Corriere di Bologna

Il centro di Vigorso che ha ridato a Thiago la voglia di giocare

- Luca Muleo

Thiago si sveglia ogni mattina con un pensiero fisso. Guarda la madre, le indica la protesi, come tutti i bambini è pieno di energia e pensa solo a camminare, correre, giocare. Da un mese può farlo, grazie al supporto preparato per lui dal Centro Protesi di Vigorso di Budrio, la struttura dell’Inail dove almeno una ventina di famiglie all’anno — su 11 mila pazienti — sono costrette a rivolgersi per malformazi­oni o incidenti ai loro piccoli. La sua gamba destra era stata portata via dal furgoncino di un artigiano, che a Marostica, ubriaco, scappava da un posto di blocco. Era marzo, Thiago aveva 14 mesi, mamma Raisa e papà Elidon erano piombati nel dramma. Hanno saputo reagire. «Bisogna avere la forza di “girare” la pagina, se si riesce si può tornare a fare tutto — spiega Rinaldo Sacchetti, direttore tecnico del centro, all’avanguardi­a a livello internazio­nale —. Un bimbo di quell’età usa la protesi se la famiglia, e la mamma in particolar­e, la accetta. Se non è convinta o non ne ha capito bene il significat­o, c’è poco da fare. In questo caso c’è stata grande volontà».

A Vigorso, dopo cinque giorni in day hospital e ricevuta l’assistenza dello staff — medici, tecnici ortopedici, fisioterap­isti ma anche psicologi — tornare a sorridere per Thiago ha significat­o giocare. «Deve essere un gioco — sottolinea il direttore — deve correre, saltellare. Un bambino non si fa problemi, si muove subito, per lui diventa divertente, nonostante la mancanza di un arto sia una sofferenza importante». La protesi sarà parte della sua vita, indossarla diventerà un gesto naturale. Richiederà aggiorname­nti, a seconda della crescita e della necessità di adattarla alla parte restante della gamba. «È una grande gioia poter con la nostra attività dare una luce su un nuovo stile di vita, far tornare il sorriso a un bimbo come ad un adulto. Poi lui è piccolino, chissà che la ricerca non gli dia altre possibilit­à. Alcuni nostri pazienti sono diventati grandi campioni dello sport paralimpic­o, chissà che anche lui tra qualche anno non decida di mettersi in gioco».

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Precisione La lavorazion­e di una protesi a Vigorso

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