Reddito di cittadinanza «condiviso» La proposta di legge ha il primo ok
La commissione lavoro in Regione dice sì al provvedimento ideato da Alleva
Lavoratori che rinunciano a ore di lavoro a favore di un disoccupati, coprendo la perdita salariale con il reddito di cittadinanza. L’Emilia-Romagna prova, così, ad utilizzare la misura voluta dall’ex vicepremier Luigi Di Maio, per creare occupazione stabile. La proposta presentata dal giuslavorista Piergiovanni Alleva, consigliere dell’Altra Emilia-Romagna, ha infatti ricevuto l’ok in commissione Lavoro. Il reddito di cittadinanza, ha spiegato Alleva, «viene impiegato per finanziare l’assunzione di un dis o c c u p a to , s e g i ova n e c o n contratto di apprendistato, mediante la rinuncia di quattro lavoratori occupati a una giornata di lavoro a settimana, su base volontaria e incentivata dal datore di lavoro grazie al contratto di solidarietà espansiva». In pratica, «l’importo destinato all’erogazione di un singolo reddito di cittadinanza viene destinato a compensare la perdita salariale, conseguente alla riduzione dell’orario lavorativo da cinque a quatt r o g i o r n i s e t t i manal i , d e i quattro lavoratori che scelgono di ridurre il proprio orario di lavoro. Oltre al bonus fiscale a favore dei lavoratori che scelgono la riduzione oraria una possibile leva compensativa può essere il welfare aziendale (beni e servizi con valore economico: bonus asilo, voucher, etc), che per l’azienda costituisce un costo del lavoro deducibile». La proposta, ha concluso il giuslavorista, «consente di creare posti di lavoro sicuri in grado di riassorbire buona parte della disoccupazione giovanile (in Emilia-Romagna sono 100.mila i giovani disoccupati o inoccupati) e può essere estesa, con le dovute accortezze, anche al pubblico impiego presso enti pubblici non economici e altre amministrazioni pubbliche».
La Regione ha sottolineato il capogruppo Pd Stefano Caliandro, «ancora una volta fa da apripista nelle politiche per il lavoro con una proposta legislativa innovativa. L’auspicio è che le Camere e il governo la facciano propria quanto prima possibile». Per Igor Taruffi, capogruppo di Sinistra Italiana, «è un utile punto di partenza per affrontare con strumenti innovativi il problema della disoccupazione».