Il sindaco lobbista (per amore dei portici) va all’Unesco a Parigi
È volato a Parigi con la sua assessore all’Urbanistica Valentina Orioli per «spingere» la candidatura dei portici a patrimonio dell’umanità. Il sindaco Virginio Merola ha incontrato ieri l’ambasciatore per l’Italia all’Unesco, Massimo Riccardo, per raccontare il senso della candidatura dei portici, il cui dossier è stato inviato a Parigi e al ministero dei Beni culturali a Roma a inizio settembre. Si continua a lavorare sul piano di gestione.
Ieri mattina hanno preso un aereo per Parigi e, per dimostrare quanto Bologna ha a cuore questa candidatura, hanno incontrato Massimo Riccardo, l’ambasciatore italiano presso l’Unesco che i tecnici di Palazzo d’Accursio che stanno lavorando sul dossier dei portici hanno già conosciuto l’estate scorsa a Baku, in Azerbaijan, sede in cui si sono decisi, a giugno, i nuovi patrimoni dell’umanità. Il sindaco Virginio Merola e la sua assessore all’Urbanistica Valentina Orioli hanno così deciso di fare un altro passo, questa volta molto diplomatico, per «spingere» il più possibile la candidatura dei portici di Bologna. Il dossier, a cui manca ancora il piano di gestione, era già stato mandato a Parigi (e contestualmente al ministero dei Beni culturali a Roma) a inizio settembre. Ma sindaco e assessora ci hanno messo letteralmente la faccia: in serata, sul profilo twitter del primo cittadino, è arrivato il selfie che lo ritrae con Orioli davanti alla sede dell’Unesco a Parigi. «Con la mia assessora all’Urbanistica Valentina Orioli a #Parigi. Abbiamo presentato all’ambasciatore italiano presso @ItalyatUNESCO il lavoro che stiamo facendo per candidare i nostri #portici a patrimonio dell’umanità. Grazie ambasciatore Massimo Riccardo per la sua attenzione», ha scritto Merola nel testo del suo tweet.
Insomma, l’amministrazione vuol far capire a tutti i livelli quanto sotto le Due Torri questa «investitura» stia a cuore. Tecnicamente l’ambasciatore Riccardo non potrà decidere se a rappresentare l’Italia alla prossima «gara» Unesco sarà Bologna o l’altra località proposta, ovvero Civita di Bagnoregio, spinta fin dal 2017 dall’allora presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ma il ruolo di Riccardo, se la Commissione Unesco italiana — presieduta da Franco Bernabè e in cui siedono anche Pupi Avati e Lino Banfi — deciderà di credere nella candidatura dei portici, sarà poi importante nel confronto e nella mediazione con tutti i Paesi che arriveranno al momento finale del percorso, previsto, se Bologna andasse avanti, nel 2021.
Intanto i tecnici di Palazzo d’Accursio, impegnati da mesi nel dossier, stanno lavorano intensamente alla stesura del piano di gestione che completerà lo stesso dossier preliminare nei primi mesi del 2020. La «cabina di regia» del piano di gestione è stata messa nero su bianco e già approvata dalla giunta: hanno firmato la loro volontà di collaborare alla gestione del patrimonio dei portici gli enti locali, Alma Mater, Curia, Banca d’Italia, Fondazione Carisbo e Fondazione del Monte, Camera di commercio, Acer, Comando Legione carabinieri dell’Emilia-Romagna, Bologna Welcome.