Dalla Lunetta a Londra Il talento dei Warriors che sogna gli States
Il quarterback Andrea Bello è volato in Inghilterra, unico italiano selezionato dalla Nfl Europe Academy
Quando lo sport ti cambia la vita, da un giorno all’altro. Sabato il diciassettenne bolognese Andrea Bello è volato a Londra, dove resterà per due anni studiando al Barnet Southgate College: è l’unico italiano selezionato tra i 600 alunni della Nfl Europe Academy, programma di sviluppo dei giovani europei creato dalla lega professionistica di football americano.
Il classico caso di portone che si apre dopo la chiusura di una porta, per il quarterback dei Warriors: «Dopo i contatti con una high school di Miami dovevo andare in Wisconsin, avevo inviato i video delle mie partite ma non è mai arrivata la chiamata. Ad agosto stavo partendo per il mare, ma il coach dei Warriors Giorgio Longhi mi ha chiamato al Novotel dove era presente per gli europei under 19 Tony Allen». Ovvero il responsabile dell’Academy Nfl Europe, che ha visionato i filmati di Andrea e ha voluto conoscere lui e la famiglia per poi selezionarlo: «Mi hanno fatto un test di inglese per capire in quale classe inserirmi. Vivo presso una famiglia londinese e avrò lezione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12, poi il pullman ci porta al campo
” Ho conosciuto il football per caso, dopo aver assistito a una partita
Ero ricevitore, mancava un qb in squadra e ho detto che l’avrei fatto Soggiorno in Uk Studierà al Barnet Southgate College: lezioni al mattino e poi allenamenti
o in palestra. Più al sabato un allenamento teorico specifico per noi quarterback».
Il campo è il nuovo Tottenham Hotspur Stadium finanziato in parte anche dalla Nfl, dove si allenano anche atleti di altre discipline (calcio, atletica, boxe, basket) iscritti al Barnet. Un istituto per sportivi, come Andrea: «Ho provato tutti gli sport del mondo. Il football l’ho conosciuto per caso: volevo provare uno sport di contatto, rugby o Mma, poi un giorno ho assistito in Lunetta Gamberini alla partita del fratello di un amico, ho visto un placcaggio molto duro e mi sono convinto a provare». Aveva 14 anni, coach Daniele Marchi dei Warriors lo ha fatto appassionare («studiavo le regole a casa») ma l’altro aspetto curioso è che giocare qb proprio non gli piaceva. «Ero ricevitore, mancava un qb nella squadra di flag football e ho detto che lo avrei fatto io. Era una battuta, ma mi presero sul serio ed è stato decisivo coach Fabrizio Cocchi: mi ha insegnato tutto anche se all’inizio mi stava persino sulle scatole, perché da qb non avevo più la gioia di segnare un touchdown. A volte sbagliavo apposta per tornare ricevitore, ma vedendo quanto credeva in me mi ha convinto». Così Andrea, 1.90 per 75 chili, è diventato una sola cosa con il football e col ruolo di quarterback: «Giocavo ogni pomeriggio sui campi di via Spina con il mio amico Matteo Ballarin, ripetendo varie tracce di lancio all’infinito. Amo l’America: amici statunitensi di mia madre ci vengono a trovare ogni anno e un giorno ci siamo ritrovati a giocare a football in piazza Maggiore».
Dal Crescentone (o da via Saffi, dove abita) alla City, sognando gli States. «Simpatizzo Houston Texans perché mi piace molto Deshaun Watson come qb, così come Mahomes e Prescott. Ho una predilezione per i qb che sanno correre, perché gioco così. Anche se tiferò la franchigia Nfl dove andrà Trevor Lawrence, qb che uscirà il prossimo anno dal college: è il mio idolo e mi somiglia». Effettivamente, sembrano due gocce d’acqua. I Warriors lo hanno salutato con una grande festa, tra lacrime e abbracci. «Li porto con me, perché abbiamo un legame stupendo. Così come porto nel cuore la mia famiglia e, perché no, il cibo: ragù e mortadella. Cercherò di realizzare il mio sogno: mi sarebbe piaciuto fare il militare, ma ora spero di guadagnarmi una chiamata da un college americano per poi magari arrivare al draft e a giocare in Nfl».