Le grane dell’autovelox di via Stalingrado «Multe da annullare»
Un nuovo annullamento di una multa comminata in base ai rilevamenti dell’autovelox di via Stalingrado, riapre la partita sull’apparecchio molto discusso, che oltre a rimpinguare le casse del Comune, ha portato però già parecchie grane. Ma un cittadino che, dopo questa nuova sentenza del giudice di pace, si vedesse recapitare un verbale, cosa dovrebbe fare? Lo spiega il professor Ugo Ruffolo: «Intanto se ci sono state una serie di multe già annullate, il che fa pensare che ci siano fondati motivi perché quell’autovelox possa essere considerato irregolare in quella posizione, sarebbe buona amministrazione per il Comune iniziare ad annullare le multe in autotutela». Del resto, si può presupporre che, dopo l’ultima sentenza che ha dichiarato illegittimo il posizionamento dell’apparecchio perché via Stalingrado non è classificata come una strada urbana di scorrimento, molti cittadini multati d’ora in poi saranno tentati dal presentare ricorso contro le multe. In un solo caso il Comune ha vinto in appello, ma fino ad ora sono stati più numerosi gli annullamenti da parte del giudice di pace. Certo, ricorrere contro una multa costa tempo e soldi e in tanti ci rinunciano. «Io stesso — racconta il professor Ruffolo — credo di aver preso una multa e ho pagato. Tra l’altro, se pochi metri dopo in tangenziale il limite è più alto, chi non è bolognese e non sa dell’autovelox, magari rallenta all’improvviso ed è più pericoloso». Ad ogni modo, «le decisioni del giudice di pace — spiega il giurista e avvocato — non fanno giudicato», quindi anche se ci sono stati precedenti annullamenti, se il Comune non rinuncia all’autovelox su via Stalingrado, al cittadino non resta che proporre ricorso al prefetto entro 60 giorni dalla notifica del verbale, o al giudice di pace entro trenta. «Le procedure sono alternative, ma c’è un’avvertenza: se il prefetto, esaminato il ricorso lo rigetta, ordina il pagamento di una sanzione che non può essere inferiore al doppio della multa non pagata. Il giudice di pace invece può ordinare anche il pagamento del minimo edittale». «È anche vero — osserva ancora Ruffolo — che adesso è difficile che un altro giudice di pace si discosti da un orientamento già manifestato». C’è poi la possibilità che il cittadino faccia istanza all’amministrazione perché annulli la multa in autotutela. «Sarebbe bene che il Comune lo facesse — conclude Ruffolo —, ma è una strada più difficile per il cittadino, meno procedimentalizzata, che non dà garanzie di risposta. Rimette tutto alla discrezionalità del Comune, che se non rispondesse, potrebbe nel frattempo far scadere i tempi per il ricorso a prefetto o giudice di pace».