Regionali, scontro frontale sul voto
E Salvini interviene sul caso della famiglia marocchina: «È così che il Pd fa integrazione» Bonaccini pensa al 26 gennaio, la sfidante Borgonzoni: siamo in ostaggio, elezioni a novembre
È atteso per oggi l’annuncio di Bonaccini sul voto per le Regionali: il 26 gennaio, trapela da Viale Aldo Moro. Una data contro cui tornano ad alzarsi le polemiche del centrodestra.
«Vogliono spostare il voto per le loro manovre di palazzo», dice la candidata leghista Borgonzoni, che chiede le urne a novembre. E Salvini torna a puntare sull’Emilia per il caso della classe di bimbi stranieri in una materna bolognese: «Non è così che si fa integrazione».
La macchina elettorale delle Regionali, stavolta, è pronta a partire sul serio. È atteso per oggi l’annuncio del presidente Stefano Bonaccini sulla data del voto, che tutti i pronostici tra i corridoi di Viale Aldo Moro fissano per il 26 gennaio. Una scelta che permetterà alla Regione di affrontare senza problemi l’iter di approvazione del bilancio evitando di entrare in esercizio provvisorio, come ha più volte sottolineato nelle scorse settimane il governatore emiliano-romagnolo.
Bonaccini, che negli scorsi anni ha vissuto il Pd da renziano (è stato anche responsabile Enti locali nella segreteria dem dell’ex sindaco fiorentino), ieri ha parlato per la prima volta della scissione e della nascita di Italia Viva. «Mi dispiace che Matteo sia uscito. Il nostro rapporto di amiciz i a — h a d e t to B o n a cc i n i ospite ad Agorà — non sarà certo messo in discussione da questa scelta, che secondo me è sbagliata». Ma, al contrario del sindaco Virginio Merola che ha denunciato il rischio di un aumento dell’astensione dopo l’ennesima scissione dem, il governatore vede il bicchiere mezzo pieno. «Rispetto la scelta. È evidente che una s c i s s i one s ol i t a mente comporta più problemi che opportunità, ma mi auguro che possa portare davvero ad allargare il campo del centrosinistra e — sottolinea — non metta in discussione una collocazione in un nuovo centrosinistra per rafforzarlo». Anche se Bonaccini assicura di non avere timori in vista delle Regionali.
«Non ho alcun dubbio che in Emilia-Romagna Renzi e coloro che lo seguiranno mi e ci daranno una mano», sottolinea il presidente di Viale Aldo Moro, che continua a tendere il braccio al Movimento 5 Stelle. «Non posso decidere io» se essere il candidato unico di Pd e M5S, dice Bonaccini , co nvi nto c he « bi s ogna mettersi a sedere e verificare se ci sono condizioni per trovare un accordo». Di certo con le elezioni a gennaio ci sarebbe più tempo per cercare un asse con i pentastellati, valutando gli effetti di un eventuale accordo a cui si lavora già in Umbria (dove si voterà a fine ottobre). Il dialogo, suggerisce Bonaccini ai pentastellati emiliano-romagnoli, è la strada i ndicata dal l oro s te s s o elettorato. «Qui una parte non piccola di coloro che hanno scelto il M5S alle ultime Politiche proveniva da una tradizione di centrosinistra. Lo dice la matematica, non io», sottolinea il governatore, convinto che il nuovo governo giallorosso porterà la tanto desiderata autonomia regionale. «La nostra proposta può avvicinare moltissimo M5S e Pd, che — si toglie un sassolino dalla scarpa Bonaccini — due anni fa mi lasciò abbastanza solo quando presentai la mia proposta di autonomia». Mentre da Roma il neo ministro Francesco Boccia assicura: «L’autonomia è scolpita nella nostra Costituzione e la faremo».
I sondaggi che circolano ai piani alti del Pd, intanto, fanno ben sperare i Dem. Due rilevazioni fatte nelle scorse settimane dal Nazareno, prima che si aprisse la trattativa on il M5S, darebbero a Bonaccini un vantaggio di 6 punti percentuali sulla sfidante leghista Lucia Borgonzoni. Ma di questi tempi, con il governo giallorosso ai suoi primi passi e la scissione renziana, si tratta di rilevazioni da prendere con le pinze. Per il sindaco Merola la partita è tutt’altro che vinta in partenza. «Penso che le elezioni a fine gennaio saranno un banco di prova. Penso che Salvini le vorrà trasformare in un referendum sul nuovo governo, dobbiamo lavorare per convincere tante persone per tornare a votare», scandisce il primo cittadino di Bologna.