Bibbiano corre ai ripari: «Avvocati per tutelarci»
Dopo lo «show» della Borgonzoni
«Parliamo di Bibbiano non è uno slogan da tshirt. È la nostra volontà di chiarire, ci auguriamo una volta per tutte, cosa è Bibbiano». Stavolta, di fronte alla maglietta di Lucia Borgonzoni, senatrice leghista e candidata alla poltrona di presidente designata dal suo partito per il prossimo voto regionale, la giunta del paese reggiano, sconvolto dall’inchiesta sugli affidi illeciti, ha rotto il silenzio. E reagito a quello slogan — la P e la D evidenziate in rosso — impresso sulla t-shirt bianca indossata dalla rappresentante bolognese, che ha tolto la giacca per mostrarla e rivolgendosi direttamente al Premier, Giuseppe Conte, ha chiesto: «Lei sa cos’è Bibbiano?», scatenando la bagarre in
Senato e venendo richiamata più volte dalla presidente Casellati, fino alla sospensione della seduta. A parlare sono il sindaco facente funzioni, Paola Tognoni, e gli assessori Loretta Bellelli, Emillo Catellani e Matteo Curti. «Troppi slogan scomposti sono già stati gridati, troppe accuse infamanti» dicono, preparando la nomina del pool di avvocati necessario per «garantire a Bibbiano e ai bibbianesi rispetto». Il sindaco, Andrea Carletti, autosospesosi del Pd, è ai domiciliari e il sostituto procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi, ne ha nuovamente chiesto l’arresto, come per altri quattro indagati. Decisione che spetta al Riesame di Bologna. (l. m.)