PERCHÉ ANCHE I NON CREDENTI SONO FELICI PER ZUPPI CARDINALE
Non avevo mai perso la speranza di vedere ancora un cardinale alla guida religiosa di Bologna, anche se tempo fa da molte parti si era detto che la sede bolognese avrebbe dovuto accettare il declassamento. Adesso che il Papa ha comunicato che l’arcivescovo Zuppi diventerà cardinale sono doppiamente felice, è una buona notizia per tutta la città, spero che la pensino così anche i non credenti.
BOLOGNA
Gentile signora Lippi, si tolga il dubbio: la pensano così tutti (a meno che non ci sia qualcuno senza nemmeno un briciolo di sale in zucca). Sono vari i motivi della soddisfazione. Compreso anche un sano campanilismo petroniano, perché nessuna “retrocessione” fa piacere. Molte voci autorevoli hanno approfondito il significato della scelta di Papa Francesco e la capacità di don Matteo di conquistare i cuori dei bolognesi. Mi limito a un’osservazione comparativa: c’è un largo consenso paragonabile a quello che accolse la nomina del cardinal Tonini. L’affetto trasversale della gente è un termometro infallibile. Per questo voglio raccontare una storia di molti anni fa, nella città di Giuseppe Dozza. Una donna d’intensa fede religiosa riuscì a coronare un sogno: il viaggio a Roma per pregare in San Pietro e vedere Pio XII. Consumò buona parte dei risparmi, perché lo stipendino di impiegata comunale con famiglia a carico non gonfiava il libretto postale. Era vestita con la modestia dignitosa delle donne nel tempo post bellico. Non avrebbe mai immaginato di non potere accedere all’udienza solo perché senza biglietto d’invito. Sospinta dal desiderio intenso, convinse un alto prelato, spiegando che veniva da Bologna la rossa, dove al lavoro si sentiva una mosca bianca circondata dai comunisti e quanto i compagni l’avrebbero derisa sapendo che il «suo» Papa le aveva chiuso la porta. Così le diedero il via libera e un lungo velo nero. Vide Pio XII in processione, passare alto e ieratico sulla sedia gestatoria, vide notabili in nero, signore con abiti lunghi e molti gioielli, e attorno a sé ben pochi come lei, quelli del popolino. Tornò a Bologna turbata, quasi sconfitta, ma sempre forte di fede autentica, riprese a fermarsi per l’elemosina da padre Marella, al quale confidò il turbamento davanti alla corte papale dei ricchi, nessuno più di quel sant’uomo poteva capire la mortificazione. La donna continuò a pregare, ma anche a sognare la sconfitta del lusso e dell’oro, perché Gesù era nato povero. C’è voluto molto tempo, prima dell’arrivo di un nuovo Francesco. E adesso Matteo Zuppi, così lontano dallo sfarzo. Il cammino del mondo può essere lento, è importante che la strada sia giusta.
presto, si limiterebbero i furbetti che si approfittano del buio per lasciare per strada qualsiasi cosa.
BOLOGNA grado? Per me si chiama mancanza di coraggio. Lo fanno dappertutto, il porta a porta. Noi siamo speciali? Quel che bisognerebbe differenziare sono i comportamenti: si inizi a multare chi non rispetta le regole di conferimento. E sono tantissimi! Se l’amministrazione inizia a prendere i soldini dalle multe riesce a pagare anche i controllori e a «educare» chi ha poco senso civico.
BOLOGNA
Pochi stalli
Ho letto sul vostro giornale di altri che si lamentavano di una mancanza a mio parere lampante: i parcheggi dei motorini in centro. Sono insufficienti. Perché il Comune non ragiona anche in chiave due ruote motorizzate? Chi va in scooter fa meno strada e inquina meno di chi va in auto.
BOLOGNA