Corriere di Bologna

No vax, dentro o fuori? La scelta dei Comuni

Dal rigore di Rimini alla tolleranza di Ferrara: viaggio alla scoperta delle modalità con cui la legge viene applicata nei capoluoghi dell’Emilia-Romagna, regione antesignan­a nell’obbligo di profilassi per le iscrizioni a nidi e materne

- di M. Amaduzzi e F. Blesio

Lungo la via Emilia stanno riaprendo in questi giorni nidi e scuole dell’infanzia. Con una novità sostanzial­e rispetto al passato: alla legge sull’obbligo vaccinale non si sfugge più. Per restare nei servizi educativi i bambini devono essere vaccinati. Autocertif­icazioni e appuntamen­ti non bastano più. E chi non è in regola resta fuori. A questo risultato le amministra­zioni sono arrivate però con modalità diverse. Chi, come Rimini, patria dei no-vax per eccellenza, ha scelto fin da subito la regola del rigore e chi, come Ferrara, usa tutt’ora maglie più larghe. La

Regione, che ha introdotto l’obbligo vaccinale per i bimbi fino a 3 anni nel 2016, facendo da apripista alla legge nazionale dell’anno dopo, ha ricordato qualche giorno fa che «l’eventuale procedura di decadenza dall’iscrizione è di competenza dei dirigenti scolastici o dei responsabi­li servizi educativi». Siamo andati a vedere la situazione nei Comuni capoluogo della nostra regione. Si va così da Parma, dove a rischiare di restare fuori sono davvero pochissimi, a Rimini dove nonostante gli sforzi sono 40 i bimbi fuori da nidi e materne. E quasi ovunque è stata applicata la linea rigida.

Tra una settimana anche l’EmiliaRoma­gna torna sui banchi. Nel frattempo stanno riaprendo nidi e scuole dell’infanzia con una novità sostanzial­e rispetto al passato: alla legge sull’obbligo vaccinale non si sfugge più. A questo risultato le amministra­zioni sono arrivate però con modalità diverse. Chi, come Rimini, patria dei no-vax per eccellenza, ha scelto fin da subito la regola del rigore e chi, come Ferrara, usa tutt’ora maglie più larghe. La Regione, che ha introdotto l’obbligo vaccinale per i bimbi fino a 3 anni nel 2016, facendo da apripista alla legge nazionale dell’anno dopo, ha ricordato qualche giorno fa che «l’eventuale procedura di decadenza dall’iscrizione è di competenza dei dirigenti scolastici o dei responsabi­li servizi educativi». Ecco come si sono regolate le varie amministra­zioni.

Parma

Registra probabilme­nte il numero più basso di bambini non in regola. Ai nidi infatti non c’è alcun inadempien­te. Nelle scuole d’infanzia si registrano un paio di casi di bambini che già frequentav­ano l’anno scorso ed erano stati diffidati. «Per loro — spiega Ines Seletti, assessore alla scuola del Comune — è già stato avviato l’iter per non farli più accedere nelle strutture. Siamo stati molto rigidi, il nostro servizio per tradizione ha una qualità estremamen­te elevata, quindi nel bando di quest’anno eravamo stati chiari: la domanda di iscrizione era ritenuta valida solo se corredata dal calendario vaccinale effettuato».

Reggio Emilia

«Reggio Emilia è la città dell’educazione, non potevamo lesinare sull’informazio­ne alle famiglie: per questo i risultati sono buoni» spiega l’assessore alla Educazione del Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni. «Abbiamo chiarito subito che chi non avesse intrapreso il percorso vaccinale, sarebbe stato escluso e chi l’avesse iniziato no: così oggi nel Comune di Reggio Emilia abbiamo solo 9 casi». Nello specifico si tratta di «due famiglie che non hanno intrapreso il percorso vaccinale e sette famiglie che lo intraprend­eranno, ma le due che risultano inadempien­ti non stanno facendo frequentar­e ai bambini le nostre scuole, quindi alla fine non abbiamo dovuto escludere nessuno». Sul territorio provincial­e i numeri crescono. E con essi anche le sanzioni per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale per i figli in età compresa tra gli zero e i sei anni. In totale sono 150 le famiglie coinvolte e le multe ammontano a 25 mila euro (la sanzione è di 166 euro). «Qui entra in campo l’Ausl, sono loro a multare le famiglie inadempien­ti», fa presente Curioni.

Modena

A Modena a fine agosto erano otto i bambini iscritti alle scuole d’infanzia e un bambino al nido che non risultavan­o ancora in regola con le vaccinazio­ni obbligator­ie. «Il numero si è ridotto ancora: alcuni casi sono rientrati, il quadro è in continua evoluzione», fa sapere l’assessore alla Scuola Grazia Baracchi. Se le famiglie non hanno provveduto a mettersi in regola in tempo, non accederann­o ai servizi educativi del Comune di Modena cioè decadrà l’iscrizione.

Bologna

Sotto le Due Torri hanno ricevuto il provvedime­nto per mancata presentazi­one della documentaz­ione 26 bambini: 3 al nido e 23 nella scuola d’infanzia. Numeri «all’interno di quello che era il dato previsto di non aderenti al progetto vaccinale» ha spiegato la direttrice dell’Ausl Chiara Gibertoni. Per lo più si tratta di nuovi iscritti che lasceranno il posto a bambini in lista d’attesa.

Ferrara

A Ferrara la questione vaccini è diventata argomento particolar­mente scivoloso, nonché tema di scontro tra Comune e Ausl. Lo scorso 6 agosto la Giunta di Alan Fabbri (Lega) ha deciso «di adeguarsi alla legge nazionale che prevede la decadenza dell’iscrizione scolastica esclusivam­ente per quei bambini per cui non sia stata presentata formale richiesta di vaccinazio­ne all’Ausl competente» ha dichiarato l’assessore all’Istruzione Dorota Kusiak. Tutti gli iscritti, secondo Kusiak, sarebbero in regola con gli adempiment­i. Non è dello stesso parere l’Ausl di Ferrara, che ha diffuso una nota severa e altri numeri: nel capoluogo ci sono 75 nati tra il 2014 e il 2017 per cui è stato rifiutato il vaccino e 23 frequentan­o gli asili: 7 gli iscritti al nido e 16 alla scuola dell’infanzia.

Ravenna

Qui la distinzion­e è tra i bambini «dimessi», che perdono il posto, e i «sospesi», che hanno avuto l’appuntamen­to per completare le vaccinazio­ni nel mese di settembre, ultima finestra utile. Al nido non ci sono dimessi per ora, ma 8 sospesi, tre dei quali hanno l’appuntamen­to con l’Ausl proprio domani. Sono invece due i bambini che hanno già perso il posto alla scuola d’infanzia, per un altro si aspetta l’esito dell’appuntamen­to domani, uno è stato ritirato e altri tre sono sospesi. «Abbiamo seguito molto le famiglie — sottolinea l’assessora alla scuola Ouidad Bakkali — in modo tale che le dimissioni fossero davvero l’ultima strada. Le famiglie decise a non vaccinare i figli hanno preferito ritirarli per evitare la farsa degli appuntamen­ti rimandati più volte». Secondo i dati dell’Ausl Romagna in tutta la provincia i bambini inadempien­ti, anche in parte, sono ancora 912, 130 nella fascia 0-6 anni e 782 fino a 16 anni.

Cesena

Per 25 bambini non vaccinati il Comune ha fatto già decadere la richiesta di iscrizione a nidi e scuole d’infanzia. Ci sono poi altre 13 famiglie che hanno presentato e ottenuto richiesta di appuntamen­to per avviare il ciclo vaccinale: il Comune ha accolto la loro domanda di iscrizione con riserva e con sospension­e dalla frequenza fino al 31 ottobre, data entro la quale andranno presentati certificat­i e piani vaccinali. «Delle 93 famiglie con cui ci siamo rapportati a inizio estate la gran parte, oltre 50, ha deciso di iniziare il percorso delle vaccinazio­ni e quindi quei bambini sin da subito possono frequentar­e regolarmen­te», ha spiegato il sindaco Enzo Lattuca. Nel territorio cesenate gli inadempien­ti, parziali e totali, sono 1.160: 190 in fascia 0-6 anni e 970 nei 7-16 anni.

Forlì

Sono 7 le famiglie forlivesi con i figli ai nidi o alle materne non in regola. Per loro c’è tempo fino al 31 ottobre per mettersi in regola, pena la decadenza dall’iscrizione. Nel frattempo la frequenza alle strutture, che riaprono domani, è sospesa. «Tutte le iscrizioni sono state accolte — ha spiegato l’assessore ai servizi educativi Paola Casara —, tuttavia l’effettivo accesso per alcune famiglie è condiziona­to dalla completa regolarizz­azione della documentaz­ione». Documentaz­ione che va presentata entro e non oltre il 31 ottobre. «Fino a quando queste sette famiglie non avranno presentato quanto richiesto, la frequenza dei minori è sospesa», precisa ancora l’assessore. In tutto il territorio forlivese sono 809 i bambini non in regola, in tutto o in parte: 137 nella fascia 0-6anni e 672 in quella d’età superiore.

Rimini

La patria dei no-vax è quella che registra il maggior numero di bambini che restano fuori da nidi e materne. Nei giorni scorsi è stata notificata la decadenza dall’iscrizione a 13 famiglie, che si sommano alle 27 alle quali l’atto è già stato notificato, per un totale di 40 procedimen­ti. In tutti questi casi, ha chiarito l’assessore ai servizi educativi Mattia Morolli, «le famiglie hanno avuto tutto il tempo, molti mesi e un intero anno scolastico», per regolarizz­are la propria posizione, «in un dialogo costante» con gli uffici comunali. Il Comune, ha sottolinea­to Morolli, «non può chiudere gli occhi davanti ad atteggiame­nti palesement­e elusivi, mirati oltre ogni evidenza ad aggirare le normative ma soprattutt­o rischiosi». In tutto il territorio, secondo dati dell’Ausl Romagna, sono ancora 3.215 i bimbi non in regola: 458 nella fascia 0-6 anni e 2.757 tra i 7 e i 16 anni.

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