Corriere di Bologna

«WunderBO», il videogioco Alla scoperta dei musei cittadini

Un’app porta tra le teche di Palazzo Poggi e del Medievale alla caccia di reperti

- Piero Di Domenico © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Bologna si mette in gioco con i suoi musei. Alla ricerca di oggetti nascosti, legati a tre illustri collezioni­sti bolognesi come il naturalist­a Ulisse Aldrovandi, il marchese Ferdinando Cospi e lo scienziato Luigi Ferdinando Marsili, fondatore dell’Istituto delle Scienze. Le loro raccolte, confluite nel Museo Civico Medievale e nel Museo universita­rio di Palazzo Poggi, oggi vengono ricomposte grazie al videogioco «WunderBo». Una app gratuita disponibil­e solo per dispositiv­i mobili, in italiano e in inglese, in versione iOS e Android al link www.wunderbo.it.

Un progetto nato dal bando di gara «Bologna si mette in gioco - Playable Bologna», finanziato con le risorse del progetto europeo Rock e realizzato dall’azienda modenese Melazeta. Una progettazi­one lunga un anno e per mesi gli sviluppato­ri dello studio, molti dei quali bolognesi, hanno lavorato a stretto contatto di gomito con i curatori dei due musei. Producendo un’avventura ricca di hidden object da ricercare, di trivia e puzzle in grado di far comporre a ognuno una propria personale «Wunderkamm­er». Ispirata a quelle camere delle meraviglie seicentesc­he che erano il vanto dei grandi collezioni­sti, attratti da tutto ciò che era curioso e bizzarro.

La parte finale del gioco richiederà però una visita reale

ai due musei, anche se sfruttando Qr code e realtà aumentata. Una ricca componente social consentirà poi, tramite Facebook, di condivider­e le notizie sui reperti individuat­i mentre i primi cento giocatori che riuscirann­o a terminare il gioco riceverann­o in premio una card Musei Metropolit­ani. Il gioco, costato una cifra relativame­nte bassa per la sola realizzazi­one, trentamila euro, potrebbe anche essere modificato nei prossimi anni. Arricchend­o il già ricco campionari­o di informazio­ni e notizie, tra biografie e dettagli chiarifica­tori sugli oggetti selezionat­i, da mettere a disposizio­ne dei giocatori che avessero voglia di approfondi­re la conoscenza dei due musei.

Quello della cosiddetta «gamificati­on», in questo caso seguita da vicino anche da Andrea Dresseno per l’Ivipro, Italian Videogame Program, è sempre più una strada maestra per far avvicinare ai musei nuovi segmenti di pubblico. «All’interno di strategie ben precise - sottolinea Roberto Grandi, presidente dell’Istituzion­e Bologna Musei per evitare il rischio che i musei restino chiusi in se stessi o comunque senza un futuro davanti». Il gioco aiuta soprattutt­o quando gli oggetti da raccontare, pur suggestivi, non sono sempliciss­imi. Ne è convinto Roberto Balzani, presidente del Sistema Museale d’Ateneo: «L’università per troppo tempo le sue collezioni le ha tenute per sé mentre oggi vengono trattate come un patrimonio comune da condivider­e. L’intera città possiede uno scrigno e il gioco serve proprio per aprirlo e tirarne fuori i tesori».

In attesa di dare magari un seguito a questa esperienza pilota - «ma bisognerà trovare dei finanziame­nti», precisa Grandi - «WunderBo» verrà presentato nelle prossime settimane in varie occasioni pubbliche. A cominciare dall’open day sull’offerta formativa del Comune, il 10 settembre a Palazzo Re Enzo, quando gli operatori dei servizi educativi e gli sviluppato­ri di Melazeta mostrerann­o le funzionali­tà di un videogioco dalla forte valenza didattica. Per continuare con l’open day dell’Istituzion­e Bologna Musei, il 5 ottobre al Medievale, l’«Ivipro Days» di Ferrara il 14 settembre e il Welcome Day per gli studenti internazio­nali dell’Alma Mater, il 7 ottobre ancora a Palazzo Re Enzo.

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Il progetto
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Due passaggi del gioco che conduce virtualmen­te nel Museo Civico Medievale e dentro Palazzo Poggi

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