Ciak, si gira «Gli anni che cantano»
Regia di Filippo Vendemmiati, nel cast Lo Stato Sociale e Altre di B. Sul set le operaie della Perla
«Da loro arrivavano delegazioni di operai di fabbriche occupate per chiedere canzoni da cantare nei cortei. Il Canzoniere delle Lame era come una sorta di juke-box». Così Filippo Vendemmiati parla dello storico gruppo musicale bolognese nato nel 1967 e protagonista della canzone politica e militante. A loro il regista, già autore di È stato morto un ragazzo sul caso di Federico Aldrovandi, dedicherà il suo nuovo docufilm Gli anni che cantano, le cui riprese sono iniziate ieri mattina in piazza del Nettuno. Davanti all’immancabile pulmino rosso e alla ricostruzione di quella baracca dove i componenti del gruppo, a fine anni Sessanta, dormivano anche di notte durante le loro proteste.
Insieme ai membri del Canzoniere anche le lavoratrici della Perla, storico marchio bolognese dell’intimo, che cercano di salvare il loro posto di lavoro. «La differenza - commenta Vendemmiati - è che loro le canzoni oggi se le compongono da sole». Il regista ricorda che in quegli anni, quando un brano sull’azienda Montaguti portò il Canzoniere in tribunale, al processo arrivarono gli operai a dire «processateci tutti allora, perché siamo noi i mandanti». Ricordi di una stagione in cui il Canzoniere teneva concerti ovunque, dopo essere partito da una Casa del popolo, guardando al recupero della canzone popolare.
Vendemmiati ha dovuto superare l’iniziale diffidenza di chi non aveva nessuna intenzione di venire ingabbiato nello schema degli ex combattenti reduci. «Quello che volevamo sottolinea Janna Carioli, una delle fondatrici era raccontare un pezzo di storia a ragazzi che non l’hanno vissuta, attraverso la musica». Per questo nel film, che sarà girato a Bologna sino a fine mese concedendosi poi trasferte in Calabria, a Berlino e Parigi, farà capolino la generazione rappresentata da Alberto «Albi» Cazzola dello Stato Sociale e Giacomo «Jack» Gelati delle Altre di B, gruppi musicali della Bologna di oggi. «Tutti noi ora facciamo altro - continua Carioli, autrice tv e scrittrice di libri per ragazzi - ma con loro parleremo di cosa vuol dire fare musica d’impegno oggi e com’era farla anni fa, che occasioni ci sono. È ancora così bello suonare insieme avendo un’idea di etica in testa e volendo essere utili a qualcosa? Proviamo a parlarne». Un confronto che solletica anche Gelati: «Ho scoperto una parte di Bologna che lottava e che scriveva musica per gente che lottava. Noi cerchiamo sempre di dare voce nei testi a situazioni di difficoltà. Loro si mettevano in contatto con realtà operaie per poter dare loro voce. È un megafono che sarebbe importante riportare nel mondo musicale contemporaneo».
Il film, prodotto da Filandolarete, Open Group e Be Open, dovrebbe essere pronto per la primavera. Utilizzerà il prezioso materiale d’archivio donato da Gianfranco Ginestri, tra i fondatori, e custodito dalla Biblioteca Lame del Quartiere Navile, tra Super 8, dischi in vinile, musicassette, fotografie e documenti. «Mi ha colpito - conclude Vendemmiati - che il Canzoniere, pur essendosi sciolto nel 1982, è rimasto un gruppo di amici. Ho guardato con invidia la loro unione e il fatto che da amici abbiano condiviso una battaglia politica. La loro è una storia di lotta ma anche di amicizia».