Autonomia e risorse «Certezza sulle materie, poi un anno per i Lep»
Stradiotto (Sose): «Nessuno ci ha ancora incaricato»
La corsa verso l’autonomia regionale differenziata, con la nuova road map tracciata dal neo ministro Francesco Boccia, si trasforma in un cammino. Ci vorrà almeno un anno per definire i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale: precondizione, per il governo giallorosso e come ha annunciato il ministro incontrando i governatori di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, di ogni accordo autonomista con le Regioni. A spiegarlo è Marco Stradiotto, responsabile dell’Unità analisi della finanza pubblica di Sose, la società partecipata dal ministero dell’Economia e dalla Banca d’Italia già impegnata nella determinazione dei fabbisogni standard in attuazione del federalismo fiscale.
Dottor Stradiotto, toccherà a voi lavorare sulla definizione dei Lep nell’ambito della trattativa tra Stato e Regioni sull’autonomia regionale? E se sì, siete già partiti?
«Se spetta a noi non lo sappiamo ancora, perché ad oggi non abbiamo ancora ricevuto nessun incarico formale. Stiamo svolgendo da tempo il lavoro sui fabbisogni standard per quanto riguarda le funzioni che svolgono già oggi gli enti territoriali, cioè Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni, ma un esplicito incarico sulle ipotetiche materie relative al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione (quello che regola il regionalismo differenziato, ndr) non l’abbiamo ancora ricevuto. Per ora siamo ancora osservatori esterni».
Una volta ricevuto l’incarico, quale sarà l’iter per definire i livelli essenziali delle prestazioni?
«Intanto c’è una precondizione: bisogna che ci sia certezza su quali sono le materie oggetto di autonomia differenziata. Se bisogna stimare i fabbisogni standard e i livelli delle prestazioni da garantire è necessario sapere prima quali sono le materie interessate, soprattutto visto che ci sono diverse ipotesi in campo (l’Emilia-Romagna ha chiesto 15 materie, Veneto e Lombardia 23, ndr). La mappatura andrà fatta su tutte le materie oggetto della trattativa a partire dall’ipotesi più larga che ci sarà in campo».
Il braccio di ferro sulle materie è tutto politico e, di certo, non vi compete. Supponiamo che si chiuda presto, da lì in poi come si procederà?
«Bisognerà analizzare quali spese ci sono state a livello storico sulle materie scelte, cosa si spende oggi e cosa si fa sul territorio. Da lì si potrà procedere verso una standardizzazione del costo del servizio, che può tradursi nei livelli essenziali di prestazioni da garantire in ogni territorio. Trattandosi di materie che oggi spettano alla Stato dovrebbe esserci già una maggiore standardizzazione rispetto a quelle che oggi svolgono direttamente gli enti locali. Ma bisogna comunque verificare se questa standardizzazione c’è davvero e fissare il relativo Lep».
Perché sono così importanti questi indicatori?
«Perché sono a salvaguardia del cittadino. Le faccio un esempio: se un cittadino si trova ad avere un livello di servizio inferiore al relativo Lep, può attivarsi con l’ente locale di riferimento per tutelarsi, può fare ricorso. Definiti i Lep, il tuo cittadino ha diritto di richiedere che quel servizio ci sia in una certa quantità».
Ma quanto ci vorrà per definire i livelli essenziali delle prestazioni?
«In un anno di lavoro possiamo avere i risultati, ma dipende anche dai ministeri e dalla velocità con cui ci verranno forniti i dati necessari».
Alcuni ministeri, durante il primo governo guidato sempre da Giuseppe Conte, ma a maggioranza gialloverde, avevano pi di una resistenza sulla riforma dell’autonomia differenziata...
«Se si entra in uno spirito collaborativo, per cui il percorso è condiviso, i tempi possono essere rapidi. Diversamente si potrebbero dilatare».
” Se si entra in uno spirito collaborativo tra ministeri, per cui il percorso è condiviso, i tempi possono essere rapidi. Diversamente si potrebbero dilatare