Le sarte della Perla protestano da Bonaccini l’8 ottobre si va a Roma
Regione, sindacati, Città metropolitana e azienda fissano un nuovo incontro per arrivare a un accordo da portate l’8 ottobre al Mise. Cgil-Cisl e Uil: «Un passo avanti». Bonaccini: siamo con voi
L’autunno caldo delle imprese emiliano-romagnole è iniziato. E a dare il là alle mobilitazioni, in attesa di sedersi al tavolo già convocato per il prossimo 8 ottobre al ministero dello Sviluppo economico, sono le sarte del gruppo La Perla. Quelle che la fondatrice Ada Masotti chiamava «le mie bimbe» e che ieri mattina, con la scure di una procedura di mobilità aperta per 126 dipendenti e in scadenza il prossimo 12 ottobre, in una vera e propria corsa contro il tempo, sono tornate a manifestare più agguerrite (e canterine) che mai sotto le finestre della Regione, dove dalle 11 era in corso il primo incontro in sede istituzionale fra la proprietà e i sindacati.
Un incontro fiume che si è poi aggiornato alle 12.30 di dopodomani con una promessa, la stessa che avevano anticipato alle lavoratrici il governatore Stefano Bonaccini e l’assessora alle attività produttive Palma Costi prima di cominciare il confronto: «La Regione c’è. Siamo al vostro fianco e faremo tutto ciò che abbiamo annunciato per tutelare l’occupazione e rilanciare il marchio — era stata la rassicurazione —. Interloquiamo con proprietà e governo per fare in modo che si porti a casa il risultato che tutti vogliamo». Arrivando all’8 ottobre con la vicenda quasi chiusa, magari con soltanto qualche dettaglio da definire.
La bozza di accordo ancora non c’è, ma a sentire i sindacati ci siamo quasi. E giovedì potrebbe essere la volta buona per metterla nero su bianco, prima di sedersi al tavolo romano di via Molise.
«Al termine dell’incontro è stato convenuto di fissare per giovedì un prossimo appuntamento — informano da Filctem-Cgil Teresa Ruffo, da Femca-Cisl Rossana Carra e da Uiltec-Uil Mariangela Occhiali — per arrivare alla sottoscrizione di un accordo che sia la base per il tavolo del Ministero per lo sviluppo economico. Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti, ma non ancora quello decisivo, per superare i licenziamenti dichiarati e che ora vanno sospesi». Cgil, Cisl e Uil chiedono,
Mercatone Uno
È l’altra crisi nostrana che sul tavolo del Mise con 400 lavoratori su 1.800 cassintegrati
infatti, di cancellare il piano che prevede 126 esuberi e spingono affinché i vertici dell’azienda accettino di affrontare la crisi finanziaria del gruppo con una cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, prepensionamenti ed esodi incentivati a sostegno di un rilancio del marchio. Rilancio che sarebbe contenuto in un piano industriale che la proprietà ha finalmente presentato.
La Perla, però, non è l’unica grande vertenza nostrana su cui è chiamato a dir la sua il neo ministro Stefano Patuelli, che a livello nazionale deve gestire circa 160 tavoli di crisi. Sempre per martedì 8 è convocato il summit sul Mercatone Uno, che nella nostra regione conta 400 lavoratori su 1.800 in cassa integrazione, mentre per il mercoledì successivo lo staff del dicastero affronterà la lunga crisi di Industria Italiana Autobus, che è in attesa di capire se sarà necessario o meno l’ingresso di un nuovo socio privato e che nel frattempo si sta preparando, con ristrutturazione del sito di Flumeri, in provincia di Avellino, già iniziata e soliti rallentamenti delle forniture dovute agli altalenanti problemi di liquidità e produzione in Turchia, a partecipare alle prossime gare pubbliche per la produzione di autobus di nuova generazione.