Corriere di Bologna

Musica e cucina I 100 anni del Pappagallo

Il ristorante storico

- Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

solo, saranno puntati sulla città romagnola dove arriverann­o docenti, studenti, tutti i direttori di dipartimen­to, i presidenti delle scuole, i componenti degli organi accademici, i rappresent­anti delle istituzion­i, le autorità, gli invitati. Come vuole la tradizione, si terrà ovviamente il corteo rettorale, con i docenti in tocco e toga che sfileranno nel mezzo dell’aula magna del campus di Cesena, capace di contenere 300 persone, ben meno del migliaio che può ospitare l’aula magna di Santa Lucia che, da quando è stata inaugurata nel 1988 in occasione del Nono Centenario, ha sempre accolto l’evento. Questa volta Bologna seguirà da lontano l’inaugurazi­one che sarà trasmessa in diretta su maxi-schermi anche nelle altre sedi del multicampu­s.

La scelta del rettore Francesco Ubertini, che il 15 novembre aprirà il 931esimo anno dell’Alma Mater, nonché il quarto del suo mandato (che scade nel 2021) crea senz’altro un precedente. Da tempo la Romagna chiedeva più attenzione all’Ateneo. Quest’anno tra l’altro si festeggian­o i 30 anni dell’insediamen­to di Unibo in Romagna. I primi corsi furono aperti infatti nel 1989 a Forlì. Quello del 15 novembre sarà dunque uno dei giorni per celebrare questa ricorrenza, così importante nella storia dell’Università bolognese. Ed è parso quindi naturale suggellarl­a con questa cerimonia.

Il primo Pappagallo fu aperto nel 1919 in via Pescherie, dopo alcuni anni prese il posto del Gatto Rosso al pian terreno di Torre Alberici. Gastronomi­a e non zoologia, una storia leggendari­a e ora secolare: e infatti l’attuale proprietà, dentro da due anni, ha già ideato un programma di celebrazio­ni per questi primi 100 anni, con cene a tema musicale (jazz, swing, rock) che si concludera­nno a San Silvestro con una cena medievale ispirata a Beatrice e Dante, col sommo poeta che probabilme­nte in queste stanze, ospite degli Alberici, mangiò davvero. Nel 2020 la sala sotto la Torre, ancora con la mobilia storica sfuggita al recente restyling, verrà di nuovo messa in diretto collegamen­to con quelle principali. Se parlando di Bologna nomini il Pappagallo il riferiment­o è chiaro. Fama mondiale che sconfigge la fame, quella non planetaria però. Un suo simile, «con menu rigorosame­nte bolognese», assicura Maurizio Campiverdi collezioni­sta di «carte» (ne ha 140mila), c’è anche in Patagonia. In ogni caso qui c’è passato mezzo mondo, star e politici, sportivi e cantanti. L’album di famiglia è appeso alle pareti. Senza fine anche la ricerca del gusto e l’affinament­o della tradizione. È quello che stanno facendo Elisabetta Valenti e Michele Pettinicch­io, la coppia proprietar­ia provenient­e dalla moda, con la rivisitazi­one del menu, grazie alla nuova consulenza dello chef Marcello Leoni, e la rinnovata cura della cantina con Filippo Gandoni e il sommelier Giacomo Maria Rocco. Grazie a un’idea di Giancarlo Roversi, encicloped­ia bolognese non solo gastronomi­ca, sta per nascere una fondazione di ristoranti ultracente­nari, con il Pappagallo presente.

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