Regione, voto il 26 gennaio
Bonaccini annuncia la data delle elezioni e al M5S dice: troviamo l’accordo. L’ira del centrodestra: inciuci di palazzo
Una campagna elettorale mangiando il panettone e un voto sfidando il freddo.
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha deciso: si terranno domenica 26 gennaio le elezioni per il futuro di viale Aldo Moro. La data, l’ultima a disposizione nella finestra che partiva dal 27 ottobre, è stata concordata ieri dal governatore con il presidente della Corte d’appello Giuseppe Colonna.
Una proposta che «muove dalla necessità di consentire alla Regione di predisporre e approvare la legge di bilancio 2020-2022», ha spiegato Bonaccini nel dare l’annuncio, «assicurando in tal modo la piena funzionalità dell’ente ed evitando l’esercizio provvisorio che, al contrario, ne limiterebbe l’operatività, anche rispetto alle misure rivolte alla società regionale».
Da un punto di vista politico, c’è così anche tutto il tempo a disposizione per il Pd e per il Movimento Cinque stelle per cercare un’eventuale alleanza, che parte più in salita rispetto all’Umbria, semplicemente perché qui l’ipotesi di un candidato civico non è in campo. Al contempo, però, le due forze politiche che formano il governo giallorosso avranno la possibilità di analizzare l’esito del voto umbro (dove si voterà il 27 ottobre), e quindi decidere se proseguire o meno con un’alleanza regionale anche altrove, a partire ovviamente dall’Emilia-Romagna.
La scelta del 26 gennaio provoca già le prime scintille tra i due principali sfidanti. «Altro che legge di bilancio — attacca la senatrice leghista Lucia Borgonzoni — quella di Bonaccini è solo una scusa: da parte sua e della sinistra nessun rispetto per gli elettori, tenuti in ostaggio per fare inciuci». La replica del governatore uscente arriva dopo poche ore: «Ho visto la risposta di una possibile mia avversaria abbastanza maleducata. Dico solo che tenere in ostaggio qualcuno lo fanno solo i mascalzoni e i criminali. Noi non solo non teniamo in ostaggio nessuno ma permettiamo a chi farà il presidente di Regione di poter governare immediatamente con capacità di spesa e non con i limiti imposti dall’esercizio provvisorio».
Ma con la Borgonzoni è tutto il centrodestra a ritrovarsi di nuovo compatto (dopo un weekend passato a discutere, per via di alcuni sondaggi diffusi,
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Borgonzoni (Lega) La mia candidatura? I partiti del centrodestra già mi votarono nel 2016 a Bologna, credo che alla fine la situazione rientri
se fosse davvero lei la candidata più adatta alla sfida) contro il Pd e il presidente uscente in cerca del bis. «Scappa dal voto e ci costringe a votare con la neve e il freddo... Ma anche questo stratagemma non servirà per fermare la vittoria del centrodestra», interviene il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Facci. Bonaccini «scappa dal giudizio degli elettori» anche per Forza Italia, «e intanto prende tempo per fare un inciucio elettorale con i grillini perché sa che senza il loro aiuto perde», ripete la deputata emiliana Benedetta Fiorini, vicecommissario di Forza Italia in Emilia-Romagna.
Il Movimento 5 Stelle, al contrario, punge ma non affonda. «Visto che da tempo tutti sapevano che si sarebbe optato per il 26 gennaio, poteva annunciarlo prima senza creare una ingiustificata e inutile attesa», sostiene il capogruppo in Regione Andrea Bertani. A difendere la data del 26 gennaio, il deputato del Pd Andrea De Maria, perché «la più opportuna e corretta» e che tutela «gli interessi della Regione e dei cittadini». Ora, rilancia De Maria, occorre «tenere unito il centrosinistra», oltra a verificare le condizioni di un’alleanza con il M5S. Riguardo ai 5 Stelle, la posizione di Bonaccini non cambia: no ad alleanze a tavolino, ma vale la pena provarci visto che a Roma le due forze governano.
«Conosco solo la possibilità di tentare di accordarsi sul programma», chiarisce il governatore. Rispetto alla coalizione di centrosinistra, Bonaccini ringrazia i renziani passati ad Italia Viva che hanno garantito il sostegno alla sua candidatura. «Non avevo dubbi che Renzi ci avrebbe dato una mano, perché non ho dubbi che voglia che il centrosinistra vinca. Così come non ho dubbi che ci sia una stima reciproca vera — aggiunge —, anche per i rapporti umani e personali che abbiamo avuto». Pure la Borgonzoni si mostra fiduciosa sul sostegno di Forza Italia e FdI, che non hanno ancora dato il via libera definitivo alla sua candidatura. Ma già alle ultime elezioni Comunali del 2016, quando portò il sindaco Virginio Merola al ballottaggio, ricorda che «parte di loro» la votò. E quindi, oggi come ieri, «credo che alla fine la situazione rientri».