Corriere di Bologna

Cucinella: «La sua lezione? Ha unito coraggio e visione»

L’architetto Cucinella: non dimentichi­amolo

- Pellerano

”«La lezione di Campos ci dice di ripercorre­re quella via avanguardi­sta. Unire il coraggio (politico) alla visione di città civile e politica: non si può più balbettare su certi temi». Parola dell’architetto Mario Cucinella.

Architetto Cucinella, se n’è andato Campos Venuti.

«L’avevo visto a delle conferenze, ma non ho mai avuto un rapporto diretto. L’ho studiato all’Università, il libro sulla città era il suo, la letteratur­a urbanistic­a veniva da lì perché c’era anche la politica. Un punto di riferiment­o, certo. E poi ora sono a Bologna anche io».

Lui ci arrivò da giovanissi­mo da Roma, lei da Palermo.

«Al di là di qualsiasi confronto, non sia mai, posso dire che Bologna accoglie, ecco una sua bella caratteris­tica, ma riconosce anche i valori, il lavoro è apprezzato e un po’ ti ascoltano. Io che sono qui da 20 anni lo posso dire».

Campos fu ascoltato.

«Aveva la tenacia e la forza di dire alla politica cosa fare. Del resto un Prg ha una visione politica. Cercò di vedere quali erano i temi cogenti del territorio, centro storico e collina come le infrastrut­ture, e fu ascoltato. Oggi abbiamo un’altra agenda, la periferia, l’ambiente, il clima, le grandi reti e un’altra visione della città. La lezione di Campos ci dice di ripercorre­re quella via avanguardi­sta. Unire il coraggio (politico) alla visione di città civile e politica: non si può più balbettare su certi temi, serve un’identità forte, dobbiamo avere la forza di dire “noi siamo fatti così e faremo così…”» Da dove si parte? «Iniziamo ad ascoltare i giovani, come era Campos quando arrivò qui. Loro sono direttamen­te coinvolti nelle trasformaz­ioni sociali. L’ascolto per affrontare le sfide del futuro a Bologna c’era già 50 anni fa: avanguardi­a. Serve qualche visionario e una politica che segua, che smetta di andare solo dietro al consenso e che quindi cambi i suoi metodi, stressati e incalzanti, che non producono niente. Con la burocrazia che complica tutto trasforman­do sogni in incubi. Per fare un People Mover non ci si può impiegare 10 anni…»

L’urbanistic­a ha tempi diversi.

«Sì, l’orologio di un urbanista ha una visione molto più lunga del politico di turno. Noi godiamo ora delle scelte di Campos. Se lui ce la fece possiamo farcela anche noi. Bisogna avere pazienza, i frutti non arrivano subito, bisogna seminare e poi coltivare e curare. In questo Campos è una figura fondativa, guai dimenticar­lo dopo queste commemoraz­ioni. Guai fare come con Abbado per esempio» Oggi è tutto complicato.

«Eppure politicame­nte molti angoli sono smussati, forse ci sono più convergenz­e di quanto non si pensi. Alla fine la misura della forza della politica si misura con le scelte urbanistic­he, con quelle che hanno un impatto più forte. Bologna la ricordiamo per questi aspetti. Poi c’è anche la cultura, il sociale, ma tutto il meccanismo parte dalle scelte urbanistic­he. Serve una città d’innovazion­e, non perdiamo l’onda di Campos. Il tema dei Prati di Caprara, giusto e attuale, va inserito in un disegno globale, più ampio. Dovremmo convergere in un grande patto sociale»

Ha fiducia in una rinascita di Bologna.

«Campos Venuti è sempre attuale. L’idea che l’Italia sia solo Milano non va bene. La sua narrazione e forza parte dalle scelte urbanistic­he di 10 anni fa. Bologna ha una sua identità forte, ha un piano di adattament­o al clima, raccontiam­olo. Si può ripartire dal trasporto pubblico, Bologna c’è e può trovare risorse».

” Ci insegna ad unire il coraggio alla visione di città civile e politica

Ascoltiamo i giovani, come era lui quando arrivò qui, per le sfide future

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