Meloni alza la posta «Non contano i nomi ma il metodo»
«Si deve partire dal metodo, non dalle persone. Non ho ancora capito qual è il metodo». Giorgia Meloni per ora non apre al nome di Lucia Borgonzoni, candidata dalla Lega alla presidenza dell’Emilia-Romagna, come quello in grado di unire il centrodestra. Lasciando in teoria ferma la prima indicazione di Fratelli d’Italia, lo psichiatra Alessandro Meluzzi. Ieri però assente nella pienissima sala — oltre un migliaio i presenti — dell’Hotel Savoia Regency, dove la presidente del partito ha ribadito un duro no all’asse Pd5Stelle e al governo nascente, invitando alla manifestazione di domani davanti Montecitorio.
«La nostra priorità è dare un’alternativa credibile ai cittadini — insite la leader di FdI a proposito del voto regionale — bisogna partire dal programma, e capire quale candidato abbia più possibilità di vincere». «Io Borgonzoni l’ho già votata da candidata sindaco, la voterei anche come presidente della Regione» sostiene Galeazzo Bignami, fresco di rientro dopo aver lasciato Forza Italia. È lui il grande protagonista della giornata, accompagnato dai fedelissimi consiglieri comunali Marco Lisei e Francesco Sassone, che coordina gli interventi. Un «ritorno a casa» lo definisce il senatore Balboni, presente con gli altri parlamentari eletti sul territorio. «Non sono mai uscito di casa», ringrazia Bignami. Alla sua prima da figliol prodigo saluta Egle, la moglie di Giorgio Guazzaloca seduta in platea, e Marina Deserti, assessore di quella Giunta del ‘99. «Al presidente Bonaccini dico: fissa la data del voto. Non continuate a scappare». Sul palco i temi sono patria, famiglia — «Parlateci di Bibbiano, avete venduto i nostri bambini» — l’antitesi ai «comunisti» ritorna forte. La platea si scalda e fischia solo le immagini di Zingaretti e Prodi. «Vogliono propinarcelo come Presidente della Repubblica, lui cintura nera di svendite italiane» attacca Meloni. Il governo partirà «perché la colla che li attacca alle poltrone è buona, ma non durerà». Intanto il voto regionale. «Li puniremo a partire da qui» è l’ex forzista. «Bisogna liberare una regione da un sistema di potere consolidato. Voi emiliano romagnoli potete dare un segnale, una lezione a questi ladri di democrazia», chiude Meloni. E parte l’Inno di Mameli.
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Bisogna liberare una regione da un sistema di potere, date una lezione a questi ladri di democrazia