L’arcivescovo è stato applaudito in San Pietro per la sua nomina a cardinale
Cinquant’anni fa scomparve quel Padre Marella che, come ricorda l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, «rendeva tutta Bologna più solidale». Nello stesso giorno di due anni fa, il 6 settembre, moriva il cardinale Caffarra. Fu proprio Caffarra nel 2005 a concludere l’iter del processo diocesano avviato dal cardinale Biffi su padre Marella. Ieri, nel giorno del doppio anniversario, nella messa solenne Zuppi ha ricordato come sempre Caffarra avesse identificato il segreto di Padre Marella, riassumendolo così semplicemente: «Ha visto nel povero, Cristo e ha visto in Cristo, il povero». La caratura di Giuseppe Olinto Marella, proclamato venerabile da Papa Francesco, è stata il fulcro dell’omelia del prossimo cardinale. «Stella luminosa nella notte della povertà e della disperazione», lo presenta Zuppi ai suoi fedeli. «Padre Marella, cristiano e prete, non accettava fatalisticamente la povertà che allora ed oggi condanna tante persone, ma con fermezza, determinazione, intelligenza, progettualità cercava e offriva delle risposte». E come lo faceva: «Non si accontentava ma cercava il molto e il meglio».
Poveri e orfanelli di ieri, diseredati e migranti di oggi: non c’è differenza. La lezione può essere seguita anche nell’anno di grazia 2019. Rinfresca a tutti memoria e coscienza Zuppi: «Per Padre Marella quei ragazzi smettevano di essere orfanelli e diventavano figli perché adottati da lui. Sì, è stato soprattutto un padre, come in realtà ogni cristiano è chiamato ad essere per i poveri e per il prossimo. Chi sono oggi gli orfani e cosa significa adottarli? Siamo tutti adottati da Dio: diventiamo una famiglia perché facendoci prossimo troviamo il nostro prossimo». E ancora: «Per Padre Marella il povero non è certo un assistito, un caso, una pratica, ma è il fratello affidatoci. Cambia tutto: è una questione di amore prima che di dovere!». Ed esorta: «Adottiamo uno dei tanti orfanelli, sentendone la responsabilità della loro condizione». Poi, alzando gli occhi al cielo: «Signore, insegnaci a non accettare mai la povertà come se non ci riguardasse, fosse una loro colpa, a sentirci a posto nell’indifferenza». La beatificazione di Padre Marella è attesa da tutti i bolognesi che hanno conosciuto il profilo caritatevole del francescano. Di lui «auspichiamo possa concludersi positivamente e rapidamente l’iter per la beatificazione», diceva ieri Zuppi.
Nella cattedrale di San Pietro, per ricordare Padre Marella e il cardinal Caffarra c’erano i famigliari di quest’ultimo e tantissimi fedeli: la chiesa era piena. Nei primi banchi sedevano, tra gli altri, il prefetto Patrizia Impresa, il questore Gianfranco Bernabei, oltre agli assessori Marco Lombardo e Raffaele Donini, il vicesindaco Marilena Pillati e il senatore Pier Ferdinando Casini. Anche loro hanno applaudito, a inizio funzione, quando Padre Gabriele Digani ha ricordato l’investitura di Zuppi a cardinale. Un altro che «ha preso a cuore il problema dei poveri».
” Padre Marella non accettava fatalisticamente la povertà ma cercava e offriva delle risposte. E rendeva Bologna più solidale