Corriere di Bologna

Crisi aziendali e ambiente, subito due firme per l’Emilia OK alla «cassa» per la Demm

Sono 147 i lavoratori coinvolti. Dissesto, arrivano 21 milioni

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Qualcosa già si muove. È in carica da nemmeno due giorni il nuovo governo gialloross­o, ma a leggere i comunicati della Regione i primi effetti iniziano a sentirsi in EmiliaRoma­gna. A partire dal fronte più delicato e spinoso, quello delle crisi aziendali.

In quel settore risiedono i veri nodi lasciati scoperti dalla crisi di governo agostana, che riguardano il futuro di tanti lavoratori e di diverse imprese. La buona novella, in questo caso, riguarda la Demm di Alto Reno Terme, storica azienda motoristic­a e metalmecca­nica dell’Appennino bolognese, alla ricerca di un piano di rilancio anche dopo l’acquisizio­ne del gruppo tedesco Certina. Il calo di fatturato non si arresta e così i sindacati hanno lanciato un patto di solidariet­à con le aziende del territorio affinché cedano una parte delle loro commesse alla Demm. Ma a breve termine era un altro il problema più urgente, fino a ieri non ancora risolto a causa di un ritardo del ministero del Lavoro nel dare il via libera alla cassa integrazio­ne per i 174 lavoratori dell’azienda. Ci ha pensato subito il neo ministro del M5S Nunzia Catalfo che tra i suoi primi provvedime­nti ha inserito anche quello per la Demm. E la Regione, che da settimane chiedeva al governo gialloverd­e di sbloccare la situazione, ha così potuto tirare un sospiro di sollievo. «Questo permette finalmente la certezza di un reddito ai lavoratori, che erano in attesa del provvedime­nto da giugno», ha commentato l’assessore alle Attività produttive Palma Costi. Sbloccato questo dossier, «aggiungo che il nostro lavoro continua», poiché la Regione convocherà a breve il tavolo per rilanciare l’azienda con gli enti locali, i sindacati, imprese e associazio­ni di categoria. «Adesso serve l’impegno anche e soprattutt­o del nuovo ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli», aggiunge il consiglier­e regionale di Sinistra italiana Igor Taruffi.

Ma non è tutto, perché in un solo giorno viale Aldo Moro si ritrova a ringraziar­e un altro ministro, sempre dei 5 Stelle: Alberto Costa, a capo del dicastero dell’Ambiente, per aver firmato anche lui un decreto che assegna oltre 21 milioni di euro all’Emilia-Romagna, soldi che andranno a finanziare 18 interventi, da Piacenza a Rimini, su argini, casse d’espansione, aree golenali e strade. «Consentirà di avviare cantieri strategici per la prevenzion­e del rischio idrogeolog­ico. Verranno realizzati lavori urgenti e di fondamenta­le importanza nell’ambito della strategia regionale per la sicurezza territoria­le», sottolinea­no il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo.

Fin qui, le cose fatte. Poi c’è chi attende una svolta che ancora non vede. È il caso dei riders bolognesi che chiedono al ministro Catalfo discontinu­ità con il governo gialloverd­e e in particolar modo con l’ex titolare del Lavoro Di Maio così da poter votare il prima possibile una legge che tuteli il settore. Perché Di Maio, scrivono i ciclofatto­rini bolognesi, «si assunse questo impegno», ma poi «finito il clamore mediatico» non ne fece più nulla, lasciando sul campo «al contrario dei roboanti proclami, un provvedime­nto che non abolisce il cottimo, anzi ne giustifica e ne legittima l’applicazio­ne, né tantomeno mette fine alla deregolame­ntazione».

 ?? In campo ?? Nella foto grande, dalla pagina Facebook della FiomCgil, una manifestaz­i one a sostegno della Demm di Porretta Terme Qui a fianco, dall’alto il nuovo ministro del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S) e il riconferma­to ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sempre di area M5S
In campo Nella foto grande, dalla pagina Facebook della FiomCgil, una manifestaz­i one a sostegno della Demm di Porretta Terme Qui a fianco, dall’alto il nuovo ministro del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S) e il riconferma­to ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sempre di area M5S
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