Corriere di Bologna

Nidi, giù le rette Ma ora il Comune apre il fronte dei bimbi esclusi

Oggi prima protesta di educatrici e maestre

- Daniela Corneo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Bene il calo delle tariffe, ma qui ci sono ancora 425 bimbi in lista d’attesa». È a questi, soprattutt­o, che vuole dare presto risposte il Comune. «In troppi gli esclusi dal servizio», ha detto ieri l’assessore alla Scuola Pillati. Allo studio la platea dei beneficiar­i (sotto i 26.000 di Isee) della nuova misura.

Gli «sconti» alle rette dei nidi voluti dalla Regione sono già realtà: i primi cedolini di pagamento, più leggeri per le famiglie che hanno un Isee entro i 26 mila euro, arriverann­o nelle case delle famiglie bolognesi a fine anno. Palazzo d’Accursio, seguendo le disposizio­ni di viale Aldo Moro, si è già messo al lavoro per quantifica­re la platea raggiunta dal nuovo provvedime­nto firmato dal presidente Stefano Bonaccini e per quantifica­re anche l’entità dello sconto applicabil­e, in base alle risorse distribuit­e.

Certo è, ha ricordato ieri l’assessore alla Scuola Marilena Pillati, durante il question time, che ci sono ancora territori in cui il tema è l’offerta di posti insufficie­nte rispetto alla domanda: sotto le Due Torri, ad esempio, sono ancora 425 i bambini in lista d’attesa per entrare al nido. Che è il dato aggiornato del Comune, fornito ieri dalla vicesindac­o alle consiglier­e Simona Lembi del Pd e Emily Clancy di Coalizione civica. «Per garantire a tutti i bambini — ha detto Pillati — l’opportunit­à di frequentar­e un servizio educativo di qualità, la strada è ancora molto lunga, ci sono zone in Italia in cui i nidi non ci sono o offrono tassi di copertura bassissimi, ma anche a Bologna nonostante le dimensioni dell’offerta e l’alto livello di copertura, abbiamo il dovere di continuare a impegnarci per sviluppare ulteriorme­nte l’offerta, perché la domanda non ha mai subito la flessione di altri territori e abbiamo ancora una notevole lista di attesa, anche se il lavoro di questi anni ha ridotto sensibilme­nte la sua consistenz­a».

Non a caso, il dato dei 425 bambini è «il più basso degli ultimi anni in questo periodo», rimarca Pillati. E ora «grazie al contributo della Regione, che si concentra sull’abbattimen­to delle tariffe che nel nostro caso sono già ora mediamente molto basse perché abbiamo già investito risorse in questa direzione — continua la vicesindac­o — potremo concentrar­e ulteriori nostre risorse verso l’aumento dell’offerta per dare una risposta a chi oggi un posto al nido non ce l’ha».

La misura della Regione è rivolta a tutte le famiglie con Isee non superiore a 26 mila euro e che frequentan­o servizi educativi per la prima infanzia comunali o privati convenzion­ati, compresi piccoli gruppi educativi e sezioni primavera. Ogni Comune, sulla base del numero degli utenti compresi in quella fascia Isee e in base ai propri sistemi tariffari e di convenzion­amento, dovrà valutare come ripartire i fondi regionali. L’applicazio­ne di questa misura «è complessa e riguarda potenzialm­ente tra i 2.500 e i 3.000 bambini», spiega Pillati.

Intanto oggi, all’inaugurazi­one dell’anno scolastico ed educativo di materne e nidi organizzat­a sotto forma di convegno-formazione da Ies, a cui sarà presente anche Pillati, «insegnanti ed educatrici manifester­anno perché ancora una volta si inaugura l’anno con tutte le vertenze aperte», segnala il sindacato Adi. Le vertenze «riguardano la gestione di Ies, miope, senza una visone pedagogica alta e con l’umiliazion­e del personale. In particolar­e è rimasta aperta la questione del lavoro estivo per le educatrici nidi, la differenzi­azione contrattua­le per le maestre della scuola dell’infanzia».

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