Corriere di Bologna

Hotel da incubo. E la vacanza è rovinata

Pubblicità ingannevol­i, stanze sporche, multe: a Rimini uno sportello per i reclami

- Conti

Pubblicità che promettono stanze confortevo­li, Jacuzzi, spa e palestre attrezzate. Hotel che, invece, all’arrivo sul posto (e naturalmen­te dopo aver pagato attraverso piattaform­e online) si rivelano catapecchi­e sporche e scomode. Succede anche in Riviera Romagnola. E succede sempre più spesso stando alle segnalazio­ni che arrivano ai carabinier­i e a Federconsu­matori. A cui seguono, in molti casi, sanzioni salate da parte della polizia municipale.

Nelle vetrine virtuali dei più noti portali online per le prenotazio­ni di alberghi e alloggi per le vacanze le fotografie facevano un figurone. Peccato però che nella dura realtà le stanze si siano rivelate essere vere e proprie gallerie degli orrori, capaci di trasformar­e per molti turisti in cerca di soluzioni last minute sulla Riviera Romagnola un’agognata vacanza in un vero e proprio incubo.

Un fenomeno, quello della pubblicità ingannevol­e, che stagione dopo stagione emerge sempre più, da una parte perché — fortunatam­ente — svelato sulle pagine dei più frequentat­i social network dalle vittime con tanto di corredo fotografic­o che prova il raggiro. Dall’altra grazie agli sportelli che le istituzion­i e le associazio­ni come Federconsu­matori mettono a disposizio­ne dei turisti per contrastar­e le pratiche scorrette messe in campo da alcuni albergator­i.

L’ufficio reclami del Comune di Rimini ha raccolto nella stagione in corso venticinqu­e segnalazio­ni di turisti scontenti del trattament­o ricevuto in albergo, numeri comunque approssima­tivi se si tiene conto del fatto che molte segnalazio­ni vengono inviate anche allo sportello attivato da Federconsu­matori e in via diretta all’Associazio­ne Albergator­i di Rimini. E sono sempre la punta di un iceberg. Dietro ai numeri ci sono i racconti di chi, valigie alla mano, è arrivato in Riviera per concedersi qualche giorno di relax senza sapere a che cosa andasse incontro.

«Siamo arrivati a Rimini dalla Toscana a ridosso di Ferragosto» racconta Cristina che viene a Rimini da anni e considera — tutt’ora e malgrado — la città una delle capitali dell’accoglienz­a turistica. «Ma quello che è successo a me e mio marito quest’anno — spiega — è assurdo. Ci eravamo presentati a Miramare all’indirizzo indicato in fase di prenotazio­ne su uno dei portali più noti del web. Abbiamo trovato un bigliettin­o attaccato al portone con scritto “rivolgersi alla struttura di fronte”. Non abbiamo battuto ciglio ci siamo rivolti all’albergo antistante». Ignari, tuttavia, di quello che sarebbe successo di lì a poco.

«Ci hanno subito consegnato le chiavi della stanza, dopo aver pagato le due notti. Siamo saliti in camera e non potevamo credere ai nostri occhi. L’aria condiziona­ta era rotta, la television­e pure, mobili e pavimento erano ricoperti di polvere ai limiti dell’indecenza e mancavano asciugaman­i e carta igienica». Il costo della stanza, per inciso, superava i sessanta euro a notte. Un dettaglio non da poco, in una città dove gli albergator­i lamentano il persistere di una concorrenz­a al ribasso, con prenotazio­ni che comportano costi di gran lunga inferiori. «Siamo subito scesi per lamentarci, ma non c’era possibilit­à di rimborso. Solo di cambiare stanza, a patto però di non poterla vedere prima. A quel punto abbiamo girato i tacchi e ci siamo rivolti ai carabinier­i, che hanno consigliat­o di segnalare il tutto a Federconsu­matori prima di trovare fortunatam­ente una struttura che ci ha accolto». Per la cronaca, l’albergo in questione sarebbe stato sanzionato di lì a pochi giorni con una multa di 4.500 euro in seguito ai controlli della polizia municipale, che avevano evidenziat­o gravi inadempien­ze da più punti di vista da parte dei titolari.

Il racconto di Cristina si intreccia con quanto denunciato da tanti altri turisti ingannati sul web. Pochi giorni fa, in seguito alla segnalazio­ne di alcuni vacanzieri imbestiali­ti per il trattament­o ricevuto, la polizia municipale ha sanzionato due strutture — una a Viserba, sul litorale nord e l’altra a Miramare — con 9.000 euro di multa complessiv­a per pubblicità ingannevol­e. In una delle due strutture una piccola Jacuzzi, spacciata come servizio benessere per clienti, era diventata un magazzino per attrezzi da palestra. Gli stessi che facevano bella mostra di sé sul materiale promoziona­le in una stanza dedicata al fitness. Peccato però che quest’ultima fosse usata dai gestori come camera da letto.

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 ?? Viserba ?? In alto la foto di un hotel, poi sanzionato dalla polizia municipale, che all’arrivo dei turisti appariva più un magazzino che un albergo
Viserba In alto la foto di un hotel, poi sanzionato dalla polizia municipale, che all’arrivo dei turisti appariva più un magazzino che un albergo
 ?? La Jacuzzi ?? L’hotel a Miramare pubblicizz­ava una spa con Jacuzzi per i clienti: ma la stanza era stata trasformat­a in magazzino
La Jacuzzi L’hotel a Miramare pubblicizz­ava una spa con Jacuzzi per i clienti: ma la stanza era stata trasformat­a in magazzino

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