Effe, Cincia al timone Virtus, fattore Hunter
L’americano voluto da Djordjevic, un fattore dalla panchina
Ci teneva a far bene, Vince Hunter. Quella con il Fenerbahçe è stata solo una partita di precampionato, ma le motivazioni fornite da un avversario del genere e la prima gara con Djordjevic in panchina hanno tenuto tutti sul pezzo.
E l’americano si è esaltato in una prova nata dalla grande intensità difensiva che ha permesso alla Virtus di sprigionare spesso tutti i suoi cavalli in campo aperto, dove Vince ha dato spettacolo con voli sopra il ferro a convertire le imbeccate di Markovic e soci. Era quasi incredulo, quando è arr i vat a l a c hi a mata di Djordjevic questa estate. Una telefonata comunque preannunciata ad Anversa, nel corso delle Final Four di Champions League dello scorso maggio. Galeotto fu l’ascensore dell’Hilton, dove il coach bianconero e l’allora lungo dell’Aek si sono incrociati: «Ci vediamo a Bologna», fu il saluto di Sasha raccontato da Hunter alla presentazione.
I due si conoscevano dai tempi del Panathinaikos, la sua prima squadra europea alla quale approdò sul finire della stagione 2015-16: «Non giocai benissimo, mi ha stupito che mi abbia voluto alla
Sasha Alle finali di Anversa mi ha detto: ciao Vince ci vediamo a Bologna
Ad Atene Non giocai benissimo, mi ha stupito la chiamata in Virtus
Virtus», ricordò Hunter.
Dagli inevitabili impacci dell’allora 21enne uscito per la prima volta dagli States, Vince ha fatto parecchia strada portandosi a casa la Champions League 2018 con l’Aek Atene. E venerdì sera, probabilmente, aveva una motivazione in più per ben figurare: mostrare al suo allenatore che non si era sbagliato. Ne è uscita una prestazione da 18 punti con 8/8 al tiro, schiacciate, pregevoli azioni anche dal punto di vista tecnico come una partenza dal palleggio fronte a canestro (d’altra parte nelle comparsate Nba con i Memphis Grizzlies agiva prevalentemente da ala piccola, visti i 203 centimetri che da quelle parti non possono consentirgli di giocare nei pressi del canestro), in mezzo a tanta difesa.
Fino a una settimana fa era parso uno dei giocatori più in difficoltàd ella Segaf redo, non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello atletico. Gli mancava lo spunto, la consueta energia che ha sempre messo in campo, perché ha sofferto parecchio i carichi di lavoro di questa preparazione. Ai compagni di squadra ha infatti rivelato che si è trattata della preseason più pesante dal punto di vista fisico a cui abbia mai preso parte. Avvicinandosi l’inizio di campionato, con il prevedibile calo dei carichi, ecco che Hunter è tornato alle vecchie abitudini, con l’atletismo e l’energia che lo hanno sempre contraddistinto. Si era detto che sarebbe stato il 4 titolare, in estate, ma in realtà raramente è stato utilizzato insieme a Gambleinque sto precampionato. È certo un’ opzione, quella del doppio lungo, ma fin qui sembrasi vada in un’ al tradire zio ne.Hunter esce dalla panchina, come Gaines, perché in questo momento la Segafredo ha bisogno di produttività offensiva al momento delle prime rotazioni.
I due americani sono cambi solo sulla carta: infatti, le credenziali con le quali si sono presentati sono capocannoniere del campionato italiano (Gaines) e capocannoniere di Champions League (Hunter). Che siano stati i due top scorer contro il Fenerbahçe, anche uscendo dalla panchina, non ha sorpreso nessuno.