FI tenta il rilancio «Noi i moderati nel centrodestra»
Dopo gli esodi verso Fratelli d’Italia, primo fra tutti quello dell’ex coordinatore Galeazzo Bignami, è l’ora del rilancio di Forza Italia in regione. Lo sprint parte con «una impronta — tanto per citare la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini — clamorosa con una apertura alla democrazia interna». Elezione dei coordinatori, primarie per il candidato a Palazzo d’Accursio e una scuola di formazione politica 5.0, gratuita ma con selezione all’ingresso, per le nuove leve del partito. Un vero e proprio laboratorio per il quale Bernini ha anche un nome, forse un po’ prodiano: Fabbrica Forza Italia per l’Emilia-Romagna. Parte così la campagna elettorale dei berlusconiani in vista delle Regionali. Una campagna che ha anche un «tessitore scout»: il commissario arrivato da Brescia e nominato da Silvio Berlusconi per sostituire Bignami, Adriano Paroli. Paroli smentisce subito le voci di una candidatura di Bernini per sfidare il governatore Stefano Bonaccini: «Ci serve a Roma. Il suo ruolo nazionale è troppo importante». Ma dice anche chiaro e tondo, riunendo il coordinamento regionale del partito all’Hotel Savoia Regency, che non ci sono veti sul nome di Lucia Borgonzoni, già ufficializzato dalla Lega. «Faremo i nostri nomi e poi a decidere sarà il tavolo nazionale» con gli alleati, chiarisce. «Per noi è come se si votasse fra un mese e vogliamo recuperare i valori di Forza Italia, che è stata la prima vera lista civica nata in Italia». Ecco perché la Fabbrica di Forza Italia parlerà a tutti gli elettori del centrodestra cercando di calmierare il sovranismo spinto «che aiuta il Pd» di Lega e Fratelli d’Italia, che non potranno che essere gli alleati in vista della sfida in viale Aldo Moro, dove sicuramente «ci sarà un rimbalzo dell’alleanza di governo PdM5S», analizza Bernini. L’unità del centrodestra, insomma, è un patrimonio che non pare essere in discussione: «I nostri cittadini non ce lo perdonerebbero». Lo stile, però — assicura Bernini — sarà quello della «piazza generosa», diversa da quella di domani a Montecitorio. «Vogliamo essere un partito che sta dove sono i problemi del territorio, il lavoro innanzitutto», chiude chiamando all’appello l’elettorato di sempre: imprenditori, artigiani e commercianti.
”
Saremo sempre sul territorio e lanciamo una scuola politica 5.0 per formare le nuove leve del partito