Dai rifiuti alle imprese, l’eterno conflitto tra sviluppo e ambiente E la Regione nel mezzo
Le scelte del Pd, il pressing M5S tra punti forti e criticità
Non si parte da zero. Ma se il Pd vuole convincere le forze verdi e soprattutto il M5S in vista di una possibile alleanza alle Regionali, serve una netta sferzata su molti temi.
Il file «green» è stato aperto in questi giorni dal segretario regionale del partito Paolo Calvano che, a poche ore dalla grande mobilitazione attesa per oggi contro i cambiamenti climatici, ha promesso una svolta. E così i Verdi, che hanno incalzato il Pd nei giorni scorsi, tornano alla carica: «Apprezziamo la volontà di stralciare la E45 che avrebbe devastato il Parco del Delta del Po e condividiamo l’ambizioso progetto plastic free. Crediamo però che si possa e si debba fare di più». L’elenco è lungo, e su certi punti troppo distante dalle priorità del Pd. «Rimaniamo contrari alla Campogalliano-Sassuolo e al Passante di mezzo e ribadiamo la nostra contrarietà anche alla Cispadana. Per definire una possibile alleanza è necessario un serio confronto su questi e altri temi importanti relativi alla conversione ecologica della nostra Regione», scrivono in una nota.
Pure il M5S si fa sentire, segno che su questo terreno c’è comunque voglia di confronto. «Per compiere quella svolta verde che adesso il Pd dice di voler attuare, c’è un provvedimento che la Regione può realizzare immediatamente già a partire dalla prossima legge di bilancio: ovvero quello di stanziare adeguate risorse per la manutenzione, l’elettrificazione in tempi certi di tutte le linee ferroviarie gestite da Fer e la soppressione dei passaggi a livello che oggi comportano rallentamenti e disagi per pendolari e cittadini, e che non rendono le nostre linee attrattive», propone la consigliera regionale Silvia Piccinini. Ma i temi sul tavolo da gioco sono tanti e tra dichiarazioni e scelte amministrative spesso la distanza resta siderale.
Sul consumo di suolo pesano le dichiarazioni a difesa della collina bolognese di fronte ad alcuni ampliamenti industriali soprattutto. Gli ultimi casi sulla collina di Castel San Pietro Terme. Arpae ha di recente detto che non è sostenibile da un punto di vista ambientale l’allargamento della Crif così come quello della Bio-on, ma il sindaco Fausto Tinti è intenzionato a tirar dritto. In ballo, qui come in altri campi, c’è una questione in realtà molto più complessa, da un lato «l’ossessione del lavoro», per citare il presidente della Regione Stefano Bonaccini, dall’altro la difesa dell’ambiente. Esiste una mediazione? A questa domanda deve rispondere il Pd.
Riguardo al tema delle infrastrutture la mediazione non è facile. I dem sono per le grandi opere come la bretella Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana e l’atteso Passante di mezzo a Bologna, una tripletta diabolica per ambientalisti e 5 Stelle. La cura del ferro potrebbe riequilibrare la bilancia. A Bologna da più di un ventennio gli occhi sono inutilmente puntati sul Sistema ferroviario metropolitano (Sfm), ma di fatto le evoluzioni più consistenti guardano al passato. Sono stati comprati nuovi treni, ma si tratta di acquisti programmati dalla precedente amministrazione guidata da Vasco Errani. Entro il 2020 l’Sfm dovrebbe avere 4 linee passanti, fermate pensate ogni mezz’ora, completamento delle stazioni (Borgo Panigale, Zanardi, Prati di Caprara, Sant’Orsola), ma è quasi impossibile che entro quella data si riescano a raggiungere questi obiettivi. Il motivo di questo ritardo è semplice per ambientalisti e 5 Stelle: viale Aldo Moro ha puntato tutto sul cemento anziché sul ferro. «È paradossale come fino a oggi anche l’attuale maggioranza che in questi giorni si riscopre improvvisamente “green” non abbai mai inserito l’Sfm tra le opere strategiche», insiste Piccinini. Fuori dal capoluogo, c’è la Parma-La Spezia, linea ferroviaria strategica a binario unico e quindi poco adatta al trasporto veloce delle merci.
Criticità si riscontrano anche in aree più di grido come la Riviera, dove anche il Comune di Rimini attende da tempo una linea lungo la costa che colleghi più velocemente i principali luoghi turistici. Il Pd e la Regione possono però difendersi con i risultati raggiunti. L’EmiliaRomagna si piazza da tempo tra le prime regioni per le sue piste ciclabili ed è all’avanguardia sull’agricoltura biologica (nel 2018 sono 6.300 le aziende che hanno superato 155 mila ettari nel 2018, con un netto aumento rispetto all’anno precedente). Così come sui rifiuti e la raccolta differenziata (eccezion fatta per Bologna). Anche in virtù della legge sull’economia circolare, per gli ambientalisti una delle più avanzate d’Italia.