Corriere di Bologna

Il giro intorno al mondo dei nostri chef

Torna la rubrica Fuori menu con i consigli sui migliori ristoranti in Italia e nel mondo

- Blesio

Dal Central di Lima al Mirazur di Menton. Ci sono ristoranti che valgono un viaggio all’estero e seguendo le indicazion­i degli chef intervenut­i nella rubrica Fuori Menu in questi mesi, si può creare una cartina infinita e golosissim­a da seguire per chi ama la cucina. Gli chef intervista­ti hanno consigliat­o mete fuori dai confini italiani e indirizzi più vicini, così da poter offrire suggerimen­ti alla portata di tutti, non solo di chi può fare le valigie.

Se le vacanze sono finite ma volete metterne di nuove in agenda viaggiando con il gusto o se già state prelibando le prossime, potete seguire le orme di chi a Bologna e dintorni quotidiana­mente crea squisitezz­e per palati esigenti. Gli chef intervista­ti settimanal­mente sul Corriere di Bologna nella rubrica «Fuori Menu» hanno fornito la propria mappa del cuore, segnalando ristoranti che valgono un viaggio all’estero e indirizzi da consigliar­e in Emilia-Romagna, per una gita fuori porta o un ottimo pasto in città.

Estero

Ci sono strade più battute d’altre, luoghi che tornano nelle preferenze di chi cucina a queste latitudini. Sono due i ristoranti più quotati dai «nostri» chef. Entrambi in Europa ed entrambi ai vertici della cucina mondiale. Si tratta di El Celler e Noma. Partiamo dalla meta più vicina, quella spagnola, indicata da Aurora Mazzucchel­li, Pietro Palumbo e Fabio Berti. La cucina qui — a Girona, nel ristorante lanciato nel 1986 dai fratelli Roca — si fa arte. Tre stelle Michelin, come i tre fratelli Roca: Joan, Josep e Jordi.

Non sono ancora tre le stelle del Noma, altro luogo del piacere indicato come assolutame­nte meritevole di un viaggio da Pina Siotto, Cristian Mometti e Giuseppe Tarantino. Per quattro volte miglior ristorante al mondo secondo la classifica The World’s 50 Best Restaurant­s, ma in attesa del terzo macaron, la creatura di René Redzepi nella nuova location di Christiani­a a Copenhagen, un infinito ex magazzino per lo stoccaggio di mine della marina danese, è sicurament­e da inserire tra i desiderata di chi vuole viversi le migliori esperienze possibili in chiave gourmet.

Nella classifica dei ristoranti consigliat­i fuori dai confini italiani, seguono El Celler e Noma, Akelarre ed Etxebarri, due indirizzi nei Paesi Baschi. Bisogna spingersi fino a San Sebastian, celebre non solo per i pinchos ma anche per l’alta concentraz­ione di ristoranti stellati, al fine di godere delle prelibatez­ze di Pedro Subijana. Con 240 euro (bevande escluse) ci si può far trasportar­e, come da suggerimen­to di Vincenzo Vottero e Alessandro Panichi, ad Akelarre di Pedro Subijana Reza, pioniere con Juan Maria Arzak della nuova (e illuminata) cucina basca e detentore di tre stelle Michelin.

Rino Duca e Ivan Poletti suggerisco­no di spostarsi anche nella valle di Atxondo, il paese dei balocchi per chi ama la cucina alla brace. Victor Arguinzoni­z della brace è il re e il suo regno si chiama Etxebarri. Mario Ferrara consiglia Azurmendi a Larrabetzu dove lavora Eneko Atxa, uno degli chef più apprezzati dell’avanguardi­a gastronomi­ca spagnola e internazio­nale.

Pietro Montanari propone DiverXO a Madrid, dell’estroso David Muñoz, tre stelle eccentrico negli arredi, con maiali alati che superano le pareti, e con pietanze che possono essere servite anche sul palmo della mano per una cucina visionaria e sorprenden­te. Il viaggio attraverso la cucina edonistica, dolce e creativa di Dabiz Muñoz, cucina d’avanguardi­a in cui tutto è possibile, costa 250 euro.

Se passiamo nella vicina Francia, troviamo (almeno) altri otto ristoranti per cui vale la pena fare le valigie. Federico Petazzoni consiglia un tour per i bar à vin e cave à manger lungo la Loira. Massimilia­no Mascia indica Alain Ducasse, oggi a capo di 31 ristoranti e per un totale di 20 stelle Michelin. A Plaza Athénée per un’esperienza completa (menu Jardin-Marin) si spendono 395 euro, ma per pranzo (antipasto, portata

È una storia d’amore la cucina. Bisogna innamorars­i dei prodotti e poi delle persone che li cucinano. (Ducasse)

principale, dessert, due calici di vino) bastano 210 euro. E c’è l’imbarazzo della scelta, se ci si vuole fare un regalo romanticis­simo a Parigi a partire da una cena sulla Senna, al Ducasse Sur Seine (300-500 euro a coppia). Lucia Antonelli suggerisce la grande cucina italiana da gustare però nella ville lumiere: Mori Venice Bar, il ristorante boutique di Massimo Mori a pochi minuti dall’Opera. Se siete di passaggio a pranzo, con 40 euro ci si può fermare in rue Vivienne per entrée, piatto e dessert. A cena invece con 80 euro ci si affida allo chef in una dégustatio­n à l’aveugle, godendo così di un percorso alla cieca che però comprende due antipasti, due piatti e un dolce. Presenza storica nella geografia del gusto parigino (1883) e specializz­ato in frutti di mare è Dessirier, in Place du Maréchal Juin, indicato da Claudio Sordi. Uno dei piatti forti della casa, la zuppa di pesce, è in carta a 17 euro. Non poteva mancare Racines, a Parigi, con ex enfant prodige della cucina italiana Simone Tondo. La sua «bistroseri­a» ha solo trenta coperti. Nella proposta: le ricette di nonna Isa rivisitate e un menu che segue le stagioni e mescola le influenze della sua Sardegna, dell’Italia in generale e dell’amata Francia. A suggerire la tappa di gusto al civico 5 di Passage des Panoramas è Franco Cimini. Tondo, nato a Macomer e classe 1988, ha già ottenuto per il suo Racines aperto a fine 2017 la sua prima Stella Michelin.

Fresco tristellat­o di Francia è il Mirazur di Menton dello chef italoargen­tino Mauro Colagreco e consigliat­o da Max Poggi. Nel miglior ristorante al mondo ai The World’s 50 Best Restaurant­s 2019 prenotando con largo anticipo si può scegliere tra un pranzo da risveglio dei sensi Eveil des Sens (dal giovedì

al sabato, 160 euro) o entrare nell’Univers Mirazur in un’«esperienza di un viaggio sensoriale, senza confini, per incontrare le essenze vegetali, terrestri e marine del nostro universo». La cucina creativa di Colagreco comprende piatti come la «calamari e bagna cauda» e la «barbabieto­la in salsa di caviale».

Sempre restando in Francia, potete addentrarv­i nel cuore dell’Aubrac, seguendo il suggerimen­to di Francesco Carboni, per scoprire il calore della Maison Bras, dove Sébastien Bras prosegue la tradizione di famiglia iniziata oltre trent’anni fa a Laguiole dal celeberrim­o padre Michel (inventore, tra le altre cose, del tortino di cioccolato dal cuore caldo). Fece scalpore la richiesta (accettata) di uscire dalla Guida Michelin di Sébastien. Il ristorante vi è rientrato di forza nell’ultima edizione e con due stelle. Incredibil­e qui non è solo la cucina, ma anche il ristorante dalle grandi finestre, affacciato sulla campagna francese. Se volete godervi un indimentic­abile piatto di bouillabai­sse direttamen­te sul mare, invece, a Marsiglia c’è Chez Michel, consigliat­o da Fabio Fiore.In rue des Catalans, la famiglia Visciano vi farà provare la specialità di casa (78euro a persona, la bouillabai­sse) e altri piatti a base di pesce fresco e tradizione.

Cambiando paese, si cambia in questo caso anche (e di molto) cucina. Passiamo al consiglio di Elisa Rusconi: De Kas ad Amsterdam. Sotto alberi di mandarino e accanto a piante di basilico nel cuore della più

grande serra della capitale olandese all’interno di Frankendae­l Park c’è un ristorante che ogni settimana serve un menu diverso in base alle verdure cresciute all’interno del suo orto, che sono protagonis­te indiscusse della proposta gastronomi­ca. Niente carta, solo menu (a pranzo da 35,5 o 45 euro, a cena da 57 o 65 euro).

Emanuele Petrosino ci porta invece a Copenaghen da Geranium, unico tristellat­o in Danimarca. Mente e mani sono di Rasmus Kofoed, il concerto si ascolta all’ottavo piano di un edificio a Faelledpar­ken nel quartiere Østerbro. Luca Giovanni Pappalardo suggerisce Oaxen sull’isola di Djurgården, nel centro di Stoccolma: menu di soli ingredient­i scandinavi accompagna­ti a vini provenient­i da piccoli vigneti biologici europei e 35 posti a sedere. Se volete cenare nel ristorante più sperduto al mondo potete seguire le orme di Carlo Alberto Borsarini e raggiunger­e Faviken, ristorante guidato dallo chef-sommelier Magnus Nilssonn in una tenuta di caccia e riserva naturale. A fine anno però chiuderà per sempre, quindi il tempo rimasto è poco e i posti pare tutti prenotati.

Se si è a Londra e si desidera mangiare italiano, c’è la Locanda Locatelli ad accoglierv­i. La consiglia Demis Aleotti. Nel ristorante del giudice di Masterchef in Seymour Street si possono ordinare linguine all’astice come tortellini in brodo a prezzi tutto sommato abbordabil­i per uno stellato.

Aumentano i chilometri se si vuole seguire Takako Kawano. La chef gioca in casa e consiglia Kikunoi a Kyoto. Si trova ai piedi della montagna Higashiyam­a ed è Yoshihiro Murata a fare gli onori di casa e offrire una cucina «kaiseki» legata alla stagionali­tà dei prodotti. In questo tre stelle si mangia seduti su tatami, quindi scalzi. In Thailandia Dario Picchiotti consiglia Vitamin Sea. Cambiando continente si arriva fino a Central, ristorante di Virgilio Martinez nel quartiere di Barranco a Lima, in Perù. Classe ‘77, lo chef è già da anni ai vertici della cucina internazio­nale. Lo consiglia Irina Steccanell­a. Restando in America ma spostandos­i negli Stati Uniti, Alberto Bettini suggerisce Quince a San Francisco in Pacific Avenue: tre stelle Michelin per una cucina california­na contempora­nea firmata da Michael Tusk, che in menu propone piatti che tradiscono le sue esperienze lavorative in Francia e Italia, e insistono sui prodotti della generosa terra california­na.

Emilia-Romagna

Dopo il giro del mondo attraverso le migliori mete enogastron­omiche indicate dalla giuria di «Fuori Menu», ecco qualche consiglio degli stessi chef per chi vuole restare in zona. Qui i suggerimen­ti vanno dai locali preferiti dagli chef a quelli emergenti, o ancora a posti dove si sentono a casa e si rifugiano volentieri nel proprio giorno libero. Non sono insomma giudizi assoluti, ma proposte. Va su un grande classico e punta in altissimo Rino Duca che suggerisce l’Osteria Francescan­a di Bottura, a Modena. Si sposta a Rimini Aurora Mazzucchel­li con Abocar. Mario Ferrara, Pietro Palumbo e Lucia Antonelli indicano Massimilia­no Poggi a Bologna. Lo chef in questione suggerisce Il Piastrino a Pennabilli. Elisa Rusconi propone Vite di San Patrignano. Emanuele Petrosino consiglia I Corbezzoli del Relais Bellaria e lo chef Giuseppe Tarantino ricambia suggerendo il ristorante I Portici.

Per Vincenzo Vottero bisognereb­be provare l’Antica Osteria Romagnola, per Luca Giovanni Pappalardo Vagh in Ufezzi, sempre in zona. Pina Siotto cambia cucina e consiglia quella cinese della Pagoda. Alessandro Panichi suggerisce le dolcezze di DolceSalat­o. Demis Aleotti indica la Trattoria Bertozzi, e Fabio Berti La Lumira a Castelfran­co Emilia. Cristian Mometti cala un tris: Osteria del Mirasole, Capanna di Eraclio e daGorini,

quest’ultimo suggerito anche da Federico Petazzoni e Alberto Bettini. Carlo Alberto Borsarini propone l’agriturism­o Mastrosass­o, Claudio Sordi l’Antica Trattoria di Sacerno, Francesco Carboni come Dario Picchiotti segnala il San Domenico di Imola. Ivan Poletti consiglia Il salotto a Crevalcore, Takako Kawano lo Scaccomatt­o. Daniele Bendanti indica Da Irina a Savigno, Pietro Montanari il bar Ca’ Rossa. Massimilia­no Mascia Camì a Lido di savio, Fabio Fiore Amerigo sempre a Savigno mentre Franco Cimini segnala la Trattoria Entrà nl modenese. Buon viaggio e buon appetito!

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Nella foto Alain Ducasse
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 ?? Fabio Fiore ?? Trattoria da Amerigo Ristorante Quanto Basta
Fabio Fiore Trattoria da Amerigo Ristorante Quanto Basta
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Fabio Berti I Corbezzoli Trattoria Bertozzi
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Alberto Bettini Osteria del Mirasole
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Aurora Mazzucchel­li Ristorante Marconi
 ?? Emanuele Petrosino ?? Ristorante I Portici
Emanuele Petrosino Ristorante I Portici
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Vincenzo Vottero Ristorante ViVo Taste Lab
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Luca Giovanni Pappalardo Trattoria Pane e Panelle
 ?? Pietro Palumbo ?? Polpette e Crescentin­e
Pietro Palumbo Polpette e Crescentin­e
 ?? Mario Ferrara ?? Ristorate Scaccomatt­o
Mario Ferrara Ristorate Scaccomatt­o
 ?? Alessandro Panichi ?? Villa Aretusi
Alessandro Panichi Villa Aretusi
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Rino Duca Il grano di pepe
 ?? Elisa Rusconi ?? Trattoria da Me
Elisa Rusconi Trattoria da Me
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Pina Siotto Chef
 ?? Demis Aleotti ?? Bottega Aleotti
Demis Aleotti Bottega Aleotti
 ?? Giuseppe Tarantino ??
Giuseppe Tarantino
 ?? Franco Cimini ??
Franco Cimini
 ??  ?? Giro di vite Taverna del Cacciatore I Carracci La Lumira Casa Sordi (Isola d’Elba) Acqua pazza
Giro di vite Taverna del Cacciatore I Carracci La Lumira Casa Sordi (Isola d’Elba) Acqua pazza
 ?? Max Poggi ?? San Domenico Massimilia­no Poggi Cucina
Max Poggi San Domenico Massimilia­no Poggi Cucina
 ?? Massimilia­no Mascia ?? La secchia rapita
Massimilia­no Mascia La secchia rapita
 ?? Dario Picchiotti ?? Trattoria Sacerno
Dario Picchiotti Trattoria Sacerno
 ?? Takako Kawano ?? Yozuya
Takako Kawano Yozuya
 ?? Daniele Bendanti ?? Oltre.
Daniele Bendanti Oltre.
 ?? Ivan Poletti ?? Teatro della Carne
Ivan Poletti Teatro della Carne
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Francesco Carboni
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Carlo Alberto Borsarini
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Cristian Mometti
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Federico Petazzoni
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Pietro Montanari
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Claudio Sordi
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Lucia Antonelli

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