FARETE E LE SFIDE DEL FUTURO
Alla Fiera di Bologna, la Confindustria Emilia dedica due giorni, oggi e domani, ai giovani creatori d’impresa, all’internazionalizzazione e all’innovazione. Nel corso dell’evento, i migliori progetti imprenditoriali dell’Università si confronteranno con i manager e gli imprenditori più aperti all’innovazione. L’esito dell’esame sarà tanto più promettente quanto più i valutatori non si comporteranno da dottori della memoria che trasmettono il sapere della tradizione. C’è un malanno che assilla le startup. Troppi sono i loro giudici con lo sguardo rivolto all’indietro, cioè alle pratiche imprenditoriali che ieri hanno avuto successo e che sono tuttora in vigore. Riandando a Cartesio, può giudicare «con molta maggior solidità e chiarezza» chi elude la tradizione. L’ieri e l’oggi non sono una guida per il domani. Per viaggiare in direzione del futuro bisogna evitare con destrezza di restare aggrappati a ciò che è stato. L’incertezza e l’imperfezione sono segnali chiave emessi dalla creatività. I cambiamenti radicali di cui tanto si avverte la necessità sono in diretto contrasto con una cultura dominata dall’obbligo di dimostrare il rapido impatto delle novità fissando obiettivi misurabili e dando priorità all’immediata applicazione pratica. C’è da consentire e incoraggiare l’incertezza, la digressione, l’interpretazione, la discussione, l’investimento immaginativo e la fantasia.
Ciò che sfugge ai dottori della memoria è l’importanza di essere aperti all’ignoto, di avere fiducia nell’intuizione e di concedere alla mente la libertà di vagare. Qualità che si acquistano avendo familiarità con le arti liberali, le quali sviluppano una mente aperta, liberano l’immaginazione, scoprono nuovi modi di pensare. L’incertezza irriducibile mostra uno scenario in cui un cambiamento di paradigma appare in assenza di preavvisi, in un momento non prevedibile. A metterlo in atto sono singoli innovatori trasformativi, osteggiati dai dottori della memoria. Le innovazioni incrementali promosse da costoro sono quasi immediatamente riconosciute e ampiamente accettate e utilizzate. Si continua a investire tempo, energia e denaro in iniziative in grado di migliorare solo leggermente la situazione, puntando l’indice sulla sopravvalutazione delle prestazioni dell’innovazione. In essa, sostengono i conservatori esperti delle cose di ieri e di oggi, ci sarebbero degli errori nascosti che seppur corretti porterebbero a miglioramenti marginali della sua performance. Le innovazioni radicali vedono i tempi del riconoscimento allungarsi di molto per l’attrito esercitato dallo spirito culturale prevalente, una resistenza tanto più forte quanto più la società è ripiegata sulle pratiche consolidate. Per l’Emilia che vanta campioni eccellenti nella gara dell’export, il tour economico si svolge sulle orme di David Hume. Il filosofo scozzese sosteneva che «l’incremento di commercio e ricchezze in qualunque nazione, di solito, stimola l’arricchimento e il commercio di tutti i suoi vicini». È questo un proposito da perseguire promuovendo nuovi e innovativi campioni. Per aumentare le nostre chance di successo, dalle due giornate confindustriali ci aspettiamo che si abbraccino i valori intangibili e si premi lo sviluppo dell’empatia che porta con sé l’apertura mentale, l’apprezzamento di prospettive diverse dalle proprie, l’accettazione dello strano e la comprensione dei bisogni e altrui. Il nostro potenziale di sviluppo avrà modo di realizzarsi riducendo il potere, oggi dominante, della misurazione a ogni costo e, perciò, rigettando la mentalità utilitaristica che è schiava delle classifiche di breve termine.