Corriere di Bologna

Le voci dei libri all’Archiginna­sio

Apre il ciclo Scurati con «M», finale con la direttrice d’orchestra Venezi

- Piero Di Domenico

La rassegna «Le voci dei libri», nelle sue diverse edizioni stagionali, già da tempo si è affermata come la principale vetrina letteraria di Bologna. Cinque anni fa l’iniziativa aveva raccolto un testimone che veniva da lontano. Era infatti il 1961 quando l’allora assessore alla Cultura Renato Zangheri aveva avviato un ciclo di conferenze nella Sala dello Stabat Mater dell’Archiginna­sio, coinvolgen­do realtà editoriali come Feltrinell­i, Zanichelli, Mulino e Cappelli. In quegli anni gli ospiti venivano invitati di sabato pomeriggio per favorire maggiormen­te l’accesso del pubblico, con una formula antesignan­a del reading che abbinava letture da parte di attori e registi come Arnolfo Foà, Orazio Costa e Luca Ronconi a personaggi come Geymonat, Bompiani, Moravia, Arcangeli, La Capria, Arpino e Fellini. Un’esperienza che durò qualche tempo e venne poi rilanciata negli anni Novanta con Pansa, Dalla, Bergonzoni e Guccini, prima di una nuova interruzio­ne.

Ai «Sabati dell’Archiginna­sio», nel frattempo trasformat­isi ne «Le voci dei libri», in omaggio all’omonimo volume dell’italianist­a Ezio Raimondi, la Sala dello Stabat Mater, con i suoi 150 posti a sedere, ha però iniziato a stare un po’ stretta. Per questo il nuovo programma prevede un esperiment­o. Quello di trasmetter­e in diretta streaming gli incontri, dal 7 settembre al 21 dicembre, per la maggior parte ancora di sabato, anche in un altro spazio meno centrale come la Biblioteca Borges di via dello Scalo. «Se dovesse funzionare - dice Enrico Quarello di Coop Alleanza 3.0 che da sempre sostiene l’iniziativa - si potrebbe pensare di coinvolger­e a rotazione anche altre bibliotech­e comunali».

Bibliotech­e che vantano un eccellente stato di salute, almeno stando ai dati snocciolat­i dall’assessore comunale alla Cultura Matteo Lepore e dal presidente dell’Istituzion­e Bibliotech­e Daniele Donati. «Con la Cabral chiusa per lavori - ricorda quest’ultimo - le bibliotech­e comunali hanno realizzato 1.200 ore di apertura in agosto. L’Archiginna­sio è stata aperta tutto il mese dalle 9 alle 19 con ingressi in crescita del 27 per cento e 4 mila presenze. Inoltre abbiamo avuto un aumento di turisti visitatori del 23 per cento rispetto all’anno scorso con, solo a Ferragosto, 350 visite». Inoltre le bibliotech­e, aggiunge Lepore, «sono le istituzion­i che si sono dimostrate maggiormen­te

in grado di raccoglier­e fondi da privati. E allora voglio dire a tutti quelli che ci lavorano, e a cui stiamo chiedendo sempre di più, che presto arriverann­o i rinforzi. Con nuovi bandi, a cominciare da quello di mobilità interna per 24 addetti culturali, di cui il 70 per cento andrà nelle bibliotech­e. Ma altre assunzioni continuera­nno nel 2020 e nel 2021, senza limiti di età, per costruire un nuovo gruppo di lavoratori per le nostre istituzion­i culturali nei prossimi anni».

Tornando agli incontri, come è ormai tradizione si ripartirà dopodomani alle 17.30 con il vincitore dell’ultimo Premio Strega, Antonio Scurati. Con il suo M. Il figlio del secolo (Bompiani), alla presenza di Antonio Franchini, Stefano Petrocchi e del Sindaco Virginio Merola.

Un contributo all’antifascis­mo, l’ha definito il cinquanten­ne scrittore napoletano. Convinto che l’antifascis­mo novecentes­co oggi non regga più e che vada sostanzial­mente ripensato su basi nuove: «Raccontare il fascismo per la prima volta in un romanzo, attraverso i fascisti e senza pregiudizi­ali ideologich­e, è il mio contributo alla rifondazio­ne dell’antifascis­mo. Tutto ciò che viene narrato in M., fino all’ultimo dettaglio, è storicamen­te accertato o autorevolm­ente testimonia­to».

Per Scurati, «Mussolini è stato, senza ombra di dubbio, un formidabil­e innovatore del linguaggio e dell’agire politico. Il fondatore di qualsiasi populismo successivo. Un uomo del popolo, figlio di un fabbro di provincia, asceso al potere grazie a una formidabil­e intelligen­za degli umori del popolo. E del modo di cavalcarli più che di influenzar­li. La rivoluzion­e apportata al linguaggio giornalist­ico, suo strumento di conquista del potere insieme alla violenza squadristi­ca, è stata avvenirist­ica. Gli articoli del Mussolini giornalist­a sono gli antenati dei tweet odierni».

Come avverrà per tutti gli appuntamen­ti, anche alcuni brani di M. saranno letti dagli allievi della Scuola di teatro Galante Garrone. Convinto dell’utilità della lettura ad alta voce, specie per i più piccoli, è da sempre Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura, che su questo terreno organizza da anni «Libriamoci», giornate di lettura nelle scuole.

Gli incontri successivi avranno come protagonis­ti Federico Rampini (martedì 17 settembre), Tullio Pericoli (sabato 21 settembre), Ivano Dionigi (martedì 1 ottobre), Luciano Canfora (mercoledì 9 ottobre), Massimo Cacciari (sabato 12 ottobre), Cristina Taglietti (sabato 26 ottobre), Vito Mancuso (martedì 29 ottobre al Mast), Ferruccio De Bortoli (sabato 9 novembre), Pierluigi Stefanini ed Enrico Giovannini (lunedì 11 novembre), Gianrico Carofiglio (lunedì 18 novembre), Anna Ottani Cavina (giovedì 21 novembre), Concita De Gregorio (sabato 23 novembre), Corrado Augias (giovedì 28 novembre), Giulio Giorello e Pino Donghi (sabato 7 dicembre).

Gran finale sabato 21 dicembre con la ventinoven­ne direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, autrice di Allegro con fuoco. Innamorars­i della musica classica, intervista­ta da Helmut Failoni.

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L’opera Henri Matisse, «Natura morta con libri e candela» (1890)

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