«Arpad Weisz dallo scudetto ad Auschwitz» Sport e discriminazioni alla Colonia Bolognese
Rimini
Durante gli anni bui del ventennio fascista il Bologna Calcio dominava i campionati di calcio. Sei dei sette scudetti conquistati dalla squadra rossoblu nel corso della sua storia ultracentenaria furono vinti tra il 1924 e il 1941 e due di questi (che entrarono nel palmares tra il 1935 e il 1938) portano la firma di Arpad Weisz allenatore ebreo ungherese, considerato all’epoca tra i più vincenti d’Europa, in un periodo in cui nazionalismi e totalitarismi avrebbero presto fatto conoscere al mondo gli orrori della Shoah. Quello sterminio di cui lo stesso Arpad Weisz fu vittima, nel 1944, in un campo lavoro di Auschwitz. Della storia di Weisz si parlerà a Rimini nella serata di oggi, alle 21,
alla Colonia Bolognese nell’ambito di un appuntamento organizzato da Aic Associazione Italiana Calciatori, Sportellate ed associazione Il Palloncino Rosso impegnata in un progetto di rigenerazione urbana dell’ex colonia. La storia di Arpad aprirà un incontro più in generale dedicato alla riflessione sui temi della lotta al razzismo nello sport, tematica ancora attuale nel mondo del calcio. Protagonisti dell’evento saranno il giornalista Matteo Marani, già autore di un libro dedicato all’allenatore ebreo ungherese, Daniele Adani, ex calciatore e Gianluca Brasini, assessore allo sport del Comune di Rimini e atleta di pallamano. (e. c.)