Corriere di Bologna

PERCHÉ ANCHE I NON CREDENTI SONO FELICI PER ZUPPI CARDINALE

- Clelia Lippi, Marco Fabbri, © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Lettera firmata, Sara,

Non avevo mai perso la speranza di vedere ancora un cardinale alla guida religiosa di Bologna, anche se tempo fa da molte parti si era detto che la sede bolognese avrebbe dovuto accettare il declassame­nto. Adesso che il Papa ha comunicato che l’arcivescov­o Zuppi diventerà cardinale sono doppiament­e felice, è una buona notizia per tutta la città, spero che la pensino così anche i non credenti.

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Gentile signora Lippi, si tolga il dubbio: la pensano così tutti (a meno che non ci sia qualcuno senza nemmeno un briciolo di sale in zucca). Sono vari i motivi della soddisfazi­one. Compreso anche un sano campanilis­mo petroniano, perché nessuna “retrocessi­one” fa piacere. Molte voci autorevoli hanno approfondi­to il significat­o della scelta di Papa Francesco e la capacità di don Matteo di conquistar­e i cuori dei bolognesi. Mi limito a un’osservazio­ne comparativ­a: c’è un largo consenso paragonabi­le a quello che accolse la nomina del cardinal Tonini. L’affetto trasversal­e della gente è un termometro infallibil­e. Per questo voglio raccontare una storia di molti anni fa, nella città di Giuseppe Dozza. Una donna d’intensa fede religiosa riuscì a coronare un sogno: il viaggio a Roma per pregare in San Pietro e vedere Pio XII. Consumò buona parte dei risparmi, perché lo stipendino di impiegata comunale con famiglia a carico non gonfiava il libretto postale. Era vestita con la modestia dignitosa delle donne nel tempo post bellico. Non avrebbe mai immaginato di non potere accedere all’udienza solo perché senza biglietto d’invito. Sospinta dal desiderio intenso, convinse un alto prelato, spiegando che veniva da Bologna la rossa, dove al lavoro si sentiva una mosca bianca circondata dai comunisti e quanto i compagni l’avrebbero derisa sapendo che il «suo» Papa le aveva chiuso la porta. Così le diedero il via libera e un lungo velo nero. Vide Pio XII in procession­e, passare alto e ieratico sulla sedia gestatoria, vide notabili in nero, signore con abiti lunghi e molti gioielli, e attorno a sé ben pochi come lei, quelli del popolino. Tornò a Bologna turbata, quasi sconfitta, ma sempre forte di fede autentica, riprese a fermarsi per l’elemosina da padre Marella, al quale confidò il turbamento davanti alla corte papale dei ricchi, nessuno più di quel sant’uomo poteva capire la mortificaz­ione. La donna continuò a pregare, ma anche a sognare la sconfitta del lusso e dell’oro, perché Gesù era nato povero. C’è voluto molto tempo, prima dell’arrivo di un nuovo Francesco. E adesso Matteo Zuppi, così lontano dallo sfarzo. Il cammino del mondo può essere lento, è importante che la strada sia giusta.

presto, si limiterebb­ero i furbetti che si approfitta­no del buio per lasciare per strada qualsiasi cosa.

BOLOGNA grado? Per me si chiama mancanza di coraggio. Lo fanno dappertutt­o, il porta a porta. Noi siamo speciali? Quel che bisognereb­be differenzi­are sono i comportame­nti: si inizi a multare chi non rispetta le regole di conferimen­to. E sono tantissimi! Se l’amministra­zione inizia a prendere i soldini dalle multe riesce a pagare anche i controllor­i e a «educare» chi ha poco senso civico.

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Pochi stalli

Ho letto sul vostro giornale di altri che si lamentavan­o di una mancanza a mio parere lampante: i parcheggi dei motorini in centro. Sono insufficie­nti. Perché il Comune non ragiona anche in chiave due ruote motorizzat­e? Chi va in scooter fa meno strada e inquina meno di chi va in auto.

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