Test di Medicina, uno su nove ce la fa Le voci dei ragazzi tra sogni e paure
Al test 3.600 candidati. Il prorettore: «Per aprire nuovi corsi serve l’aiuto di Ausl ed enti locali»
Si sono presentati di prima mattina i 3.600 che ieri hanno tentato il test di ammissione a Medicina. sapendo che uno su nove di loro ce la farà. «Sarebbe bello raddoppiare i posti, ma non abbiamo la bacchetta magica», dice il prorettore vicario. Le storie di chi ieri ha tentato la prova.
Erano circa 3.600 i candidati arrivati da tutta Italia che ieri mattina si sono presentati in Fiera per provare l’ingresso a Medicina. In palio 374 posti per Medicina e chirurgia e 39 per Odontoiatria. «Abbiamo aumentato del 20% il nostro contingente, sarebbe bello raddoppiarlo, ma non è realisticamente possibile con le risorse che abbiamo a disposizione», spiega il prorettore vicario Mirko Degli Esposti, «ma il fatto che questo Ateneo abbia una struttura a multi-campus apre una prospettiva».
Le aspiranti matricole si sono presentate alle 8 e si sono messe in fila ordinatamente per le fasi di riconoscimento. Qualche ritardatario però non ce l’ha fatta. «La complessità della prova richiede il rispetto di regole precise — fa presente il vicario —, alle 10,20 quando abbiamo chiuso i cancelli, nel piazzale non c’era più nessuno. Se qualcuno è rimasto fuori ci dispiace, non potevamo fare diversamente». La prova per entrare all’Alma Mater è sempre appetibile, e lo testimonia il numero crescente di iscritti al test, aumentati di oltre 300 unità rispetto all’anno scorso.
«Il Paese ha bisogno di medici e di medici preparati, sarebbe bello raddoppiare i posti, ma non abbiamo la bacchetta magica». Docenti, laboratori, aule sono sufficienti a ospitare per Bologna non più di 400 studenti, per questo Unibo sta ragionando con la Regione e con gli enti locali di aprire corsi di laurea in Medicina anche nei poli della Romagna. Ravenna e Forlì in primo luogo. «È una prospettiva messa sul tavolo dal rettore Francesco Ubertini — continua Degli Esposti —, si tratta di una possibilità concreta, ma non è una strada che possiamo fare solo noi. Noi possiamo farne una parte e abbiamo messo a disposizione tutto quello che possiamo. C’è bisogno della Regione, degli enti locali e dell’Ausl Romagna. C’è bisogno di tante risorse e di tanta programmazione».
La fame di medici è un problema sentito in tutto il Paese. Il gap tra quelli che vanno in pensione e quelli che escono dalle scuole di specialità si farà sentire soprattutto nei prossimi anni. Nonostante quest’anno il governo abbia deciso di aumentare i posti per acceder e ai corsi di Medicina e pure quelli per le scuole di specializzazione. Un recente studio di Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, ha stimato che all’Emilia-Romagna mancheranno quasi 600 medici nel 2025. Cardiologia, pediatria, ortopedia, medicina d’urgenza le aree più a rischio. La Regione sta correndo ai ripari, non solo stabilizzando i medici precari, ma investendo sugli specializzandi, finanziando borse di studio con propri fondi. Sono 70 quelle di quest’anno. Per quelle dell’Alma Mater ci sono 379 posti a disposizione, di cui 343 finanziate dal ministero, 25 dalla Regione e il resto dalle Ausl Bologna e Romagna.