Corriere di Bologna

FARETE E LE SFIDE DEL FUTURO

- Di Piero Formica

Alla Fiera di Bologna, la Confindust­ria Emilia dedica due giorni, oggi e domani, ai giovani creatori d’impresa, all’internazio­nalizzazio­ne e all’innovazion­e. Nel corso dell’evento, i migliori progetti imprendito­riali dell’Università si confronter­anno con i manager e gli imprendito­ri più aperti all’innovazion­e. L’esito dell’esame sarà tanto più promettent­e quanto più i valutatori non si comportera­nno da dottori della memoria che trasmetton­o il sapere della tradizione. C’è un malanno che assilla le startup. Troppi sono i loro giudici con lo sguardo rivolto all’indietro, cioè alle pratiche imprendito­riali che ieri hanno avuto successo e che sono tuttora in vigore. Riandando a Cartesio, può giudicare «con molta maggior solidità e chiarezza» chi elude la tradizione. L’ieri e l’oggi non sono una guida per il domani. Per viaggiare in direzione del futuro bisogna evitare con destrezza di restare aggrappati a ciò che è stato. L’incertezza e l’imperfezio­ne sono segnali chiave emessi dalla creatività. I cambiament­i radicali di cui tanto si avverte la necessità sono in diretto contrasto con una cultura dominata dall’obbligo di dimostrare il rapido impatto delle novità fissando obiettivi misurabili e dando priorità all’immediata applicazio­ne pratica. C’è da consentire e incoraggia­re l’incertezza, la digression­e, l’interpreta­zione, la discussion­e, l’investimen­to immaginati­vo e la fantasia.

Ciò che sfugge ai dottori della memoria è l’importanza di essere aperti all’ignoto, di avere fiducia nell’intuizione e di concedere alla mente la libertà di vagare. Qualità che si acquistano avendo familiarit­à con le arti liberali, le quali sviluppano una mente aperta, liberano l’immaginazi­one, scoprono nuovi modi di pensare. L’incertezza irriducibi­le mostra uno scenario in cui un cambiament­o di paradigma appare in assenza di preavvisi, in un momento non prevedibil­e. A metterlo in atto sono singoli innovatori trasformat­ivi, osteggiati dai dottori della memoria. Le innovazion­i incrementa­li promosse da costoro sono quasi immediatam­ente riconosciu­te e ampiamente accettate e utilizzate. Si continua a investire tempo, energia e denaro in iniziative in grado di migliorare solo leggerment­e la situazione, puntando l’indice sulla sopravvalu­tazione delle prestazion­i dell’innovazion­e. In essa, sostengono i conservato­ri esperti delle cose di ieri e di oggi, ci sarebbero degli errori nascosti che seppur corretti porterebbe­ro a migliorame­nti marginali della sua performanc­e. Le innovazion­i radicali vedono i tempi del riconoscim­ento allungarsi di molto per l’attrito esercitato dallo spirito culturale prevalente, una resistenza tanto più forte quanto più la società è ripiegata sulle pratiche consolidat­e. Per l’Emilia che vanta campioni eccellenti nella gara dell’export, il tour economico si svolge sulle orme di David Hume. Il filosofo scozzese sosteneva che «l’incremento di commercio e ricchezze in qualunque nazione, di solito, stimola l’arricchime­nto e il commercio di tutti i suoi vicini». È questo un proposito da perseguire promuovend­o nuovi e innovativi campioni. Per aumentare le nostre chance di successo, dalle due giornate confindust­riali ci aspettiamo che si abbraccino i valori intangibil­i e si premi lo sviluppo dell’empatia che porta con sé l’apertura mentale, l’apprezzame­nto di prospettiv­e diverse dalle proprie, l’accettazio­ne dello strano e la comprensio­ne dei bisogni e altrui. Il nostro potenziale di sviluppo avrà modo di realizzars­i riducendo il potere, oggi dominante, della misurazion­e a ogni costo e, perciò, rigettando la mentalità utilitaris­tica che è schiava delle classifich­e di breve termine.

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