Corriere di Bologna

L’addio al Secolo breve di Arena e Moline

Arena del Sole e Moline, gli spettacoli e le pièce in cartellone dall’11 ottobre al 30 maggio. Antonio Latella rilegge «La valle dell’Eden»

- di Massimo Marino

ABologna c’è un teatro dalle mura aperte alla città, che guarda all’Europa e al mondo. Un teatro che non si limita ad aprire il sipario molte sere all’anno, ma che fa cultura attiva allargando­si alla letteratur­a, al cinema, alla riflession­e sulle trasformaz­ioni sociali, interagend­o con l’Università, con le istituzion­i culturali, con le scuole. È l’Arena del Sole, la colonna bolognese del sistema Emilia Romagna Fondazione – teatro nazionale, decretato dalla commission­e ministeria­le come quello con la qualità più alta in Italia e pure, per strano scherzo di una legge che ha qualcosa di sbagliato, soggetto a un taglio di circa 100mila euro.

Ripartiamo da qui: «Non è facile mantenere gli impegni che avevamo preso annunciand­o le stagioni Ert in maggio, quando l’estate ci ha portato questa sorpresa», premette alla presentazi­one della nuova stagione il presidente Giuliano Barbolini. «Ma abbiamo deciso di non tagliare nulla. E stiamo rilanciand­o con un progetto di coinvolgim­ento rivolto alle imprese». E quindi l’articolato programma dedicato a una riflession­e sull’azione in questi tempi «interessan­ti», pieni di cambiament­i e sconvolgim­enti, si farà. «Sarà sempre più inserita nella politica culturale della città – assicura l’assessore comunale alla Cultura Matteo Lepore – per rilanciare il ruolo di Bologna nel sistema nazionale. Da parte nostra metteremo mano a un milione di finanziame­nti per bandi didattici, che saranno in gran parte gestiti da Ert».

Oltre alla qualità riconosciu­ta,

un altro segno di stima sta arrivando dagli abbonati, che nella prima fase del rinnovamen­to dei tagliandi sono in crescita. Da ieri si possono acquistare i nuovi carnet, mentre dal 28 partirà la vendita dei biglietti.

La stagione si intitola «Bye Bye ‘900?» a significar­e uno sguardo retrospett­ivo al secolo che ha più perseguito il concetto di «nuovo», per capire quale eredità ci ha lasciato e cosa siamo oggi. «Un nuovo – precisa il direttore artistico Claudio Longhi – che ha voluto dire innovazion­i scientific­he e migliorame­nto della vita, ma anche due guerre mondiali e camere a gas». Un nuovo che ha radici antiche, come dimostrera­nno l’Antigone con la regia di Masnostro similiano Civica, lo spettacolo su Seneca e Lucrezio scritto dall’ex rettore Ivano Dionigi e interpreta­to da Enzo Vetrano e Stefano Randisi e un paio di incursioni shakespear­iane. Il ‘900 sarà innanzitut­to classico, con Il giardino dei ciliegi di Cechov diretto dal premio Ubu Alessandro Serra, con I giganti della montagna di Pirandello secondo Gabriele Lavia, con Personaggi in cerca di autore degli attori pazienti psichiatri­ci di Arte e Salute.

Apparirann­o García Lorca, rivissuto da un drammaturg­o di oggi, Davide Carnevali, una riflession­e di Liv Ferracchia­ti sul teatro, la drammaturg­ia eretica di Giovanni Testori. L’avveniment­o sarà, dal 6 novembre, uno spettacolo monstre in due parti firmato dal maggiore regista, Antonio Latella, che mette le mani in un romanzo fluviale come La valle dell’Eden di John Steinbeck, in un viaggio esistenzia­le e teologico che rovista nei rapporti padri-figli. E, sul tema, si vedrà Le orme dei figli del Teatro del Pratello. I tempi più vicini a noi saranno esplorati sotto l’aspetto delle culture altre, dei confini, delle migrazioni, con uno spettacolo sudafrican­o della argentina-berlinese Constanza Macras, con Kepler-452, Saverio La Ruina, Zerocalcar­e, Marco Paolini e altri. Un’altra argentina-berlinese, Lola Arias, lavorerà con donne migranti abitanti a Bologna sulla maternità. Si guarderà al Nord Europa con il reading-concerto inaugurale con Paolo Rumiz Canto per Europa (11 ottobre), con lo spettacolo che ha inaugurato il Festival di Avignone di Pascal Rambert, con

Nozze di Elias Canetti, la prima regia di Lino Guanciale. Si riderà acido con Rezza-Mastrella, si viaggerà tra suoni e voci in Eternapoli con Toni Servillo e le musiche di Fabio Vacchi, una coproduzio­ne col Comunale, si assisterà a un teatro più intimo, da camera alle Moline. Info: www.arenadelso­le.it.

” Barbolini Non è stato facile mantenere gli impegni dopo i tagli nei fondi statali ma ce l’abbiamo fatta

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