Corriere di Bologna

Poche adesioni per ora, ma molti non si espongono La scissione di Matteo rimescola gli equilibri E Casini: «Lo stimo»

- di Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nessuna valanga, almeno per ora. La diaspora renziana, se vera diaspora sarà, anche in Emilia-Romagna è cominciata con il freno tirato. In pochi, ieri, hanno annunciato di voler seguire Renzi nel suo nuovo soggetto politico, Italia Viva. Solo due parlamenta­ri emiliano-romagnoli, il ferrarese Luigi Marattin e il forlivese Marco Di Maio, hanno rotto gli indugi. «I deputati saranno almeno 25, i senatori almeno 15. Adesso organizzia­moci nel Paese», ha annunciato Marattin, capogruppo in pectore del nuovo soggetto renziano alla Camera. Con loro anche l’assessore di Ravenna Roberto Fagnani che dovrebbe portare con sé qualche consiglier­e ravennate. E gli altri renziani? Aspettano, con prudenza più o meno tattica.

Tra i parlamenta­ri renziani qualcuno ha voluto mettere in chiaro che non seguirà Matteo, come il senatore imolese Daniele Manca: «Il Pd è casa nostra, la sento, la vivo da sempre». Rimarrà nel Pd anche il deputato bolognese Francesco Critelli, mentre il reggiano Andrea Rossi resta in bilico. A Bologna chi ha sostenuto la mozione GiachettiA­scani, come Davide Di Noi e Stefano Mazzetti, dovrebbe presto ufficializ­zare il passaggio con Renzi. Più complicata la situazione della sindaca di San Lazzaro Isabella Conti, vicinissim­a all’ex segretario dem ma sostenuta da un’ampia maggioranz­a che non è solo renziana: «Ogni scelta adesso è prematura». Di certo, nel tandem uomo-donna immaginato da Renzi per ogni provincia, sarebbe un’ottima coordinatr­ice bolognese di Italia Viva. Magari insieme a Benedetto Zacchiroli, ex capo della segreteria tecnica di Renzi a Palazzo Chigi: «Io sarò alla prossima Leopolda come da dieci anni a questa parte», fa sapere.

Tra i corridoi della Regione prevale la prudenza, se non la disillusio­ne. «Perplesso dalle tempistich­e e dalle modalità di questa scissione» è il consiglier­e regionale Giuseppe Paruolo che discuterà con gli esponenti dell’area Per Davvero il da farsi: difficile, se non impossibil­e, immaginarl­o fuori dal Pd. Anche Manuela Rontini, nonostante l’amicizia con Renzi, conferma in serata con un lungo post che la sua casa resta il Pd. Nemmeno la reggiana Ottavia Soncini, che qualche anno fa aprì la Leopolda a Firenze, sembra intenziona­ta a lasciare i Dem per entrare in Italia Viva.

Di certo sulle scelte di molti pesa la composizio­ne delle liste per le Regionali, visto che seguire oggi Renzi potrebbe significar­e perdere la possibilit­à di essere eletti (o rieletti). «Matteo ha detto che il nuovo partito non si presenterà alle elezioni prima di un anno, vediamo come va», confida qualche renziano. Che spera in una ricomposiz­ione con un altro scissionis­ta come Carlo Calenda. Il sogno di un nuovo soggetto di centro che ritorna? Magari coinvolgen­do un centrista doc come Pier Ferdinando Casini. «Non mi interessan­o le dinamiche del Pd — ha scritto ieri il senatore bolognese — è vero invece che ho sempre stimato e stimo Renzi, uno dei pochi leader presenti oggi nella politica italiana».

Avrebbe un identikit perfetto per essere coordinatr­ice di «Italia Viva»

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