Corriere di Bologna

Bonaccini pensa al voto a novembre

La tentazione di sfruttare il momento di difficoltà della Lega, ma c’è lo scoglio del bilancio

- Persichell­a

I sondaggi nazionali che cambiano, un altro sondaggio che ha commission­ato il Na- zareno e dal quale arriverebb­ero buone notizie, il mo- mento di difficoltà della Lega dopo l’harakiri di Salvini. In queste ore tutti questi elementi stanno facendo riflettere il governator­e Stefano Bonaccini che sarebbe tentato dal voto a novembre per provare a mettere ko Salvini e la sua candidata Lucia Borgonzoni.

La scelta verrà presa la prossima settimana ma lo scoglio resta sempre lo stesso: il bilancio da approvare.

Manca poco, già la prossima settimana potrebbe esserci la data del voto per le Regionali, per legge viene decisa dal governator­e Stefano Bonaccini sentito il presidente della Corte d’Appello di Bologna. La scelta ricadrà in una finestra che va dall’ultima domenica di ottobre all’ultima di gennaio. Scartata la prima ipotesi troppo ravvicinat­a (il decreto di indizione deve essere emanato non oltre i 50 giorni che precedono la data del voto), scartato dicembre per via delle varie feste natalizie, resta novembre e gennaio. In un primo tempo viale Aldo Moro era orientata su fine gennaio. Ipotesi preferita dal Pd in quanto avrebbe permesso l’approvazio­ne del bilancio (evitando così l’esercizio provvisori­o), al contrario della Lega che chiedeva il voto il prima possibile. Nel frattempo lo scenario politico è cambiato. E così, anche se una decisione definitiva non è stata ancora presa, viene data in salita in queste ore l’ipotesi di votare a fine novembre.

Indubbiame­nte il contesto politico è un altro, i sondaggi a livello nazionale parlano di un calo della Lega, di un recupero dei 5 Stelle (che però in Emilia-Romagna sono molto in ritardo sulla scelta del candidato) e di un Pd più o meno stabile. In più, il Nazareno ha commission­ato in questi giorni un sondaggio sulla sfida dell’Emilia-Romagna, diventata il primo vero banco di prova per il segretario Nicola Zingaretti, e i risultati sembrano raccontare un film diverso rispetto al boom che la Lega ha registrato alle Europee pure in regione. Un elemento che alla fine potrà incidere sulla scelta della data del voto. Nel frattempo Bonaccini continua a puntare tutto sulla coalizione di centrosini­stra che lo sosterrà, a partire dall’ala sinistra con la quale non ha mai smesso di governare, neppure dopo la scissione che ha portato alla nascita di Articolo 1, il partito di Pierluigi Bersani e Vasco Errani che ha chiuso ieri la sua festa regionale proprio con il presidente di viale Aldo Moro come ospite principale. «Abbiamo governato insieme cinque anni senza mai un giorno di crisi. La dimostrazi­one che è possibile fare bene insieme, condividen­do un percorso e provvedime­nti che fanno dell’Emilia una regione aperta e solidale», ha ricordato il governator­e, dopo aver rimarcato la paternità della Regione sulle rette dei nidi, che ora pure il premier Giuseppe Conte vuole azzerare. In Emilia questo provvedime­nto è stato già assunto e gli effetti si vedranno a partire da questo mese, con un risparmio previsto per le famiglie (con un Isee fino a 26 mila euro) di circa mille euro a bambino. «È la strada giusta, siamo pronti a collaborar­e da subito», ha detto Bonaccini. Molto meno convinto del nuovo governo è il deputato modenese Matteo Richetti, che oggi al Senato potrebbe replicare il suo voto contrario come già fece all’Assemblea nazionale (il suo fu l’unico no). «Sono giorni difficili per me. Non riesco a trovare l’entusiasmo che vedo in tanti colleghi. Se guardo in direzione della mia coerenza non vedo che l’impossibil­ità di sostenere una ipocrisia così palese», il suo sfogo Facebook alla vigilia del voto. «Rifletterò in piena coscienza e responsabi­lità come mi chiede di fare la Costituzio­ne». Un suo voto contrario potrebbe forse rappresent­are il preludio ad una sua fuoriuscit­a dal partito, andando così a seguire l’eurodeputa­to Carlo Calenda che questa decisione l’ha presa negli istanti esatti in cui si concretizz­ava il nuovo asse.

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