Merola ai costruttori: «Vi lamentate sempre la pacchia è finita»
L’associazione accusa il sindaco di averli penalizzati. La replica: «Si lamentano sempre»
Per attaccare l’Ance cita Matteo Salvini e la famosa frase sui migranti: «La pacchia è finita». Così Virginio Merola risponde alla lettera di protesta del presidente dei costruttori emiliani Giancarlo Raggi. Il sindaco replica alle accuse sulle schede del regolamento urbanistico edilizio («nessun preventivo confronto») dicendo che non sarà più possibile trasformare uno scantinato e venderselo come un ambiente.
Per attaccar el’ Ance cita Matteo Salvini: «La pacchia è finita». Così il sindaco Virginio Merola risponde alla lettera di protesta spedita in Comune e firmata dal presidente dei costruttori emiliani Giancarlo Raggi. Usando proprio quelle quattro parole che l’ex ministro dell’Interno aveva riservato in passato agli immigrati che sbarcano in Italia.
Il motivo del contendere è una recente delibera della giunta di Palazzo d’Accursio, quella sul contributo di costruzione e le relative schede tecniche Rue (il Regolamento urbanistico edilizio) che secondo i costruttori sono state approvate «senza alcun preventivo confronto». Una delibera che ha l’obiettivo di recepire la legge Urbanistica regionale del 2017 ma che con questa si mostrerebbe «in palese contrasto». In più, l’Ance lamenta il fatto che il Comune non abbia usufruito della discrezionalità data alle amministrazioni di diminuire l’imposta riferita specificamente alle attività di recupero, magari a discapito della costruzione. Cosa che invece, aveva detto Stefano Betti, presidente dell’Ance Emilia-Romagna, avrebbero fatto gli altri capoluoghi di provincia.
La delibera, in particolare riguardo al Regolamento urbanistico edilizio, per i costruttori contiene troppi vincoli che andrebbero a penalizzare le riqualificazioni anziché mettere un argine alle nuove costruzioni. I costruttori citano, ade sempio,l’ obb ligoal doppio affaccio de imono e bilocali che ostacolerebbe i lavori dentro edifici di interesse storico. Scelta che secondo Raggi appare anche «di dubbia legittimità per parametri che incidono in modo determinante sui beni di imprese e cittadini». Ma a sentir Merola non si tratta di nessuna svista, leggerezza e, tantomeno c’è la volontà di tornare sui propri passi, come sperano i costruttori visto che ci sono ancora dieci giorni per apportare modifiche (entro il 30 settembre il Comune deve recepire la legge regionale ). Tempo ce ne sarebbe, ma ad essere del tutto assente è la volontà del sindaco di trovare una mediazione che possa accontentare i costruttori. «Con il nuovo Rue non sarà più possibile trasformare un interrato o uno scantinato e venderselo come un ambiente. La pacchia è finita», chiude le porte il sindaco. È questa quindi la sua decisione finale di fronte alle critiche, che a suo avviso tutto sommato non raccontano nulla di nuovo. «Da quando faccio amministrazione, i costruttori si lamentano. Noi eviteremo che ci siano delle speculazioni, nel senso che scantinati e cantine possano essere presentati come appartamenti. Sta già avvenendo e non deve più accadere», avverte. E parlando agli «imprenditori che hanno a cuore la qualità dell’abitare», gli stessi «che sicuramente sono d’accordo con me», mette tutti in guardia, perché questa «è concorrenza sleale».
Una replica tagliente che piacerà agli ambientalisti che in queste settimane hanno invece criticato il possibile via libera degli enti locali, a partire dalla Città metropolitana da Merola guidata, alle richieste di espansione sulla collina di Varignana, nel Comune di Castel San Pietro Terme, da parte di due importanti imprese del territorio, Crif e Bioon. Un’operazione che potrebbe portare nuovi posti di lavoro, anche se a pesare sull’altro piatto della bilancia c’è la salvaguardia della collina.