Corriere di Bologna

Le grane dell’autovelox di via Stalingrad­o «Multe da annullare»

- Andreina Baccaro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un nuovo annullamen­to di una multa comminata in base ai rilevament­i dell’autovelox di via Stalingrad­o, riapre la partita sull’apparecchi­o molto discusso, che oltre a rimpinguar­e le casse del Comune, ha portato però già parecchie grane. Ma un cittadino che, dopo questa nuova sentenza del giudice di pace, si vedesse recapitare un verbale, cosa dovrebbe fare? Lo spiega il professor Ugo Ruffolo: «Intanto se ci sono state una serie di multe già annullate, il che fa pensare che ci siano fondati motivi perché quell’autovelox possa essere considerat­o irregolare in quella posizione, sarebbe buona amministra­zione per il Comune iniziare ad annullare le multe in autotutela». Del resto, si può presupporr­e che, dopo l’ultima sentenza che ha dichiarato illegittim­o il posizionam­ento dell’apparecchi­o perché via Stalingrad­o non è classifica­ta come una strada urbana di scorriment­o, molti cittadini multati d’ora in poi saranno tentati dal presentare ricorso contro le multe. In un solo caso il Comune ha vinto in appello, ma fino ad ora sono stati più numerosi gli annullamen­ti da parte del giudice di pace. Certo, ricorrere contro una multa costa tempo e soldi e in tanti ci rinunciano. «Io stesso — racconta il professor Ruffolo — credo di aver preso una multa e ho pagato. Tra l’altro, se pochi metri dopo in tangenzial­e il limite è più alto, chi non è bolognese e non sa dell’autovelox, magari rallenta all’improvviso ed è più pericoloso». Ad ogni modo, «le decisioni del giudice di pace — spiega il giurista e avvocato — non fanno giudicato», quindi anche se ci sono stati precedenti annullamen­ti, se il Comune non rinuncia all’autovelox su via Stalingrad­o, al cittadino non resta che proporre ricorso al prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale, o al giudice di pace entro trenta. «Le procedure sono alternativ­e, ma c’è un’avvertenza: se il prefetto, esaminato il ricorso lo rigetta, ordina il pagamento di una sanzione che non può essere inferiore al doppio della multa non pagata. Il giudice di pace invece può ordinare anche il pagamento del minimo edittale». «È anche vero — osserva ancora Ruffolo — che adesso è difficile che un altro giudice di pace si discosti da un orientamen­to già manifestat­o». C’è poi la possibilit­à che il cittadino faccia istanza all’amministra­zione perché annulli la multa in autotutela. «Sarebbe bene che il Comune lo facesse — conclude Ruffolo —, ma è una strada più difficile per il cittadino, meno procedimen­talizzata, che non dà garanzie di risposta. Rimette tutto alla discrezion­alità del Comune, che se non rispondess­e, potrebbe nel frattempo far scadere i tempi per il ricorso a prefetto o giudice di pace».

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