Corriere di Bologna

Bologna internazio­nale, solo sei italiani in rosa

È un Bologna internazio­nale con solo sei giocatori «azzurri» Mai così pochi atleti nostrani ma è la tendenza della serie A

- di Alessandro Mossini

È il Bologna meno italiano di sempre: a calciomerc­ato chiuso e a liste ufficiali consegnate alla serie A, il club rossoblù ha fatto segnare un piccolo record nell’anno in cui compie centodieci anni di storia avendo una rosa di giocatori italiani ristretta al minimo. Ai nastri di partenza sono solo sei i giocatori italiani della rosa rossoblù, senza considerar­e Primavera aggregati (come Corbo) o terzi portieri, ruolo in cui peraltro il Bologna ha Sarr, nato in Senegal e dotato di cittadinan­za italiana: il difensore Mattia Bani, i centrocamp­isti Andrea Poli e Roberto Soriano, gli attaccanti Riccardo Orsolini, Nicola Sansone e Mattia Destro. Curiosamen­te, peraltro, due di questi sei ragazzi sono nati in Germania da genitori italiani, ovvero Soriano e Sansone.

Una situazione che ha un precedente similare solo nella passata stagione, quando a inizio anno il gruppo italiano era più o meno lo stesso per dimensioni, con Calabresi, Poli, Destro, Orsolini, Falcinelli e Mattiello a cui però si sono aggiunti (per fortuna, visti gli esiti stagionali) Edera, Soriano e Sansone nel mese di gennaio portando a nove elementi — senza contare il terzo portiere Santurro — il contingent­e azzurro presente a Casteldebo­le.

Il numero di calciatori italiani presenti nelle liste rossoblù è andato via via assottiLaz­zari) gliandosi stagione dopo stagione nell’ultimo decennio: nell’annata 2009/10 erano addirittur­a 20 — gli unici stranieri erano Britos, Moras, Gimenez, Zalayeta, Mudingay e Adailton, più le meteore Rafa Santos, Appiah e Savio — poi sono leggerment­e calati fino all’anno della serie B, con 16 italiani presenti nella stagione 2014/15. Da neopromoss­o, l’anno dopo, il Bologna aveva ben diciannove giocatori italiani poi è andato calando in modo vertiginos­o fino ai 6 di questa stagione, quando difficilme­nte a gennaio ci saranno tre innesti italiani (anzi, probabilme­nte arriverà l’argentino Dominguez).

Nonostante il numero esiguo, però, il Bologna non è la squadra con meno italiani del campionato: ne hanno solamente cinque la Lazio (Cataldi, Parolo, Acerbi, Immobile e e il Napoli, con Insigne, Tonelli, Luperto, Meret e Di Lorenzo, oltre all’esubero ai margini della rosa Ciciretti, l’Udinese si ferma a quattro con Lasagna, Okaka, Mandragora e Perisan e il fanalino di coda è l’Atalanta con Sportiello, Gollini e Masiello, a cui si aggiunge solo per regolament­i di lista il portiere Rossi. È una serie A sempre meno italiana, anno dopo anno, e l’estate ovviamente ha portato un boom di acquisti dall’estero anche grazie al decretocre­scita, che con le sue agevolazio­ni per le profession­alità in arrivo dall’estero ha fatto senza dubbio contente le squadre di club e un po’ meno il ct italiano Mancini e gli staff azzurri. A sostegno di questa statistica, arriva anche l’eloquente dato elaborato da Opta riguardant­e la percentual­e di giocatori italiani titolari in serie A: dal 55,3% dell’annata 2010/11 si è andati in calando stagione dopo stagione, con una mini-ripresa nell’annata 2017/18 (dal 41,4% al 45%) prima di un nuovo crollo che nelle prime due giornate di questo campionato ha portato sotto la soglia psicologic­a del 40%. In questo, nonostante una rosa decisament­e esterofila e una difesa al 100% straniera portiere compreso, il Bologna è sopra media per quanto riguarda i titolari: erano quattro gli italiani in campo dal primo minuto a Verona — Poli, Orsolini, Sansone e Soriano — e cinque nel derby contro la Spal, con l’aggiunta di Destro, per un totale di 9/22 che porta il parziale al 40,9%. Insomma, la tendenza in serie A è straniera e ad avere più italiani sono anche i club accreditat­i di una difficile salvezza (Lecce, Brescia, Verona). Nel Bologna, quelli che ci sono giocano e sono spesso delle colonne della rosa.

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