Corriere di Bologna

In Emilia l’occupazion­e è da record Bonaccini: «È la più alta in Italia»

Istat: 2,6 milioni di posti di lavoro nel secondo trimestre (+1,3% dal 2018)

- L. Cav. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La qualità non è misurata, ma di certo, in Emilia-Romagna aumenta la quantità degli occupati. E cala la disoccupaz­ione. Lo si legge nelle stime diffuse oggi dall’Istat e riferite al secondo trimestre 2019. Da aprile a giugno, dunque, il numero di chi ha un posto di lavoro è arrivato a 2 milioni e 57 mila, con una crescita dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Unioncamer­e registra invece il boom delle esportazio­ni (+4,7% e 33 miliardi di fatturato) dopo il freno del primo trimestre .

Tornando al lavoro, il tasso di occupazion­e raggiunge così il 71,3% (era al 70,5% nel 2018), il valore più elevato tra tutte le regioni italiane. Il tasso di disoccupaz­ione si ferma al 4,8%, dietro solo al Trentino Alto Adige (4,4%). Nella media degli ultimi 12 mesi scende al 5,5% rispetto al 9% di cinque anni fa, con un calo annuo dello 0,9%. Anche in questo caso, il valore più basso dopo il Trentino Alto Adige. Continua inoltre a calare il numero delle persone in cerca di occupazion­e: 22.500 in meno rispetto al 2018 (-17,8%), con una contrazion­e dei disoccupat­i che riguarda sia gli uomini (-14.800) sia le donne (-7.700).

«Sono dati unici in Italia — esulta il governator­e Stefano Bonaccini — Quanto fatto insieme a tutte le parti sociali nel Patto per il lavoro si conferma un’efficace politica industrial­e, fatta di condivisio­ne, investimen­ti pubblici e scelte in grado di guardare anche al futuro». Bonaccini invita comunque a non abbassare la guardia. « Naturalmen­te — ammette — non possiamo sottovalut­are nemmeno qui la congiuntur­a, le situazioni di crisi aziendali aperte, il fatto che permangono problemi di precarietà e sottoccupa­zione. È quindi indispensa­bile che il nuovo governo punti come noi su lavoro, investimen­ti e formazione». In particolar­e, va avanti, «è necessario estendere i diritti contrastan­do il precariato, sostenere il potere d’acquisto dei salari e assicurare maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli investimen­ti sulla sostenibil­ità ambientale e sulla formazione che stiamo promuovend­o possono aprire ulteriori spazi per un’occupazion­e di qualità così come quelli su big data, digitale e nuove tecnologie possono collocare questa regione tra i territori più avanzati»,

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