Corriere di Bologna

Falli, marcature e il portiere Gli errori dell’harakiri al 93’

Il gol di Dzeko nato da un caso da moviola e da una serie di sbagli rossoblù

- di Alessandro Mossini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Scacco matto in quattro mosse. O meglio, scacco matto subito in virtù di una letale catena di errori, più o meno gravi, che ha portato al gol dell’1-2 di Edin Dzeko: distrazion­i, mancate malizie o veri e propri sfondoni che a Casteldebo­le hanno lasciato tanto amaro in bocca, perché la prestazion­e fornita contro la Roma avrebbe meritato ben altro finale e forse persino il pareggio avrebbe lasciato rimpianti. Invece, allo scoccare del minuto numero 93, il Bologna si è fatto male da solo nonostante la superiorit­à numerica.

Il fallo che non c’era

Partiamo da un dato incontrove­rtibile: Santander non tocca di mano (come segnala il direttore di gara, si vede nella immagine 1). L’arbitro ha fischiato un presunto contatto scomposto del Ropero su Juan Jesus, fattispeci­e però su cui il Var non aveva alcun potere. Inutile dire che senza quel fischio la partita sarebbe finita lì. Da qui in avanti, però, con la palla a oltre 60 metri dalla propria porta e con dieci uomini sotto la linea della palla, i rossoblù ne hanno combinate di ogni.

Punizione libera

Juan Jesus sfrutta l’inerzia del contrasto con Santander e batte la punizione leggerment­e più avanti e a sinistra rispetto al punto del contatto con il Ropero — un metro o poco più, nulla che costringa l’arbitro a far ribattere — e così facendo prende un piccolo vantaggio, perché battendo rapidament­e la punizione serve Veretout, senza che Orsolini e Palacio si mettano davanti alla palla.

Palacio senza fallo

A quel punto, come si vede nella foto 2, la ripartenza è lanciata, Veretout parte palla al piede verso la metà campo del Bologna: lo insegue a tutta Palacio, che prova a spendere il fallo da dietro senza riuscirci, con Veretout che resiste al tocco dell’argentino.

Medel non interviene

Molto più grave — per la sua esperienza e per la capacità di spendere simili interventi — l’errore di Medel che aveva alcuni metri di vantaggio su Veretout: il romanista gli passa di fianco, il Pitbull lo punta ma per una volta non morde, allungando il piede senza andare a contrasto. Il terzo rossoblù ad affrontare Veretout è Bani, in uscita dalla difesa: il francese lo supera, lui non spende il fallo ma perlomeno lo costringe ad allargarsi sulla destra, tagliando in campo in diagonale.

Krejici molle

Con l’arrivo sulla destra di Pellegrini ci sono quattro attaccanti e sei difensori, Veretout scarica a destra sull’ex centrocamp­ista del Sassuolo a cui Krejci concede diversi metri facendosi trovare in posizione troppo accentrata. Siamo al momento dell’immagine numero 3: in area ci sono 3 attaccanti e 6 difensori (alibi mica da poco per smentire chi pensa che il Bologna abbia finito per perderla con l’ingresso delle due punte).

Guai al centro

Ma i guai arrivano a centro area: il contromovi­mento di Dzeko è da bomber di razza, ma Denswil — che pochi fotogrammi prima era di fianco al bosniaco,— lo perde in modo banale, Tomiyasu sta coprendo Zaniolo sul secondo palo e Medel non riesce a tappare il buco andandosi ad accoppiare con Dzeko.

Skorupski non esce

Nell’immagine 4 la frittata è completata, anche perché Skorupski nonostante il cross sia morbido resta inchiodato sulla linea di porta e Dzeko, ormai tutto solo, lo fredda. Un vero e proprio harakiri che dovrà fungere da lezione, per non rovinare più novantadue minuti convincent­i con distrazion­i e mancata cura dei dettagli.

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