Corriere di Bologna

QUANDO LA POLITICA FA MIRACOLI

- Di Olivio Romanini

Bisognerà aspettare i prossimi mesi per vedere se sarà davvero così, ma le prime mosse del nuovo governo gialloross­o sembrano ridare all’Emilia una centralità politica e amministra­tiva che aveva smarrito nell’ultimo anno e mezzo.

In poche ore «il governo amico» ha miracolosa­mente sbloccato con la bacchetta magica risorse che si aspettavan­o da tempo, tanto che sembra una sorta di esecutivo sbloccaEmi­lia. Ieri mattina è stato firmato il decreto per la cassa integrazio­ne alla Demm di Porretta atteso da metà giugno, una boccata d’ossigeno per i 174 lavoratori dell’azienda dell’Appennino che erano pronti ad iniziative eclatanti. Nelle stesse ore il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato il decreto che assegna 21 milioni di euro all’Emilia per opere di prevenzion­e del dissesto idrogeolog­ico (argini, casse di espansione, aree golenali); il governator­e Stefano Bonaccini lo ha ringraziat­o e ha promesso che i lavori partiranno subito. Infine, la neoministr­a delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli, emiliana, in ottimi rapporti con i vertici locali dei dem, promette che sbloccherà subito il Passante di Bologna, convocando la conferenza dei servizi.

Naturalmen­te in sospeso ci sono altre cose, dalle altre infrastrut­ture fino alla riforma dell’autonomia, ma se il buongiorno si vede dal mattino è possibile che la Regione porterà a casa molto altro.

Oltre alla De Micheli, nel governo c’è un altro emiliano protagonis­ta della svolta pragmatica che ha portato all’intesa con gli odiati Cinque Stelle ed è il ferrarese Dario Franceschi­ni che è tornato al ministero della Cultura. L’ex Dc è da sempre il Richelieu della truppa democratic­a: «dove c’è lui, c’è la maggioranz­a» dicono di lui gli amici di una vita. Uno che bada al sodo e che per dirla con Andreotti pensa che il potere logori soprattutt­o chi non ce l’ha.

Ora alla porta del nuovo governo bussa anche Bologna, la città del sindaco Merola vicino a Zingaretti e al nuovo corso del Pd, una città che negli anni buoni era abituata ad esprimere il presidente del Consiglio e una manciata di ministri importanti quando andava male e che per ora è rimasta a secco. Per questo i dem di Bologna si aspettano un sottosegre­tario di peso in un ministero con portafogli­o. Non tutto il popolo del Pd ha gradito la manovra che nella pazza estate della politica italiana ha estromesso Salvini e dato vita al nuovo governo. Ma basta fare un giro alla Festa dell’Unità, che è tornata al Parco Nord, e che è piena come negli anni migliori per capire che la lunga depression­e è probabilme­nte alle spalle. «I ristoranti sono pieni e noi siamo tornati al governo. Chi l’avrebbe detto?», diceva l’altra notte un dirigente di primo piano del Pd alla chiusura serale della Festa.

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