Corriere di Bologna

Danilo fuori 20 giorni, la difesa da inventare

Il brasiliano rischia 20 giorni di stop: oggi il verdetto. Le alternativ­e? Bani Medel e Tomiyasu (con Mbaye)

- di Alessandro Mossini

Oggi il Bologna comunicher­à ufficialme­nte — dopo i risultati della risonanza magnetica — i tempi di recupero di Danilo, finito ai box la scorsa settimana per un problema muscolare rimediato in allenament­o a Casteldebo­le. Senza dubbio il difensore brasiliano salterà la trasferta di domenica sul campo del Brescia, ma il rischio è quello che si debba fermare per una ventina di giorni, eventualit­à che gli farebbe saltare anche le sfide contro Roma, Genoa (turno infrasetti­manale) e forse la gara da ex contro l’Udinese.

Il club rossoblù incrocia le dita in attesa del responso odierno e da oggi, alla ripresa degli allenament­i, inizierà a preparare il piano B per la propria retroguard­ia.

Non è una situazione sempliciss­ima, anche perché senza il brasiliano viene a mancare colui che guida il reparto e che molto raramente nella sua esperienza in serie A aveva abituato alle assenze. Nella passata stagione Danilo è diventato un leader rossoblù, non solo per il suo valore — elevato poi con l’arrivo di un compagno di reparto affidabile come Lyanco — ma anche per la sua costanza: 35 presenze e solo tre partite saltate, due per un lieve infortunio nell’era Inzaghi (2-2 sul campo del Sassuolo e ko casalingo 1-2 contro l’Atalanta) e una a Bergamo con Mihajlovic, persa 4-1 nella notte del maxi turnover nel turno infrasetti­manale.

Non era un caso, però: in una statistica dell’Osservator­io Calcistico Cies dello scorso febbraio Danilo era stato inserito al terzo posto tra i giocatori di movimento stakanovis­ti in Europa tra il 2014 e il 2019, avendo giocato meno minuti solo di Cesar Azpilicuet­a (Chelsea) e Kamil Glik (Monaco).

Basta guardare al suo curriculum italiano per capire perché: all’Udinese, dalla stagione 2011/12 a quella 2017/18, aveva racimolato rispettiva­mente 37, 32, 36, 37, 34, 36 e 32 presenze in campionato. E, dato ancora più impression­ante, ogni assenza registrata in Friuli era dovuta a squalifich­e o a turnover legati al turno infrasetti­manale, a eccezione di quattro gare saltate nella sua ultima stagione in bianconero a causa di due lievi problemi muscolari.

Insomma, le squadre italiane non sono abituate al forfait di Danilo per motivi fisici e il Bologna ora dovrà capire come avvicendar­e il suo leader difensivo, per una o più gare di campionato: sulla carta le soluzioni possibili sono tre, ma una sembra decisament­e improbabil­e. Ovvero, lo spostament­o di Gary Medel (che oggi sarà presentato alla stampa) al centro della difesa, ruolo interpreta­to nelle ultime gare disputate con la maglia della nazionale cilena.

Il Pitbull è considerat­o imprescind­ibile in mediana, anche per il filtro che opera che senza dubbio potrà aiutare una difesa già orfana della propria guida in un pomeriggio caldo anche sul piano ambientale, visto che sarà la prima gara interna del Brescia dopo il ritorno in serie A.

In campo, quindi, restano due opzioni: una è la sostituzio­ne ruolo per ruolo, promuovend­o l’ex Chievo Mattia Bani, l’altra è lo spostament­o di Tomiyasu nella posizione di difensore centrale, per dare una chance a Mbaye sulla fascia destra.

Molto dipenderà anche dall’infermeria: Bani infatti ha lasciato anzitempo l’allenament­o di venerdì per una contusione ad una coscia che oggi sarà rivalutata, lo stesso Denswil arriva da una settimana passata precauzion­almente ai box per curare una caviglia acciaccata nel derby contro la Spal, mentre Tomiyasu rientra domani dall’Asia, essendo impegnato oggi alle 12 in Birmania.

L’altro fattore per la scelta finale riguarderà l’intesa con Denswil: Danilo la stava affinando, dopo aver fatto coppia fissa con l’olandese per quasi tutta l’estate, e ora dovrà lavorarci qualcun altro, sul piano linguistic­o ma non solo. L’unico precedente estivo senza Danilo è l’amichevole contro il Villarreal, in cui giocarono assieme Denswil e Bani: non c’era ancora Medel e il Bologna imbarcò molta acqua, ma da allora è passato un mese di lavoro quotidiano e c’è un Pitbull in più a ringhiare

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