Non solo ricette, ecco cosa legge chi vive di cibo
C’è chi consiglia di immergersi nelle atmosfere dei libri di Camilleri
(Cimini) e chi di leggersi l’Enciclopedia
gastronomica (Poletti). La biblioteca dei nostri chef è ampia e variegata. Tre volumi però ricorrono spesso. E sono l’Artusi (Petrosino, Palumbo),
Kitchen confidential di Bourdain (Duca, Aleotti, Sordi, Bendanti), e Il perfezionista di Chelminsky (Antonelli, Montanari, Bettini). Tra i grandi classici non mancano Larousse gastronomique (Mascia) né Escoffier, indicato da Panichi. Ci sono ovviamente anche Bottura e il suo Vieni in Italia con me (Petazzoni) e Marchesi e il suo Oltre il fornello (Poggi). Carboni propone invece
In.gredienti di Massimiliano e Raffaele Alajmo e Tarantino ci fa scoprire A tavola con Antonio Tubelli. Tra i romanzi, Siotto ci suggerisce L’ultimo chef cinese di Mones, Berti Il tortellino muore nel brodo di Venturi. Antonelli indica invece Estasi culinarie di Barbery. C’è chi come Mazzucchelli va sul tecnico e consiglia Panificazione delle Sorelle Simili e chi (Rusconi) Brodi Gourmet di Ledeuil. E poi ci sono i ricettari, alcuni firmati e suggeriti proprio dai nostri chef Scacco Matto di Ferrara, Pesci diversi di Pappalardo, Tutto il buono dell’EmiliaRomagna senza trattino di Borsarini. Si può sparigliare con Vottero e provare Zero Limits di Joe Vitale. O seguire Mometti con La cucina dei colori di Michieletto e Sottile. O ancora sfogliare i libri pubblicati da Guido Tomasi Editore e proposti da Fiore. Takako Kawano ci porta nella cultura del Sol Levante con Wasyoku no Kokor (Il cuore della cucina giapponese) di Yoshihiro Murata. E poi c’è Il manuale di Nonna Papera consigliato da Picchiotti «per non prendersi troppo sul serio».