TUTELARE LA SALUTE CON GIOIA
La proposta di vietare il fumo sotto i portici covava da tempo ed è stata pubblicata sul Corriere di Bologna all’indomani di una scena vissuta personalmente a Firenze (raccontata in diretta il 20 settembre a «Prima Pagina» di Radiotre). Una famiglia tedesca era appena scesa da un treno alla stazione Santa Maria Novella di Firenze. Un bambino in braccio al padre si stava riprendendo da una crisi asmatica, la terapia era stata correttamente somministrata e ho potuto rassicurare i genitori; il marciapiede lungo i binari, con la tettoia e i treni fermi che fanno da pareti è uno spazio quasi chiuso e denso di fumo violento (avrete notato che nelle stazioni nessuno fuma con la grazia di Audrey Hepburn o Marlene Dietrich, ma tutti aspirano e sbuffano disperatamente come se salissero o risalissero non sul treno, ma sul patibolo). I genitori del bambino erano impauriti e indignati, temevano che l’aria malsana riacutizzasse la crisi, mi hanno chiesto se in Italia fosse dappertutto così. Questa volta non li ho potuti rassicurare. I portici di Bologna non sono più aperti della stazione Santa Maria Novella. Come ho cercato di dire nell’editoriale del 21 settembre, ogni arco è paragonabile a un cuore, e come confermano autorevoli pneumologi i 62 chilometri semichiusi che aspirano all’Unesco sono vie respiratorie fatte di bronchi e bronchioli e alveoli.
Presentarsi all’Unesco con l’alito fresco sarebbe molto elegante oltre che uno scatto di civiltà. Dispiace che il Comune di Bologna abbia ignorato, quasi irriso la proposta. Al contrario Isabella Conti, sindaco di una città abituata alle resurrezioni (in prima linea nella diffusione dei defibrillatori) ne ha colto pienamente il senso: ha parlato di proposta da «prendere con gioia». Ecco, già sentire la parola gioia in bocca a un politico o a un pubblico amministratore scalda il cuore. Il sindaco di San Lazzaro ha sentito l’inno alla vita, alla gentilezza di spostare il proprio piccolo, irrinunciabile e biologicamente costoso piacere un po’ più in là. Il fumo come le cicche, le bottiglie abbandonate, l’orina e altre tristi deiezioni di gioie e noie sfacciate. Non ha visto, la sindaca, l’ennesima grigia restrizione liberticida di un mondo distopico. Proprio ora che si parla tanto di clima è imperdonabile ignorare il microclima dei portici, delle stazioni, delle piazze. Le piazze, appunto. A volte le flebili reazioni sono lo spasmo dell’esile tendine del ventricolo di sinistra che vuole emulare il robusto fascio di Leonardo da Vinci del ventricolo di destra. Il cibo che più piace al popolo spesso fa male e la tutela della salute e della gentilezza non è sempre populista. Si sa che le più burrose e tossiche brioche costano meno del buon pane.