Nuova richiesta di arresto per Carletti
La Procura chiederà una proroga di indagini
Un dato certo c’è: che con settembre si apre un periodo cruciale per l’inchiesta su presunti affidi illeciti di minori nella Val d’Enza reggiana.
La Procura tra poco sarà a un bivio: inviare ai 29 indagati la notifica della fine delle indagini preliminari o chiedere una proroga, con la seconda di queste ipotesi che prende concretezza. Nelle prossime settimane, forse già nei prossimi giorni, arriveranno due decisioni da parte del tribunale del Riesame di Bologna attese sia dall’accusa sia dalle difese: si tratta dei responsi relativi ai ricorsi presentati il primo da Valentina Salvi, sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, e il secondo dai legali di uno degli indagati, il sindaco Pd di Bibbiano, ora sospeso, Andrea Carletti.
Il ricorsa della pm non si basa su nuovi elementi, ma torna sull’impianto accusatorio presentato al gip Luca Ramponi a giugno ed emerso con l’ordinanza del 27 di quel mese. All’epoca il gip aveva rigettato la richiesta della Procura dei domiciliari per cinque indagati: l’avvocato Marco Scarpati, l’istruttore direttivo amministrativo del servizio sociale Barbara Canei, la responsabile dell’ufficio di Piani dell’Unione Nadia Campani, e poi la responsabile del servizio minori Federica Anghinolfi e Andrea Carletti, questi ultimi due finiti comunque ai domiciliari per altri episodi a loro contestati.
Per tutti l’ipotesi di reato alla base dell’istanza era il concorso in abuso d’ufficio riguardo
Il sindaco sotto accusa «Era consapevole della illiceità del sistema»: la pm è tornata a chiederne l’arresto (con altri 4) per fatti già contestati ma per i quali la misura fu rigettata a giugno dal gip
ad affidamenti ad personam conferiti all’avvocato Scarpati, rappresentante dell’Unione Val d’Enza in tanti dei procedimenti per abusi su minori in carico ai servizi sociali, «in contrasto — per la Procura — con la natura occasionale degli stessi» per poco meno di 15mila, «simulando l’effettuazione di una formale procedura a evidenza pubblica per l’affidamento dell’incarico di consulente giuridico». Nel mirino anche Anghinolfi perché firmataria delle determine relative alle nomine fiduciarie del legale, Canei per aver predisposto le determine di spesa, Carletti e Campani perché «in costante raccordo con la Anghinolfi e pienamente consapevoli della totale illiceità del sistema». Elementi, dicevamo, ritenuti a suo tempo non sufficienti dal gip. A luglio il pm aveva fatto appello, la discussione davanti al Riesame è avvenuta il 6 settembre: da un giorno all’altro il tribunale, che si è riservato la decisione, si esprimerà. Le difese non usano mezzi termini: Giovanni Tarquini, l’avvocato di Carletti al quale da qualche tempo si è affiancato il legale bolognese Vittorio Manes, parla di «accanimento da parte della Procura». Gli fa eco Rosanna Beifiori, avvocato di Scarpati: «A giugno il gip non ravvisò alcuna ipotesi di reato da queste presunte irregolarità amministrative».
Carletti sarà in aula anche il 16 settembre, sempre a Bologna e sempre davanti al Riesame, per l’udienza di discussione del ricorso presentato dai suoi legali a metà agosto contro la decisione del gip di non revocargli i domiciliari.