«Giochiamo così grazie alla mentalità di Sinisa»
L’argentino ancora decisivo: pennella assist e torna al gol Con Orsolini è protagonista della straordinaria reazione
E alla fine, lontano dal Dall’Ara, la decide sempre lui: El Trenza da Bahia Blanca, quasi 38 anni e non sentirli, anche nell’afa bresciana del Rigamonti. A fine gara Rodrigo Palacio va con tutta la squadra a prendersi l’applauso degli oltre mille tifosi bolognesi arrivati a Mompiano, per una rimonta che a un certo punto pareva impossibile. L’episodio che ha girato la partita è arrivato, ma poi ci è voluta tutta la classe di Palacio per firmare la rimonta: gol del 2-3, un po’ di piatto e un po’ di tacco, sull’assist di Orsolini passato sotto le gambe del gigante Chancellor, poi girata di testa su corner dello stesso Orsolini su cui Joronen compie un miracolo prima di essere abbattuto dal fuoco amico di Sabelli, tra Denswil e Poli.
L’ha ripresa così, il Bologna, e avrebbe potuto vincerla anche prima dell’81’ se su un altro assist d’oro di Palacio Santander non avesse incredibilmente zappato il terreno del Rigamonti a tu per tu con Joronen. Poco male: la classe del Trenza non aveva finito le sue riserve e allora ecco l’uno contro uno e il passaggio geniale che porta al gol da tre punti di Orsolini. Ovvio il ruolo di mvp a fine partita, con intervista a Sky: «La superiorità numerica ci ha aiutato e bisogna ammettere che l’espulsione è stata decisiva per la rimonta dato che avevamo giocato un brutto primo tempo. Nella ripresa, comunque, siamo entrati in campo con voglia e grande mentalità». In mezzo, c’era stata anche la rabbia quasi contagiosa di Mihajlovic, via telefono.
Lo stesso Palacio svela le comunicazioni avute con il tecnico serbo: «Avevamo parlato con lui prima della partita, per noi è molto importante e ci manca, perché giochiamo così grazie alla sua mentalità. A fine primo tempo, poi, ci ha trasmesso la sua incazzatura». E giù una risata per far capire che il mister era stato chiarissimo, anche dalla sua stanza al Sant’Orsola.
Anche il tattico rossoblù Emilio De Leo sottolinea l’importanza del talento che il Bologna ha là davanti e che quando si accende può far male a tante squadre, specie a quelle che lottano per la salvezza: «Il mister ci tiene tanto, a fine primo tempo aveva detto che potevamo subire anche un altro gol ma dovevamo creare le condizioni tattiche e caratteriali per vincere la partita, segnando altri tre o quattro gol. È la sua mentalità, dobbiamo migliorare sotto certi aspetti ed è chiaro che se giochiamo con tanti giocatori offensivi devono essere incisivi. Se facciamo quello, un passo indietro non lo facciamo mai». E così è stato: a Verona era mancata quella scintilla, anche con i tanti minuti giocati con l’uomo in più, stavolta quando Dessena ha regalato un’occasione d’oro al Bologna a inizio ripresa il Bologna l’ha sfruttata. E a farlo sono stati soprattutto loro: Rodrigo Palacio e Riccardo Orsolini.
Il gol del 3-4 è una gemma assoluta: «Sul mio gol ha fatto un gran lavoro Orsolini — spiega Palacio, quasi togliendosi i meriti del suo cioccolatino scartato per il compagno — era importante vincere. Ci aspettavamo di partire così forte, abbiamo fatto bene e ora dobbiamo pensare alla Roma». Domenica al Dall’Ara arrivano i giallorossi e Palacio cercherà il suo primo gol bolognese all’ombra di San Luca: un piccolo-grande tabù da spezzare, ma intanto i tre punti di ieri portano in calce anche — la sua firma.