Quando il nuovo incontra l’antico E Bach si contrappone a Händel
I concerti d’autunno di Bologna Festival 2019. Da mercoledì 18 al 12 novembre
Il quartetto nel Novecento, Bach e Händel, i giovani talenti vincitori del «Premio del pubblico» e un viaggio musicale nel deserto dell’Oman con Mario Brunello completano in autunno la programmazione di Bologna Festival. «Il nuovo l’antico» si chiama la nuova parte della rassegna, sostenuta dal Comune di Bologna e dalla Fondazione del Monte, con due distinti carnet di abbonamenti. «Apologia del quartetto», con la scelta artistica di Mario Messinis, promette un appassionante viaggio «dalle avanguardie storiche ai nostri giorni», con programmi creati apposta per Bologna Festival. Si inizia il 18 settembre alle 20.30 (tutti i concerti saranno all’oratorio di San Filippo Neri alle 20.30) con il Quartetto Noûs in un programma con brani di Webern, Berg, Hindemith e con i Microludi op.13 dell’«intruso», vivente, Kurtág, che porta il discorso più vicino a noi. Il quartetto fin dal Settecento è stata forma sperimentale d’elezione. Nel dialogo serrato tra i suoi strumenti si è formata e perfezionata la forma sonata, vale a dire la base di tutto il classicismo musicale, con il quartetto i compositori spesso hanno precorso i tempi, come è avvenuto per Beethoven, nel quartetto si è sperimentata la saturazione e la dissoluzione delle forme tradizionali.
L’idea di Mario Messinis è di proporre a giovani ma valenti
ensemble di mettersi alla prova con un repertorio contemporaneo non facile da ascoltarsi. E allora sentiremo il Quartetto Guadagnini in una crestomazia italiana con musiche di Vacchi, Gervasoni e Donatoni e del francese Dutilleux (2 ottobre). Il Quartetto Adorno esplorerà composizioni di Webern, Bartók e Zemlinsky (11 ottobre). Il Quartetto Lyskamm si avventurerà negli orizzonti sperimentali di Cage, Carter, Stroppa e Ligeti (23 ottobre). Chiuderà la serie Mdi ensemble con musiche di Janácek, Holliger, Malipiero, Ferneyhough, Crumb (6 novembre).
Annota Messinis: «Boulez aveva censurato ogni rapporto con la storia e gli aspetti conservativi della formazione quartettistica. Era anche una difesa del “progresso tecnologico”. La musica pura di questo ciclo addita invece la presenza costante della nostalgia per la classicità. La categoria del “progresso” non ha un valore esclusivo; l’esperienza creativa vive spesso nella coincidenza di novità e memoria. Quella che ci affascina è la luce del suono “storico” senza artifici acustici: la voce intima del Quartetto».
L’altra rassegna autunnale, «Bach versus Händel», stabilisce un confronto a distanza tra i due massimi compositori barocchi d’oltralpe, entrambi tedeschi, mai incontratisi, Bach tutto «casa e chiesa», Händel tutto mondanità e vita galante. Alcune loro composizioni vocali e strumentali saranno messe a confronto con autori coevi italiani. A Händel sono dedicate la prima serata, il 24 settembre, intitolata «Duetti italiani», e quella del 7 ottobre a cura di Arsenale Sonoro. Bach entrerà in scena con solisti specialisti di strumenti antichi guidati da Elionor Frey il 17, mentre La Risonanza Ensemble tornerà a Händel con musiche vocali e strumentali il 31. Chiude le rassegne il 12 novembre il Quartetto Werther, scelto dal pubblico come migliore tra i talenti che si sono esibiti nel primo scorcio di festival. Bologna Festival propone un’affascinante coda, come negli anni scorsi, con un viaggio musicale nel deserto dell’Oman, in ascolto dei silenzi e del violoncello di Mario Brunello, dal 15 al 20 novembre, con voli da Malpensa e trasferimenti in jeep, cammelli e a piedi. Info: www.bolognafestival.it.