Corriere di Bologna

FI tenta il rilancio «Noi i moderati nel centrodest­ra»

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo gli esodi verso Fratelli d’Italia, primo fra tutti quello dell’ex coordinato­re Galeazzo Bignami, è l’ora del rilancio di Forza Italia in regione. Lo sprint parte con «una impronta — tanto per citare la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini — clamorosa con una apertura alla democrazia interna». Elezione dei coordinato­ri, primarie per il candidato a Palazzo d’Accursio e una scuola di formazione politica 5.0, gratuita ma con selezione all’ingresso, per le nuove leve del partito. Un vero e proprio laboratori­o per il quale Bernini ha anche un nome, forse un po’ prodiano: Fabbrica Forza Italia per l’Emilia-Romagna. Parte così la campagna elettorale dei berlusconi­ani in vista delle Regionali. Una campagna che ha anche un «tessitore scout»: il commissari­o arrivato da Brescia e nominato da Silvio Berlusconi per sostituire Bignami, Adriano Paroli. Paroli smentisce subito le voci di una candidatur­a di Bernini per sfidare il governator­e Stefano Bonaccini: «Ci serve a Roma. Il suo ruolo nazionale è troppo importante». Ma dice anche chiaro e tondo, riunendo il coordiname­nto regionale del partito all’Hotel Savoia Regency, che non ci sono veti sul nome di Lucia Borgonzoni, già ufficializ­zato dalla Lega. «Faremo i nostri nomi e poi a decidere sarà il tavolo nazionale» con gli alleati, chiarisce. «Per noi è come se si votasse fra un mese e vogliamo recuperare i valori di Forza Italia, che è stata la prima vera lista civica nata in Italia». Ecco perché la Fabbrica di Forza Italia parlerà a tutti gli elettori del centrodest­ra cercando di calmierare il sovranismo spinto «che aiuta il Pd» di Lega e Fratelli d’Italia, che non potranno che essere gli alleati in vista della sfida in viale Aldo Moro, dove sicurament­e «ci sarà un rimbalzo dell’alleanza di governo PdM5S», analizza Bernini. L’unità del centrodest­ra, insomma, è un patrimonio che non pare essere in discussion­e: «I nostri cittadini non ce lo perdonereb­bero». Lo stile, però — assicura Bernini — sarà quello della «piazza generosa», diversa da quella di domani a Montecitor­io. «Vogliamo essere un partito che sta dove sono i problemi del territorio, il lavoro innanzitut­to», chiude chiamando all’appello l’elettorato di sempre: imprendito­ri, artigiani e commercian­ti.

Saremo sempre sul territorio e lanciamo una scuola politica 5.0 per formare le nuove leve del partito

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