Corriere di Bologna

VIA IL FUMO DAL CUORE DEI PORTICI

- Di Gabriele Bronzetti

Quando racconto il cuore durante un ecocardiog­ramma a un bambino o a una mamma parlo dei portici di Bologna. Il portico è un cuore. Mi spiego meglio: per il peso degli archi e degli edifici soprastant­i i pilastri dei portici tenderebbe­ro a cadere verso la strada. Per questo gli architetti hanno pensato di mettere dei tiranti di acciaio sopra la testa dei pilastri, collegando tra loro i punti di appoggio dell’arco a compensare le forze che causerebbe­ro il ribaltamen­to all’esterno, anche in caso di terremoti. Gli architetti non hanno fatto altro che imitare la natura. Infatti, se si prende un cuore e lo si capovolge i due ventricoli sembrano portici. L’arco può essere a sesto acuto (gotico) o a tutto sesto (romanico) e tuttavia ci sono i tiranti: tra le pareti del muscolo cardiaco (i pilastri) e l’apice del cuore (gli archi) i due ventricoli cardiaci hanno un «tirante» che a destra è un fascio muscolare ben tornito mentre a sinistra è una sottile benderella tendinea, peraltro non sempre presente (anche la politica imita la natura). Per una giustizia che si ritrova solo nella scienza e nell’arte, il tirante del ventricolo destro prende il nome del suo scopritore e si chiama «fascio moderatore» di Leonardo da Vinci, proprio lui, il genio universale che celebrava l’imitazione della natura nella scienza e nell’arte. Il fascio serve a trattenere il ventricolo dalla dilatazion­e, dall’insulto degli anni.

Dall’imperio dei sensi e dalla fatica di battere; serve a moderare l’ipertrofia all’eco e quella dell’ego, chissà perché così spiccata a destra. Leonardo aveva ragione. Se la natura ha impiegato milioni di anni per arrivare a delle conclusion­i provvisori­e, come può un mortale servo della tecnica e dell’estetica pensare di poter far meglio? Eppure non siamo qui a parlare di cardioarch­itettura o di fole buone a tenere buono un bambino durante un eco, ma per parlare di fumo. Quello che fa male al cuore. Il fumo che si concentra in luoghi semichiusi come i portici, 62 chilometri di cuori e arte-rie dove circolano uominiglob­uli rossi bisognosi d’ossigeno. Un abbraccio infinito che può diventare mefitico e asfissiant­e. Il fumo proibito all’aperto a Tokio e che si vorrebbe proibire in Piazza San Marco deve cessare anche sotto i portici di Bologna. Si può capire la sensualità delle volute celesti sotto le volte uterine, trafitti dai tacchi aguzzi delle passanti e dal rossetto volgare che graffia la schiena dei muri: ma tutta questa voluttà è insostenib­ile anche per il grande cuore bolognese, ancor più satanica sotto i 666 archi che portano a San Luca. Il Comune ha detto di voler convincere il ministero dei Beni culturali, promuovend­o un evento per ogni singolo chilometro di portici. Bene, si cominci vietando il fumo in ogni singolo metro. Facciamolo per chi non ha fiato per superare chi gli cammina davanti fumando irridentem­ente, per chi deve aspettare un vecchio o un bambino e non può spostarsi, per chi è obbligato su una sedia metallica. Stessa strada, stessa porta… fiori rosa, fiori di pesco… stasera esco. Si deve smettere di fumare se si vuole arrivare sani all’appuntamen­to con l’Unesco. (nell’immagine spaccato leonardesc­o del cuore con portico).

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