Femminicidi, l’Arma: «Fate denuncia e non tornate a casa»
Delitto di Castello d’Argile, il comandante Solazzo: «Purtroppo a volte alle segnalazioni di violenze non segue la denuncia». Una telecamera ha inquadrato Atika e l’ex: «Nessun segno di costrizione»
Il colonnello Solazzo fa il punto sulle indagini: «Immagini di Atika con il presunto assassino. Non sembrava costretta». «Troppe segnalazioni cui non seguono denunce. Le donne si fidino dell’Arma».
«Abbiamo acquisito immagini da telecamere di videosorveglianza a Castello d’Argile che ci fanno ritenere che la vittima e il presunto omicida si siano recati nel casolare insieme e senza apparente costrizione». Lo ha spiegato ieri mattina il colonnello Pierluigi Solazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Bologna, facendo il punto sulle indagini sulla morte di Atika Gharib, la 32enne marocchina scomparsa da Ferrara il 2 settembre, con ogni probabilità ammazzata e data alle fiamme dal suo ex compagno. M’hamed Chamekh è in carcere a Sanremo, dopo essere stato fermato dalla Polfer a Ventimiglia mercoledì, su un treno diretto in Francia.
«Ci siamo resi conto subito — prosegue Solazzo — di trovarci davanti a un potenziale caso di femminicidio e a quel punto abbiamo attivato tutta la macchina prevista, sotto il profilo sia della ricerca della persona scomparsa che del potenziale assassino. La nostra preoccupazione prioritaria era assicurare alla giustizia il presunto colpevole visto che gli indizi principali portavano a lui». Grazie alla localizzazione del telefono della vittima, che Chamekh aveva con sé, in poche ore è stato rintracciato e fermato a Ventimiglia, ma se avesse attraversato il confine, il fermo sarebbe stato molto più complicato.
«Siamo riusciti a fermarlo in tempo e il fermo è stato convalidato dal gip, segno che il quadro probatorio raccolto è solido. Per contrastare il fenomeno del femminicidio — osserva il colonnello — è sì importante la repressione ma è importante anche la rete di prevenzione che deve essere tenuta in considerazione in tutti i momenti. L’Arma dei carabinieri è impegnata dal 2009, abbiamo unità altamente specializzate, chiediamo alle donne di darci fiducia». Il colonnello ha ricordato anche l’attivazione di «stanze rosa» dedicate all’assistenza delle vittime di violenza di genere che decidono di denunciare, nelle caserme di Castenaso e San Giovanni in Persiceto. «A volte — prosegue —, senza voler giudicare nessuno, purtroppo una donna denuncia ma poi rientra a casa, oppure ci sono segnalazioni ma non denunce verbalizzate, purtroppo quando non si conclude il percorso certe situazioni degenerano».
Anche Atika aveva denunciato il 2 agosto il suo ex, per violenza sessuale sulla figlia e per lesioni su di lei, ma M’hamed era tornato a tormentarla, segnalazioni però non verbalizzate. Poi, il divieto di avvicinamento emesso dalla Procura in tempi brevi è arrivato in caserma a Ferrara il 10 agosto, ma l’uomo era ormai irreperibile. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Marina Prosperi, chiede chiarezza. «Ci saranno approfondimenti anche su questi aspetti» assicura il colonnello.
” Il fermo La priorità è stata subito impedire all’indiziato di fuggire. L’abbiamo preso in tempo