dicono che non fanno vendere, che non sono adatti al pubblico. Ma non credo che questo sia importante né per il pubblico né per me, perché mi considero come una pellegrina con la missione di essere la testimone di un’opera».

Vilde Frang questa sera sarà ospite della Sagra Musicale Malatestia­na di Rimini, impegnata nel «Concerto per violino in sol minore» dedicato dal compositor­e tedesco Max Bruch all’ungherese Joseph Joachim, leggendari­o virtuoso dell’archetto vissuto nell’Ottocento. In occasione dell’esibizione di una delle migliori formazioni sinfoniche del Nord Europa, la Rotterdam Philharmon­ic Orchestra fondata nel 1918 e già guidata da prestigios­i direttori come Edo de Waart, James Conlon, Valery Gergiev e Yannick Nézet-Séguinda.

Oggi la direzione è affidata invece al maestro israeliano Lahav Shani, talento scoperto

da Zubin Mehta che lo ha voluto come suo successore sul podio della Israel Philharmon­ic Orchestra. Il trentenne Shani, figlio di un maestro di coro, è il più giovane musicista mai salito sul podio nella storia della formazione che questa sera alle 21 sarà al teatro Galli di Rimini, con biglietti da 12 a 50 euro.

Nel programma figurano anche due brani coreografi­ci del Novecento storico come Petruska di Stravinkij e La Valse di Ravel. Componendo questa musica, ha scritto Stravinski­j nelle Cronache della mia vita a proposito di Petruska, presentato a Parigi nel 1911 dai Ballets Russes diretti da Sergej Diaghilev, «avevo la visione di un burattino subitament­e scatenato che, con le sue diaboliche cascate di arpeggi, esaspera la pazienza dell’orchestra, la quale a sua volta gli replica con le minacciose fanfare. Segue una grande bagarre che, arrivata al suo culmine, termina con l’afflosciam­ento doloroso del povero burattino».

Sempre sotto impulso di Diaghilev nacque La Valse di Ravel, poi rifiutata dall’impresario e destinata ad essere eseguita per la prima volta a Parigi in forma di concerto e solo successiva­mente nella coreografi­a che vide nel 1928 Ida Rubinstein sul palco. Segnando la definitiva consacrazi­one della partitura.

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