Fabbricare l’immagine dell’umano
Spulciando negli oltre duecento appuntamenti predisposti dal Festival Filosofia di Modena attorno al tema «persona», tra lezioni magistrali e incontri filosofici ci si potrà imbattere anche nelle nuove tecnologie. La Galleria Estense ospiterà «Personart. Alla ricerca del tuo sosia in Galleria!». Attraverso un software allestito nella sala 21, i visitatori potranno interagire con l’installazione. Per poi addentrarsi nel percorso museale alla ricerca dei personaggi raffigurati dalle opere che il software avrà identificato come più simili. «Ritratto scomposto» è invece una performance fotografica in cui l’artista Ivana Galli, sabato alle 18 alla Bottega Consorzio Creativo, dedicherà a ciascun soggetto una sessione di quindici minuti, cercando di penetrare l’identità degli individui ripresi. Sulle tracce dei nomi che nei secoli hanno caratterizzato gli abitanti della comunità modenese, la mostra «Nomen omen. Le carte delle identità» proporrà un percorso attraverso carte e documenti conservati negli archivi. Punteggiato, sempre sabato alle 18, dai racconti dal vivo, tra serio e faceto, dello scrittore modenese Ugo Cornia. In «Scutmai. Nomi, nomignoli e altre umanità», l’autore intreccerà elementi autobiografici ad aneddoti su nomi e soprannomi, antiche origini e improbabili discendenze. Seguendo un processo chimico, Tommaso Mori in «Aeterna», sabato alle 18 da Gate 26A, proverà a generare luce a partire da una goccia del proprio sangue, unico e irripetibile, creando un’installazione site-specific. La fabbricazione dell’umano è al
cuore anche della mostra «Antropotecniche», alla galleria Metronom, con il lavoro di cinque artisti a confronto con la costruzione di corpo e figura, tra umano e postumano, per mezzo di fotografia, sculture digitali e 3D (in foto, Greenboots di Alix Desaubliaux). E se sabato in piazza Grande dalle 17 alle 21 si potrà testare il proprio livello di evoluzione digitale, nel Museo universitario Gemma si potrà scoprire il percorso «Polvere di stelle». Un racconto, con quattro attori, delle vite di David Bowie, Margherita Hack, Amy Winehouse e del naturalista del Settecento Domenico Troili.