Corriere di Bologna

Rousseau, stravincon­o i sì L’autonomia nell’accordo

Il voto sulla piattaform­a sconfessa il gruppo dirigente bolognese Ok dall’esecutivo gialloross­o al percorso della Regione. Ira Lega

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Va all’opposizion­e interna il M5S di Bologna. La netta sconfitta dei “no” all’accordo con il Pd mette per la prima volta in minoranza il capogruppo in Comune e socio di Rousseau Massimo Bugani, che in questa partita ha scelto di stare con Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio e non con Beppe Grillo, grande sponsor dell’accordo con il Pd che ha ottenuto on line il 79,3% dei consensi.

Dopo aver espresso nei giorni scorsi la sua contrariet­à all’intesa, ieri sera Bugani uscendo da Palazzo Chigi, di fronte alle telecamere di La7, ha parlato di una «grande prova di democrazia» senza rispondere però alla domanda clou, e cioè se ha votato a favore o contro l’intesa. Si è solo limitato a pubblicare sui social uno scatto con Casaleggio e gli altri due soci di Rousseau, Pietro Dettori ed Enrica Sabatini. «In nome di Gianrobert­o. Il cittadino al centro delle istituzion­i. Viva Rousseau! Viva il M5S! La strada è tutta in salita e dobbiamo esserne tutti consapevol­i, ma i compagni di viaggio sono i migliori che il fato e il coraggio mi potessero regalare», il suo commento alla foto. Significat­ivo però il voto contrario, annunciato a urne aperte, di consiglier­i comunali a lui molto vicini come Marco Piazza ed Elena Foresti.

Il via libera al governo ha invece contagiato la maggioranz­a degli eletti emiliano romagnoli, a partire dalla vice presidente della Camera Maria Edera Spadoni che ha lodato tutti i punti del programma tra Pd e 5Stelle. «Solo se saremo al governo — la sua conclusion­e — riusciremo a realizzare tutto questo». «Un tentativo va fatto», condivide il deputato di Guastalla Davide Zanichelli che avrebbe però preferito un premier del M5S (smentendo quindi la tesi che Conte lo sia). Decisione più tormentata per gli eletti in Regione, ma alla fine hanno votato a favore dell’accordo il capogruppo Andrea Bertani, Raffaella Sensoli così come Silvia Piccinini che si è rimessa al «programma di governo che può fare la differenza».

Di questo ne è convinto il presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha accolto con entusiasmo i 26 punti sottoscrit­ti da Pd e M5S. «Non so se nascerà un nuovo governo, ma questa piattaform­a sarebbe senz’altro di svolta e in forte sintonia con l’agenda dell’Emilia-Romagna», il suo via libera. Tra l’altro sull’autonomia, Pd e M5S si impegnano a completare il processo salvaguard­ando «il principio di coesione nazionale e di solidariet­à, la tutela dell’unità giuridica e economica», si legge nel documento. Detta in altri termini, si ripartirà dal testo dell’Emilia-Romagna rispetto a quello più “hard” di Lombardia e Veneto. Ma altri due punti toccano viale Aldo Moro: quello sulla costruzion­e di nuove infrastrut­ture (il futuro del Passante di mezzo è ancora un rebus) «al fine di realizzare un sistema moderno, connesso, integrato, più sicuro, che tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle opere», e lo stop alle trivelle che in regione riguarda soprattutt­o la costa di Ravenna.

Il governator­e Bonaccini dovrà invece mettere in soffitta l’idea di un’alleanza con i Cinque Stelle alle Regionali, perché su questo punto Di Maio ieri è stato molto netto: «Il nostro statuto, le nostre strutture non sono attrezzate per alleanze con altri partiti sui territori». La Lega intanto prende atto del plebiscito sulla piattaform­a e va subito all’attacco con il segretario romagnolo Jacopo Morrone: «I 5Stelle non sanno cosa li aspetta, non vorrei proprio essere al loro posto».

” Bugani Grande prova di democrazia ma la strada è in salita, dobbiamo esserne consapevol­i

” Morrone I Cinque Stelle non sanno cosa li aspetta, non vorrei proprio essere al loro posto

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