Imola, la sindaca M5S contro tutti: mai con il Pd
La sindaca M5S sempre più isolata: non andrò mai con chi mi ha offeso e umiliato
La sindaca di Imola, la pentastellata Manuela Sangiorgi, è ormai in guerra con tutti, compresi i suoi compagni di movimento. Dopo l’ennesimo addio, quello del capogruppo in Consiglio comunale, ieri è entrata a gamba tesa contro l’ipotesi di un’allenza Pd-M5S in vista delle Regionali: «Mai con chi mi ha offeso».
La crisi del Movimento 5 Stelle a Imola si allarga a macchia d’olio e rischia di infilarsi a gamba tesa nel dialogo per un eventuale accordo con il Pd alle prossime Regionali del 26 gennaio. Dopo aver assistito all’ennesimo addio, quello del capogruppo comunale Simone Righini che ha sbattuto la porta dopo aver preso atto «che non c’è più una maggioranza che sostiene l’amministrazione», la sindaca Manuela Sangiorgi non sembra per nulla intenzionata a dimettersi, nonostante la giunta sia già stata battuta in Consiglio comunale su una delibera che avrebbe alzato i compensi dei revisori dei conti. Alla fine è passata la mozione che al contrario li tagliava, votata dai sei consiglieri dei 5Stelle dissidenti, Pd e Lega. D’ora in avanti sarà sempre così, ogni voto un calvario in un Consiglio comunale diventato un Vietnam.
Ma come se non stesse accadendo nulla, con una città paralizzata proprio come il lavoro della giunta che ha dovuto cambiare cinque assessori su sette in poco più di un anno di vita, Sangiorgi, elmetto in testa e coltello tra i denti, ha deciso di andare alla guerra con il M5S e contro il possibile accordo con il Pd. «Non andrò mai con chi usa il bene comune in questo modo. Con chi mi ha offeso, umiliato, denigrato, diffamato e portato in tribunale», ha scritto su Facebook rimandando all’aspra battaglia anche legale con i sindaci dem dei Comuni del circondario per il controllo di Con.Ami (il consorzio terzo azionista di Hera). Mette le mani avanti con grande anticipo la sindaca: di fronte a un tentativo di alleanza lei si metterà di traverso, rafforzando così le critiche dei dissidenti che la giudicano troppo filo Lega. Con un paio di dettagli che a Sangiorgi non dovrebbero sfuggire: il partito di Salvini a Imola è ufficialmente all’opposizione e l’alleanza
Panieri, segretario Pd
«La sindaca non è d’intralcio, prova solo a spostare altrove l’attenzione»
gialloverde oramai un lontano ricordo.
Ma la sindaca sembra essere poco interessata al panorama nazionale e pure alle critiche di una parte del suo gruppo consiliare. E così di recente ha portato in Comune un addetto stampa prima in forza nel gruppo della Lega in Regione, senza contare l’assessore alla Sicurezza Andrea Longhi, braccio destro del parlamentare leghista Gianni Tonelli (entrambi provenienti dal Sindacato autonomo di Polizia) e, dulcis in fundo, l’asse di ferro con il capogruppo leghista Simone Carapia. «Sono un intralcio per l’alleanza 5Stelle-Pd in Emilia-Romagna?#primaladignità», va quindi all’attacco con un post pubblicato di buon mattino. Sangiorgi può sfruttare per il momento il totale e temporaneo disinteresse dei vertici nazionali, troppo indaffarati con le beghe del nuovo governo. E così pure i dissidenti non gettano benzina sul fuoco. «Qui le Regionali non c’entrano. Dobbiamo mandare avanti Imola. Stiamo cercando di ricucire ma i contrasti sono sotto gli occhi di tutti», dice il consigliere comunale Fabrizio Favilli. Il Pd assiste allo spettacolo, un po’ preoccupato che Imola possa diventare un problema per le Regionali. «É un caso solo territoriale. La sindaca non è d’intralcio, prova solo a spostare altrove l’attenzione. Imola è come Roma — sostiene il segretario dem Marco Panieri —. Niente accordo con la Raggi perché, come dice Zingaretti, ha rovinato la Capitale».