Zingaretti blinda Bonaccini E apre al Ms5
Il segretario ospite in città delle Acli: «Non basta cacciare Salvini». Stretta di mano e abbracci con Prodi
Il segretario nazionale del Pd fa quadrato sul governatore Stefano Bonaccini: «È un buon presidente che corre per vincere». E sull’alleanza con il M5S alle Regionali indica la strada: «Andare a vedere le carte e tentare per il bene comune».
Il segretario nazionale del Partito democratico Nicola Zingaretti blinda il governatore Stefano Bonaccini come unico candidato possibile per il secondo mandato in viale Aldo Moro. E lo fa subito dopo che era stato lo stesso Bonaccini a proporre, qualche giorno fa dal palco della festa regionale di Articolo 1, un suo eventuale passo indietro pur di «andare a vedere le carte» e realizzare, anche in Emilia Romagna, l’asse coi Cinque Stelle. «Qui c’è una bella squadra e un buon presidente che corre per vincere e per difendere l’Emilia-Romagna da quella che potrebbe essere un’aggressione di chi stava distruggendo questo Paese», dice chiaramente il numero uno dei dem riferendosi alla Lega.
Dalla tre giorni di studi delle Acli in corso fino a domani all’Arena del Sole, Zingaretti fa quadrato attorno a Bonaccini davanti al segretario provinciale del partito Luigi Tosiani, al deputato Andrea De Maria e all’ex presidente del consiglio Romano Prodi. Un Prodi applauditissimo dalla platea delle associazioni dei lavoratori cristiani e che lo stesso Zingaretti ha salutato dal palco ricordando lo «storico passato del Partito democratico» e con cui ha scambiato due parole subito prima di salutare. A sgomberare ogni dubbio dalla sua uscita di scena ci aveva pensato del resto poco prima anche Bonaccini che dal palazzo della Regione, dove ha incontrato la neo ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, aveva assicurato: «È con me che bisogna discutere e dialogare — chiarisce — ho già fatto il mio passo avanti. Per il Pd e il centrosinistra sono io il candidato presidente». E ancora: «Ho detto che se si parla di nomi e cognomi, e non di programmi, si fa un errore. Io sono qui». Per chi voglia sedersi a riflettere e a parlare di programmi. «Non so cosa chiederanno i 5 stelle — aggiunge — semplicemente perché non ci siamo ancora seduti intorno a un tavolo». Le prove di dialogo sono, però, già iniziate: al lavoro ci sono pontieri come il segretario regionale dem Paolo Calvano e il capogruppo M5S in viale Aldo Moro Andrea Bertani. Lo stile, mentre si avvicina il momento in cui si saprà se si andrà a votare già a novembre, è quello della concretezza. «Senza calare decisioni dall’alto — analizza Zingaretti — andando a vedere situazione per situazione». «Non voglio mettere fretta, porre questioni o anteporre decisioni — chiude — ma dovremmo tentare: lo si è fatto per governare il Paese, non vedo perché non si possa farlo anche per le Amministrative, rispettando ovviamente le autonomie dei singoli territori e sperimentando forme di rapporto». La priorità è sempre la stessa: «Cambiare l’Italia perché non basta cacciare Salvini, se c’è un’agenda di cose da fare che giustifica che due forze alternative fino a poche settimane fa possano trovare un accordo per il bene comune devono provare a farlo. Perché questa è la bella politica» e perché «anche il livello locale rappresenta una parte importante della qualità della vita delle persone» .
Sulla figura di Bonaccini si gioca poi un’altra grande sfida di respiro nazionale: l’autonomia differenziata. Da Cesenatico il neo ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, che incontrerà il governatore il prossimo 23 settembre, ha provato a mettere la parola fine: «Spero che il tema non sia più ostaggio della propaganda politica e che il terreno costruito dalla Regione Emilia Romagna sia un base da cui partire per confrontarsi».
Il nodo autonomia Il ministro Boccia incontrerà il 23 Bonaccini: «Il modello è quello emiliano»